E ora l'draulìco polacco ha paura

E ora l'draulìco polacco ha paura ROMANIA E BULGARIA ENTRERANNO NEL 2007, MA I PIÙ PREOCCUPATI SONO I TURCHI E ora l'draulìco polacco ha paura Paesi dell'Est temono i contraccolpi del No francese Maria Maggiore BRUXELLES La paura deir«idrauhco polacco» è stata determinante per far vincere il «Non» in Francia? Argomento martellante della sinistra durante tutta la campagna elettorale, il timore di essere invasi dai lavoratori dell'est, ha sicuramente influito - secondo un sondaggio per il 460Zo dei no - sul risultato di domenica. Ma il giorno dopo il voto sono soprattutto i paesi dell'est, membri dell'Unione europea solo da un anno, a porsi con angoscia la domanda. E intanto i paesi ancora in corsa per entrare nella Uè - Romania, Bulgaria, Croazia e Turchia temono che si chiudano le porte dell'orizzonte europeo. Con «immensa delusione e amaro disincanto» il ministro degli esteri slovacco, Edoard Kukan, ha guardato ai risultati francesi. Il suo premier, Mikolas Dzuringa, ha invitato a continuare il processo di ratifica e «la coUaborazione europea». Ma in Slovacchia la Costituzione è stata già ratificata e la situazione è relativamente semphce. Mentre nella vicina Repubblica Ceca, il No francese può avere un effetto destabilizzatore anche all'interno. A metà 2006 si svolgerà il referendum, ma già si sta consumando una lotta al vetriolo tra il premier filo-europeo, Jiri Paroubek, e il Presidente della Repubbhca, giurato nemico dell'Europa, Vaclav Klaus. Paroubek, capo di una coalizione di centro-sinistra avrebbe minacciato di limitare i viaggi del presidente. Prudenti gh ungheresi: il No francese non pregiudicherà l'integrazione europea, si va avanti con i trattati in vigore. La stessa linea della Polonia che nel dicembre 2003, alleandosi con la Spagna di Aznar, fece resistenza fino alla fine per difendere il Trattato di Nizza che dava ai due paesi un peso sproporzionato nel coteggio dei voti. I polacchi, poi, hanno Sfcmpre lamentato l'assenza del riferimento alle «radici cristiane» nel preambolo. Se questo testo non venisse approvato, a Varsavia si stapperebbero molte bottighe di champagne. Tutta'altra musica a Sofia che teme invece che sorgano ora altri ostacoh al suo ingresso nella Uè il primo gennaio del 2007. Il ministero degh Esteri bulgaro ha diffuso una nota severa in cui si legge che «il no francese alla Costituzione non può e non deve ritardare la ratifica del Trattato d'adesione della Bulgaria». Il rischio c'è. E ne sarà forse soddisfatto Putin che vede allontanarsi il possibile ingresso dell'Ucraina del «nemico» Yushenko nella Uè. All'est si respira comunque aria di frustrazione: molti pensano che il No francese nasca anche dall'allargamento: «Temono l'idraulico rumeno», titolava ieri il quotidiano di Bucarest «Evenimentul Zilei», alludendo allo spauracchio dei lavoratori a basso costo in viaggio o già in posizione irregolare nei paesi europei. Lo stesso giornale ricordava che secondo l'Organizzazione intemazionale per la migrazione (Oim) oltre 2 mihoni di romeni lavorano all'estero, in Itaha, Spagna e Gennama e solo un terzo di loro ha contratto legale. Ma i più preoccupati erano ovviamente i turchi: «Il no francese renderà le cose ancora più difficili di quanto già non siano e comphcherà la prospettiva europea della Turchia per un lungo periodo», scriveva il direttore del quotidiano Turkish Daily News. 1,36 1,34 1,32 1,30 1.28 1,26 1,24 1,22' 1,20 1,18 | UN ANNO j DI SALISCENDI IL CAMBIO i DOLLARO-EURO DAL MAGGIO 2004 LUGUO ! SETTEMBRE r^Mio,}! QiARzin (^MAGGIO

Persone citate: Aznar, Jiri Paroubek, Kukan, Mikolas Dzuringa, Paroubek, Putin, Vaclav Klaus, Yushenko