Wilander vota Federer «Grazie a lui il mondo si innamora del tennis» di Stefano Semeraro

Wilander vota Federer «Grazie a lui il mondo si innamora del tennis» TRE VOLTE RE A PARIGI LO SVEDESE SI RICONOSCE OGGI NEL BABY NADAL Wilander vota Federer «Grazie a lui il mondo si innamora del tennis» «Con Agassi è il miglior spot pubblicitario Il suo stile classico incanta anche i piccoli» intervista M Stefano Semeraro PARIGI ats Wilander conosce il Roland Gairos come le sue tasche. Ha vinto su questi campi ben tre volte: la prima a 17 anni, nel 1982, battendo Lendl, e Vilas in finale. Poi si è ripetuto nell'85 su Lendl e nell'88, quando vinse anche in Australia e a Flushing Meadow, contro Leconte. Oggi Mats, una delle menti tennistiche più lucide della storia, è un 41enne in piena forma che si diverte ancora con il tennis, commentandolo dai microfoni di Eurosport. Wilander, le piace il nuovo ruolo di commentatore tv? «Molto. H Roland Garros è un buon torneo da commentare perché sulla terra gli scambi durano di più. C'è più tattica, mi diverte». Si parla tanto di Grande Slam, ma forse la cosa più difficile è vincere nello stesso anno Parigi e Wìmbledon, che sono separati da appena 15 giorni. L'ultimo a riuscirci è stato Borg, 25 anni fa. «Sì, Parigi e Wimbledon sono troppo vicini. Ci vorrebbero almeno tre settimane di pausa, l'ideale sarebbe un mese. Ma per una questione fisica, non tecnica. Oggi credo che vincerli uno dopo l'altro, tecnicamente, sia più facile di un tempo. Perché non sono più così diversi. Parigi, anzi, oggi è più veloce di Wimbledon. L'erba a Londra è stata resa più lenta, e quanto fa caldo a Parigi i campi in terra sono rapidissimi. Federer, dunque, può giocare in maniera molto simile nei due tornei». Che ricordi ha dell'anno in cui, ad appena 17 anni, vinse qui a Parigi? «Era 182, e,avevo già raggiunto le semifinali a Roma, sapevo di essere in grande forma. Ma non mi preoccupavo troppo, pensavo solo a giocare e a correre. Battei Lendl e Vilas, che avevano giocato benissimo per tutto il torneo e male contro dime». Guardando giocare Nadal, si rivede in lui? «Sì, perché Rafael gioca senza paura. Quando giocai la prima volta a Parigi anche io non avevo paura di nulla. Anche l'anno dopo, prima della finale con Noah, ero sicuro di vincere. Dopo dieci minuti capii quello che sarebbe successo e iniziai a preoccuparmi, ma vi assicuro die giocare a tennis senza paura di nulla è la miglior sensazione del mondo». Questo è il segreto di Nadal? «Rafael odia perdere. A parte qualcosa che riguardi la sua salute e quella dei suoi cari, sono sicuro che ora perdere un match di tennis sia per lui la peggior cosa al mondo. Ma questo non gli impedisce di rischiare tutto». Può farcela a Wimbledon? «Ha una chance. In primo luogo perché è mancino, e sull'erba è un vantaggio maggiore perché con il servizio servi ad uscire sul rovescio dell'avversario. Ad esempio sul rovescio di Federer. Poi Rafael ha 19 anni, ed è già fortissimo. Migliorerà. Nadal è pericoloso dappertutto». Più pericoloso Federer a Pari- gi o Nadal a Wimbledon? «Più pericoloso Federer a Parigi. Se il tempo resterà così caldo anche nella seconda settimana, credo che Roger abbia grandi possibilità di battere Nadal. Se pioverà, con i campi pesanti, Nadal diventerà come Vilas. E nessuno voleva giocare contro Vilas nell'umido». Cosa c'è di sbagliato nella nuova leva di tennisti svedesi? «No, c'era qualcosa di sbagliato nella nostra generazione. La Svezia ha nove milioni di abitanti, erano meno ai nostri tempi, e avevamo 5 tennisti nei primi 10. Non era normale. Oggi siamo tornati alla normalità. Abbiamo i due Johannson nei primi 20, Soderling n.35. Il problema è la prossima generazione; non ci sono junior promettenti. I genitori sono un problema. Appena vedono che loro figlio è numero 12 in una categoria d'età, subito pensano che possa diventare un prò. Invece i ragazzi devono giocare per divertimento, non per diventare prò. Altrimenti perdono la passione per lo sport». Quanto è importante Federer per il tennis? «Roger è la miglior cosa che è capitata al tennis negli ultimi 20 anni, insieme ad Andre Agassi. Fa venir voglia ai bambini di giocare a tennis. Ha mostrato che si può vincere con uno stile classico, senza bisogno di picchiare tutte le palle, senza avere tonnellate di muscoli. Ed è importante, perché fino a quando il tennis sarà solo picchiare la palla più forte possibi- I grandi ex «Con McEnroe, Edberg Becker eravamo convinti di essere i numeri uno Così diventava uno sport stellare» Mats Wilander al Roland Garros '88, anno del suo tris (vinse anche neir82 e nelI'SS). In alto a destra lo spagnolo Nadal