Referendum, le donne in campo di Maria Grazia Bruzzone

Referendum, le donne in campo Referendum, le donne in campo Ma è polemica sul non voto di Pera e Rutelli Il presidente del Senato Marcello Pera Maria Grazia Bruzzone ROMA Donne per il Sì. E adesso anche Donne per l'Astensione S- il dialogo. A sinistra suscita polemiche l'articolo sul Corriere della Sera del presidente del Senato Marcello Pera che difende apertamente il non voto al referendum del 12-13 giugno, «costituzionalmente legittimo», e si attende la conferenza stampa in cui Francesco Rutelli dovrebbe forse già martedì secondo accreditati rumors spiegare la sua decisione di astenersi, nei due fronti si annunciano iniziative pubbliche al femminile. Da una parte il comitato laico, cattolico-liberale e radicale «Donneperilsì», che continua ad accrescere il numero di aderenti del mondo della politica, della scienza, delle professioni. dello spettacolo (ultime, le attrici Valeria Marini e Giuliana De Sio) domani, con Emma Bonino e Stefania Prestigiacomo, annuncerà un grande evento pubblico. A questo il versante astensionista contrapporrà mercoledì un nuovo comitato, altrettanto numeroso e trasversale, di donne a favore di «una maternità non a tutti 1 costi e che non neghi l'accoglienza», gruppo al quale hanno dato il loro sostegno 150 personaggi femminili anch'essi di varia provenienza, fra cui il vicesindaco di Roma Maria Pia Garavagha della Margherita, Silvia Costa, dello stesso partito, l'ex parlamentare de Tina Anselmi, l'attrice Barbara De Rossi, la conduttrice tv Paola Saluzzi. «Ed è un peccato non avere con noi Rosi Bindi», confessa Paola Binetti, presidente del Comitato Scienza fr Vita che ha promosso il comitatone fem- Fassino: «La scelta astensionistica è una grande mistificazione» minile e ha provato in tutti i modi di convincere la pasionaria della Margherita a fame parte. Bindi andrà a votare (come del resto Romano Prodi), convinta che pronunciarsi sia «un dovere» - ha spiegato negli ultimi giorni - tanto più per un parlamentare eletto dal popolo che dovrebbe dare l'esempio e poi tener conto della volontà espressa dai cittadini. Volontà che l'astensione, sommando il non voto consapevole a quello di chi semplicemente va al mare, finisce per confondere. L'opposto di quel che ha affermato Pera, sostenendo che «astenersi in modo deliberato e consapevole non significa lavarsi le mani dei quesiti referendari ma conoscerli, volere che la legge resti così com'è e, soprattutto, affidare al Parlamento il compito di una sua eventuale revisione. Chi meglio potrebbe farlo?» si chiede il presidente del Senato. «Ma perchè allora non lo si è fatto prima?» replica Piero Fassino. E ricorda come i quattro punti della legge 40 oggetto di referendum «potevano essere benissimo risolti in Parlamento: ma ci siamo trovati di fronte a una Cdl sorda e cieca. E se una maggioranza si sottrae al suo compito, è dovere dei cittadini dare risposte con un refe¬ rendum per migliorare una legge». Quanto all'astensione, il segretario dei Ds ribadisce il suo giudizio negativo: «E', una grande mistificazione. Se un'incertezza davanti ai quesiti è legittima, si esprime votando scheda bianca». A rammaricarsi dell'intervento di Pera, che considera «uno sconfinamento di campo», è poi il segretario radicale Daniele Capezzone: «La seconda carica dello Stato è venuto meno ai suoi doveri di imparzialità e si è trasformato in un militante di parte». A puntare malignamente il dito contro i Ds è il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, per il quale, «il giudizio espresso da Fassino di non apertura e inciviltà rivolto a Pera è indirizzato in realtà a Rutelli e ai settori della Margherita a lui vicini nonché all'Udeur, che hanno votato la legge e oggi coerentemente la difendono». L'esponente di An è stato tra i primi, insieme a altri 40 di quel partito, ad aderire Scienza B- Vita. Comitato al quale hanno ora dato il loro appoggio Gianni Alemanno e Adolfo Urso. Intanto non tutto il mondo cattolico è compatto. E un nuovo appello critico verso l'astensione viene da don Gallo, animatore della Comunità del Porto di Genova, don Paolo Farinella e don Albino Bizzotto, fondatore dei Beati costruttori di pace e altri 18 preti. «Ponendo il problema fra chi è per la vita e chi no, si fa della legge un assoluto e la si trasforma in una verità di fede. In questo modo molti cattolici rimarranno nell'ignoranza e molti laici si contrapporranno con ancora più risentimento alla Chiesa per l'invasione indebita nella laicità dello Stato».

Luoghi citati: Genova, Roma