«Contro la pirateria Dastano le tecnologie» di Anna Masera

«Contro la pirateria Dastano le tecnologie» IL FUTURO DELLA PROPRIETÀ' INTELLETTUALE FRA LEGGI PER DIFENDERE IL COPYRIGHT, SISTEMI DI CRIPTAGGIO E NUOVE FRONTIERE «Contro la pirateria Dastano le tecnologie» L'ingegner Leonardo Chiariglione, padre degli Mp3, sostiene una soluzione software «dal volto umano» Anna Masera TORINO «Dati i corretti presupposti, c'è sempre ima soluzione a un problema ben formulato». L'ingegnere torinese Leonardo Cbiarigbone, dopo aver lavorato per trent'anni nei laboratori di ricerca Cselt (oggi Telecom Italia), da quattro anni a questa parte si è trasferito al Cem di Ginevra a lavorare alla fondazione no-profit per il Digital Media Project (www.dmpf.org). . «La mia proposta? Una piattaforma di gestione dei diritti digitali che, per il beneficio di tutti, sia compatibile con tutti i sistemi». Si irrita, l'ingegner Cbiarigbone, se la sua visione non entusiasma la platea di esperti avvocati e accademici di diritto riuniti dal 25 al 27 maggio alla Fondazione Agnelli per il corso «iLaw» di Harvard. «Mi sento responsabile per aver inventato gli standard ài compressione audio Mp3 e video Mpeg che adesso tutti utilizzino per piratare musica e film» spiega. «Vorrei che gli utenti potessero beneficiare delle nuove tecnologie senza per questo permettere ai ladri di rubare la proprietà intellettuale altrui». Chiariglione alla fondazione Dmpf è il padrino del sistema «Drm» (Digital Rigbts Management), che offre una soluzione tecnologica per proteggere il diritto degb autori e degb editori ai guadagni attraverso il sistema del copyright, e il diritto di tutti a non perdere la privacy. Secondo Cbiarigbone, insomma, la soluzione per controllare l'uso e l'abuso delle tecnologie sta in altrettante tecnologie. La parola chiave, sottolinea, è «interoperabibtà», perchè «la catena del valore deve essere condivisa, altrimenti non c'è valore»: e ci vuole innovazione continua, «perchè non esiste un sistema Drm universale, così come non c'è un modo universale di fare affari con i media». Per semplificare, la tecnologia Drm è come un sofisticato lucchetto alla porta per evitare cbe gb intrusi entrino. A chi obietta che i lucchetti si possono sempre rompere, e cbe il mondo è pieno di «cracker cbe eludono le protezioni software, trasecola: «Ma se c'è un lucchetto, gli utenti capiranno che è vietato entrare. Nellanostra società, la maggioranza rispetta le norme, non si vede perchè non debba farlo anche nel cyberspazio». Ma allora perchè mettere i lucchetti, non basta mettere un cartello con scritto «Vietato entrare»? «Purtroppo i cartelb si stanno rivelando poco efficaci, la gente finché non ha un impedimento fisico, si sente autorizzata a procedere. A questo punto, visto che il criptaggio già si fa, tanto vale cercare almeno di farlo dal volto umano». Ecco allora come funziona in sostanza il sistema che sta mettendo a punto Cbiarigbone: se avete noleggiato un ed o un dvd, dopo il periodo consentito per il suo utilizzo, un programma interno lo disattiverà, rendendolo inutilizzabile. Idem per i siti Web: se vi scaricate un brano non autorizzato, non riuscirete a vederlo o ascoltarlo. Per tutelare anche il diritto a copiare, Cbiarigbone ha istituito un lungo elenco di cosiddetti «Tru» ^Traditional Rigbts and Usages), cioè «gb usi e i diritti tradizionab» cbe devono essere consentiti: «Ditemi quab sono gb usi delle copie cbe volete restino leciti, e ve b farò includere nel progetto» conclude Cbiarigbone, esasperato da chi gb obietta che la trasgressione in una democrazia non può essere impedita con la tecnologia. «Dati i corretti presupposti, c'è sempre ima soluzione a un problema ben formulato»: la sua soluzione non fa una grinza, se non fosse cbe sono i presupposti cbe lasciano perplessa la platea.

Persone citate: Chiariglione, Digital Rigbts Management, Leonardo Cbiarigbone, Leonardo Chiariglione

Luoghi citati: Ginevra, Torino