Immigrati, Viminale all'attacco

Immigrati, Viminale all'attacco PISANU CONTRO L'ALTO COMMISSARIATO DELLE NAZIONI UNITE PER I RIFUGIATI. «UNA CAMPAGNA DI VERITÀ'» Immigrati, Viminale all'attacco «Critiche calunniose da Onu e Strasburgo» GUido Ructoio ROMA Mastica amaro il ministro Pisanu, costretto a polemizzare (implicitamente) con l'Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati. Naturalmente sull'immigrazione clandestina e l'atteggiamento itabano sui richiedenti asilo. E non è la prima volta, ma ieri si è toccato il fondo. Ha aperto le danze l'Alto commissariato Onu con il suo portavoce Ron Redmond, che ha voluto smentire i dati precedentemente comunicati dal Viminale: «L'Alto commissariato ha appreso che i media italiani hanno riportato alcune statistiche fuorvianti sui tassi di riconoscimento delle domande d'asilo presentate in Italia, in base alle quale sarebbero state respinte il 920Zo delle domande. In realtà nel 2004 un totale del 51,50Zo dei richiedenti asilo ha ottenuto una qualche forma di protezione umanitaria». RepUca il ministero dell'Interno: «Con riferimento a voci ricorrenti, gli uffici competenti confermano nel triennio 2002-2004 le domande presentate nel nostro Paese sono risultate infondate nel 920Zo dei casi». Se non fosse per i precedenti, le punzecchiature a distanza tra l'Alto commissariato e il Viminale potrebbero essere archiviate. E invece quello che è accaduto in questi giorni è in perfetta continuità con il passato, con le campagne «critiche» dell'Alto commissariato - ricordate la vicenda della Cap Ana- mur, la nave con 37 clandestini sequestrata nel luglio scorso a Porto Empedocle? - per la gestione italiana delle espulsioni e dei rimpatri forzati in Libia. Campagne «critiche» che, amplificate da sponde politiche e mediatiche, sono state vissute dagli uomini del Viminale come vere e proprie «calunnie» per le quali chiedere giustizia in un'aula di tribunale (ma non lo si può fare). Il vero sospetto del Viminale - e solo così si spiega la decisione del ministro dell'Interno, Beppe Pisanu, di non incassare più senza reagire - è che la campagna «calunniatrice» dell'Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (sostenuta da sponde politiche e di movimento), condizioni implicitamente il comportamento delle istituzioni europee e l'orientamento perplesso dei governi e delle opinioni pubbliche nazionali. Per un voto. cinquantuno a cinquanta - ricordano al Viminale - il Parlamento europeo approvò il 14 aprile scorso, una risoluzione su Lampedusa molto critica nei confronti dell'Italia. «Il Parlamento ritiene che le espulsioni collettive di migranti verso la Libia da parte delle autorità italiane costituiscano una violazione del principio di non espulsione e che le autorità italiane siano venute meno ai loro obblighi intemazionali». Sempre nella risoluzione si sottolinea che la Corte europea dei diritti dell'uomo, il 6 aprile scorso, ha chiesto all'Italia «di trasmettere informazioni sulla situazione a Lampedusa». E sempre la Corte di Strasburgo, il 10 maggio scorso, ha accolto un ricorso di 11 cittadini bloccando, in attesa della decisione (che non potrà essere che negativa perché i ricorrenti non hanno esaurito tutte le possibilità di ricorso in Italia) il loro rimpatrio in Libia. Proprio ieri uno degli undici ricorrenti, Abdelghani Soucri, ha confessato di non essere palestinese ma marocchino e ha chiesto di rinunciare alla domanda di asilo per poter rientrare a casa «per gravi motivi personali». Parlamento europeo. Corte europea dei diritti dell'uomo. Due spine nel fianco del governo italiano. Pesano le critiche «calunniose». Ecco perché il ministro Pisanu ha deciso di passare all'attacco, di promuovere nei prossimi giorni una «campagna di verità». Ieri, il vicepresidente della Commissione Uè, Franco Frattini, ha annunciato che la Uè è pronta a concedere aiuti anche finanziari alla Libia, per la gestione degli immigrati illegali rimpatriati se Tripoli rispetterà i diritti umani. Il 2 e 3 giugno si svolgerà il Gai, la riunione dei 25 ministri Uè dell'Interno e della Giustizia. Si discuterà anche della cooperazione Uè con la Libia, in materia di immigrazione. Forse, dal prossimo mese il problema libico non sarà più soltanto italiano. Questa campagna condizionerebbe l'orientamento dei governi dell'Ile e dell'opinione pubblica nei confronti dell'Italia Immigrati in coda per chiedere il permesso di soggiorno

Persone citate: Abdelghani Soucri, Beppe Pisanu, Franco Frattini, Pisanu, Ron Redmond