Pacchi bomba a Torino e Modena: la firma è anarchica di Lodovico Poletto
Pacchi bomba a Torino e Modena: la firma è anarchica UNA GIORNATA DI TENSIONE Pacchi bomba a Torino e Modena: la firma è anarchica Mei capoluogo piemontese lievemente ferita una vigilessa. Illesi due colleghi Lodovico Poletto TORINO La bomba è arrivata con la posta del mattino. Plichi e buste, tutti uguali, tutti destinati ai vigili della sezione ottava, in via Saluzzo 26: quartiere San Salvarlo, crogiuolo multietnico all'ombra della Mole, ed emblema della difficile strada verso l'integrazione. Un sottufficiale addetto ai servizi ed una coUega dell'infortunistica, hanno iniziato ad aprirli. Stanza numero quattro, al fondo del corridoio. Sul phco esplosivo - una busta imbottita, di colore giallo, di queUe per le spedizioni postali - non c'è niente di sospetto, o di anomalo. Sul retro anche il mittente: identità di fantasia, dicono adesso alla Digos, con indirizzo di Milano. «I nomi non erano evocativi, non c'era niente che potesse far pensare alla trappola», assicurano gli investigatori. La donna lo ha aperto, lungo la linea di strappo, convinta contenesse un portafoglio: capita spesse che qualcuno che h ritrova li spedisca alla pohzia municipale. E' stato un attimo. Dalla busta, con vm sibilo fortissimo, è uscita una fiammata, che l'ha investita di striscio. D'istinto lei ha scaraventato tutto sul tavolo; a terra sono cascati una manciata di bulloni. Altri due vigili hanno versato sul pacco fumante un secchio d'acqua. La donna è rimasta leggeremente ferita: qualche bruciatura, ma niente di grave. Illesi tutti gh altri. «Era una trappola», dice il comandante della polizia municipale. Mauro Famigh. Una trappola che ha il marchio di fabbrica delle frange dell'anarchia insurrezionalista. Che rimanda alla bomba inviata, sempre ieri, al Cpt di Modena, e rivendicato dalla Fai, la Federazione anarchica informale. Se ci fosse bisogno di conferme si trovano nella rivendicazione di quest'ordigno, che fa riferimento a «tre immigrati morti a Torino». Tre immigrati, settimane di tensione e una bomba, che chiude il cerchio e svela matrice, ragioni della scelta dell'obiettivo e l'humus nel quale è maturata l'azione. Per comprendere, però, bisogna fare due passi indietro. Il primo ad un anno fa: al 24 novembre. Durante i controlli che la pohzia municipale fa nelle soffitte occupate di clandestini, a meno di un isolato dalla sede della sezione ottava, una ragazza marocchina, fugge sui tetti. Ha 19 anni, è clandestina, non vuole farsi fermare. Scivola sulle tegole, cade in strada e muore. Si chiamava Latifa Sdairi: il suo nome è nella rivendicazione. Secondo passo indietro all'11 maggio. I carabinieri, in una operazione antispaccio al parco del Valenti- no, inseguono un pusher senelagelese. Lui scappa gettandosi nelle acque del Po: lo fanno sempre per evitare l'arresto. Ma stavolta il giovane annega. Stessa notte, una pattuglia della Pohzia, in borghese, blocca un'auto con 4 immigrati. Sanno che hanno in carico di droga. Uno di loro fa resistenza. Accidentalmente, ad un ispettore, parte un colpo che uccide l'im¬ migrato. Due giorni dopo, du- migrato. Due giorni dopo, du rante l'autopsia, gli troveranno nello stomaco decine di ovuli di cocaina. Si chiamavano rispettivamente Mamadou Diagne e Cheick Ibra Fall: sulla rivendicazione ci sono anche i loro nomi, sebbene storpiati. Pochi giorni ancora e a Torino iniziano le dimostrazioni di piazza. Prima una marcia. Poi, gh anarchici, lanciano al campa; pia contro i Cpt, le espulsioni e a «violenza» delle forze dell'ordine. La struttura di corso Brunelleschi è nel mirino. Durante la prima manifestazione, che finisce con lancio di pietre, appare un lenzuolo con la scritta: «Carabinieri, pohzia, vigili urbani: Assassini». Parallelamente, nel quartiere di San Salvarlo appaiono scritte contro i vigili, contro i Cpt, contro la polizia. Ieri è arrivata la bomba: che per fortuna non è esplosa, ma che avvelena il clima e contribuisce ad accrescere la tensione. A far temere un'altra stagione di pacchi esplosivi, come nel 1998. Negh uffici Digos di via Grattoni, per tutto il giorno, si fanno riunioni, accertamenti, verifiche. Il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, parla di «strategia nazionale»: «Se la regia fosse tutta torinese, la situazione sarebbe meno preoccupante. In una giornata in cui si è colpito Torino, ma anche Modena, è difficile non vederci una strategia più vasta». E intanto arrivano telefonate, messaggi di solidarietà a vigili e forze dell'ordine: «Mantenete alta la guardia». Nel mirino il comando di polizia urbana nel quartiere San Salvarlo Nella rivendicazione il riferimento a tre immigrati morti L'ordigno è arrivato con la posta dentro una busta gialla imbottita Il sindaco Chiamparino «Una strategia nazionale» 'MÈ^Lh ' IM i Ili . '-M i.--'''-- i 9 1 GII artificieri nella sede del comando di polizia
Persone citate: Chiamparino, Fall, Latifa Sdairi, Mamadou Diagne, Mauro Famigh, Mei, Sergio Chiamparino
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