In Forza Italia fa proseliti il «clan del sì» di Mattia Feltri

In Forza Italia fa proseliti il «clan del sì» LA PRESTIGIACOMO AL FIANCO DEI RADICALI E TANTI ALTRI AZZURRI DI SPICCO PRONTI AD ANDARE A VOTARE: ARCORE NON DÀ LA LINEA In Forza Italia fa proseliti il «clan del sì» Si passa dalla «libertà di coscienza» alla disubbidienza retroscena Mattia Feltri ROMA LIBERTÀ di coscienza», l'oscura formula con la quale Silvio Berlusconi ha sciolto i suoi dal vincolo della fedeltà al partito, e con la quale finora ha sciolto se stesso dalla necessità di comunicare i propri intendimenti, sembra essere stata raccolta da Forza Italia nel senso più ampio. Ieri Emma Bonino ha annunciato che il governatore forzista della Regione Piemonte, Enzo Ghigo, parteciperà alla presentazione del «Comitato donne per il sì» ai referendum sulla procreazione assistita organizzato al Palazzo di Città a Torino. Ghigo non conferma. Nel senso, dice, che gh piacerebbe ma è preso da doveri istituzionah: «Però confermo, sono stato invitato e ho dato la mia adesione. Spero di riuscire a fare una scappata. Anche perché ho deciso di votare tre sì e un no». Il no è al quesito sulla fecondazione etcrologa: la stessa posizione del presidente di An, Gianfranco Fini. Nel comitato deUe «donne per il sì» di Torino c'è anche Caterina Ferrerò, consighere regionale di Forza Itaha. Succedono cose strane. Forza Itaha è il partito guida della maggioranza che ha votato la legge ora in discussione. H suo leader, Silvio Berlusconi, non la difende e invita tutti: «Fate quello che vi sembra giusto». Però non spiega che cosa sembra giusto a lui. E per la prima volta il movimento più sensibile alle indicazioni del capo si ritrova nella condizione di dividersi con un certo entusiasmo. La decisione di Stefania Prestigiacomo di mettersi al fianco dei radicali e di Emma Bonino ha provocato turbamenti (anche per le ricadute scandahstico-sentimentah sulla sua familiarità con Fini). Ma in realtà non sono pochi i leader azzurri contrari alla legge 40, e ora lo dicono: Antonio Martino, Fabrizio Cicchitto, Margherita Boniver, Carlo Taormina, in parte anche Alfredo Biondi. Dopo i capoccia, si sono mossi i cacicchi, cioè i signorotti del posto. A Milano la colonia abrogazionista è numerosa, a partire dal sindaco, Gabriele Albertini, che si è detto nemico dell'astensione e non è andato oltre, sebbene qualche suo collaboratore scommette che non si negherà almeno un paio di «sì». Più manifesti e ufficiah sono i proponimenti deU'ex presidente della Provincia, Ombretta Colli, dell'assessore comunale al Decentramento, Giuho GaUera, dell'assessore alle Politiche sociah, Tiziana Maiolo, del capogruppo al comune, Manfredi Palmeri, dell'altra Maiolo, Antonella, sottosegretario regionale di Roberto Formigoni (lui, invece, astensionista). A fare il giro d'Italia, di disubbidienti se ne trovano parecchi. Perché ribadita la «libertà di coscienza» concessa dal premier, votare «sì» significa cancellare una delle leggi fondamentali della legislatura, e dare un dispiacere a un bel po' di alleati. A Firenze si sono armati al fianco dei radicali una consighera regionale, Anna Maria Celesti, e un consighere provinciale. Massimo Lensi. A Napoli si registrano piccoli tumulti familiari: le mogli di entrambi i Martusciello sono sostenitrici del «Comitato donne per il sì»: una è Anna Licastri, ex segretaria particolare di Fedele Confalonieri, donna di spicco nella mondanità caprese e consorte di Antonio, ex contendente di Antonio Bassolino alla presidenza della Regione; l'altra è Valentina Mazza, produttrice di fiction (è sua quella sul «Grande Torino») e sposa di Fulvio, consighere regionale. Fuori dalle diatribe matrimoniah (anche la signora di Italo Bocchino, generale campano di Alleanza nazionale, è per il «sì»), la dirigenza di Forza Itaha è rappresentata da Giuliana Corrado, capogruppo in consigho comunale. Un certo fermento c'è anche a Palermo, dove la dissidenza è affidata a Ettore Cittadini, indipendente, ma ex assessore regionale alla Sanità in quota a Forza Itaha. Con lui ci sono Giuba Adamo, presidente deUa Provincia di Trapani, ed Eleonora Lo Curto, consighere regionale eletta in una hsta civica, ma alle Europee condidata col partito di Berlusconi. Si potrebbe andare avanti ancora (e altri rivoltosi in coscienza salteranno fuori), setacciando la provincia: per fare solo un esempio, a San Benedetto del Tronto l'ex coordinatore comunale di Forza Itaha, Paolo Forlì, si è sganciato dai vecchi amici per iscriversi al Nuovo Psi e impegnarsi nella lotta per l'abrogazione. E' chiaro che le posizioni sono molto diverse fra loro. Intanto sono quaranta i parlamentari costituiti in clan contro l'astensione. E' un clan dominato dagli avvocati: ancora Biondi, Domenico Contestabile, Gaetano Peco¬ rella, Niccolò Ghedini; fra loro anche Lino Jannuzzi, Dario Rivolta e Raffaele Costa. Mentre Sandro Pondi si ritrova quasi in minoranza nella coerenza col voto parlamentare, altri si sganciano poco a poco, alcune donne per un'antica consuetudine con le recriminazioni femministe, alcuni vecchi liberali per una diffidenza verso il Vaticano, alcuni laici per profonda fede nel pro- gresso scientifico, alcuni pragmatici, convinti che il quorum sarà raggiunto, per non restare appesi alla sfida dei vescovi. Naturalmente ce ne saranno di attratti da una hattagha così affascinante da coinvolgere la mitica società civile, da Sabrina Ferilh a Rita Levi Montalcini. Ma il punto vero è un altro: Arcore non'dà la linea, il partito se ne dà molte. Da sinistra: Antonio Martino, Stefania Prestigiacomo con Emma Bonino, il sindaco di Milano Gabriele Albertini