Una mano spinge la Fiorentina verso la B di Guglielmo Buccheri

Una mano spinge la Fiorentina verso la B BOSETTI CHOC ZAURI «PARA» SULLA LINEA SU JORGENSEN, L'ARBITRO NON LO VEDE Una mano spinge la Fiorentina verso la B La furia di Della Valle: tutto il mondo ha visto questo scandalo. Il sindaco Domenici: partita da rigiocare Guglielmo Buccheri ROMA Chi si aspettava che i fratelli Della Valle, dopo il pomeriggio di fuoco dell'Olimpico sparassero contro il Falzzo del calcio è rimasto deluso. Almeno per adesso. La Fiorentina si ritrova ad un passo (o, forse più) dal precipitare in B anche per colpa di un difensore (Zauri) che si improvvisa portiere e, con la mano, accompagna oltre la traversa la saetta vincente di Jorgensen dopo il legno colpito da Miccoli. Un episodio che spacca in due la sfida (siamo a metà del primo tempo suU'l-l), ma che arbitro e guardalinee ignorano senza attenuanti. «Il direttore di gara è stato preoccupante, quello che è accaduto è uno scandalo. Tutto il mondo ha visto il fallo di mano del giocatore della Lazio che andava espulso con la concessione del rigore per noi. Mi pare un po' troppo...», così Diego Della Valle, patron della squadra viola, ieri, per la prima volta al seguito della truppa Zoff in trasferta. «Firenze non merita la B e - riprende il discorso Andrea Della Valle, fratello del signor Tod's e presidente del club - in B, ancora non ci siamo. Quello che è successo lo voglio chiamare svista, clamorosa, ma svista. Zauri è stato più bravo come portiere che come difensore e, ora, negli spoghatoi i miei ragazzi più giovani stanno piangendo. Di Livio dice che parlerà dopo la sfida di domenica con il Brescia? Lo faremo anche noi». Chi parla, e subito, è il sindaco di Firenze, Leonardo Domenici: «So che Rosetti è un ottimo arbitro e una persona perbene, dovrebbe ammettere l'errore tecnico in modo che il risultato non sia omologato e la partita possa essere rigiocata. Lo sbagho è talmente palese che potrebbe falsare un'intera stagione». All'Olimpico, Lazio e Fiorentina va, dunque, in archivio fra i veleni. Zoff e la sua truppa guardano il campo e ogni riflessione non può che avere nel caso-Zauri il suo punto di incontro. Rosetti, ma soprattutto il suo assistente Pisacreta, si ritrovano soli in un pomeriggio che li boccia senza appello. Zoff commenta: «Non capisco come un arbitro possa chiedere spiegazioni a un giocatore della squadra che sta guadagnando qualcosa dalla sua decisione. Invece Rosetti si è rivolto a Giannichedda per capire se c'era stato il fallo di mano. Ma Giannichedda è della Lazio». Le immagini del dopo-gara si soffermano su Zauri che si tocca la testa come a dire «l'ho mandata in calcio d'angolo senza usare le mani» mentre i giocatori toscani non riescono a darsi pace. «Tutto il mondo ha visto, mi pare un po' troppo», ripete il patron gigliato con Di Livio che minaccia di scomodare chissà cosa a fine stagione. Ora, per i viola (in clima di calcio-mercato in molti avrebbero scommesso su una Fiorentina minimo da piazzamento Uefa) diventa indispensabile fare bottino pieno domenica contro il Brescia e sperare in incroci favorevoli da campi come Lecce (c'è il Parma), Siena (al Franchi sbarcherà l'Atalanta già retrocessa) e Bologna (gli emiliani sfideranno la Sampdoria) per raggiungere la salvezza diretta (ci vorrebbe un miracolo) o, il traguardo dello spareggio. Il pomeriggio dell'Olimpico lascia, però, senza spumante anche la Lazio, sebbene per i biancocelesti il futuro (la permanenza in A) sia destinato, comunque, al bello. Di Canio e soci non sono ancora salvi per la matematica, ma solo un rovescio clamoroso potrebbe spingerli allo spareggio. Tradotto: la Lazio dovrebbe perdere a Palermo e, in contemporanea, il Brescia vincere a Firenze, il Siena battere l'Atalanta, il Chievo vincere o pareggiare a Roma, il Bologna battere la Sampdoria e il Parma uscire vittorioso da Lecce. «Tireremo le somme fra una settimana quando la stagione sarà finita. Possiamo ancora qualificarci per l'Intertoto o, uscendo dalla prime otto, essere costretti a giocare la prima fase della coppa Italia. Ad altri scenari - così il presidente biancoceleste Claudio Lotito - non voglio pensare». OLIMPICO FATALE PER IL GUARDALINEE PISACRETA Ieri il mani di Zauri, a marzo il rigore contro Dellas Oltre all'arbitro Rosetti, è il suo assistente di destra Narciso Pisacreta a non vedere il mani di Zauri. L'Olimpico, quest'anno, è stato un campo fatale per le decisioni del guardalinee salernitano. Sabato 5 marzo, di sera, non vide Cannavaro segnare in fuorigioco il primo dei due gol (a uno) con i quali la Juve superò la Roma. Non segnalò un rigore dì De Rossi su Cannavaro e la posizione di fuorigioco di Ibrahimovic nell'azione che si concluse con il contestato rigore di Dellas su Zalayeta.