Un crollo annunciato, dopo 39 anni

Un crollo annunciato, dopo 39 anni Un crollo annunciato, dopo 39 anni L'ex presidente Spd: la gente non ha più fiducia in noi reportage Manna Verna inviata a DUESSELDORF LO spumante era in fresco da sabato, pronto per essere stappato. E già mezz'ora prima della chiusura dei seggi nel quartier generale della Cdu saltano i tappi: gli exit poli segreti annunciano la sconfitta socialdemocratica. Juergen Riittgers, il candidato che da mesi tutti i sondaggi davano vincente con largo margine, ancora venerdì invitava però alla cautela . E se il cuore rosso del Land avesse avuto un sussulto dell'ultima ora e quei due incerti su cinque fossero andati a votare Spd? A mezzogiórno però era già allegrissimo. E dopo aver deposto la scheda nel suo seggio, dichiarava ai 70 giornalisti che gli facevano ressa intomo: «Il mio umore è come il tempo di o^gi: pieno di sole». Per mostrarsi ai suoi in delirio aspetta però che il ministropresidente uscente ammetta la sconfitta. Alle 18 chiudono le urne e gli exit poli sono già pronti. Tutto avviene in tempi rapidissimi. Sono appena le sei e venti quando Peer Steinbruck sale sul palco del teatro di Duesseldorf che la Spd ha affittato per la serata e dice ai suoi sostenitori che con i musi lunghi lo stanno aspettando: «Ringrazio tutti gli uomini del partito per il lavoro fatto in questi 39 anni di governo del Land. Ringrazio tutti quelli che hanno lavorato con me in questa campagna elettorale: senza il vostro impegno la sconfitta sarebbe stata ancora più pesante. Non abbiamo più la fiducia della gente, è giusto che sia la Cdu ad andare avanti. Noi continueremo a lavorare per preparare le elezioni dei prossimi anni. Io riconosco e accetto il risultato di queste elezioni democratiche. Congratulazioni al vincitore». Resterà a capo dell'opposizione? gli chiedono i giornalisti. «Probabilmente no», risponde. Esce di scena così, tra gli applausi della sua gente sotto choc. Sotto un braccio ha la moglie, sotto l'altro la figlia Katarina. «E' felice di aver più tempo da trascorrere con suo marito?», chiede alla signora Gertrud qualche impertinente. Lei risponde ammiccando: «Vedremo se succederà. Rifatemi questa domanda tra un anno». Anche la figlia non si tira indietro. «Sono sempre stata orgogliosa di mio padre. E lo sono ancora». Steinbrueck toma al suo ufficio nella cancelleria. Ne esce dopo un'ora, solo: sulla scala mobile che scende dai piani alti ha il capo chino, in mano una cartella. Intanto sul palco del teatro qualcuno cerca di fare dell'ironia: «Non vogliamo vincere il campionato mondiale di quelli che si leccano le ferite. Animo!». Si tirano fuori le birre messe in frigo per annegare nell'alcol la rabbia e la delusione, ma la gente se ne va. Non è aria da party. Fuori la festa dei vincitori è assordante. Nel quartier generale della Cdu Rùttgers non arriva ancora. Ma nessuno scalpita. «Dopo 39 anni di attesa, mezz'ora più o mezz'ora meno non conta», elice una signora tutta rossa in viso, che canta in coro con gli altri: «Oh com'è bello, com'è beeelUcoool». Un pastore protestante suona con l'armonica a bocca il corale di Bach «Ringraziate tutti Dio», qualcuno si unisce, ma nel coro degli Alleluja le loro voci si perdono. Si accendono candele, si danza, si fa la ola. Finalmente arriva il nuovo ministro-presidente. Ci sono più di mille giornalisti da tutto il mondo, le guardie del corpo sudano sotto i riflettori e stentano ad aprirgli la strada. E' il delirio. «Juergen, Juergen». Tutti urlano, tutti voghono toccarlo. Lui non si scompone. «Oggi è una giornata meravigliosa - dice con la voce pacata di sempre -. E' fantastico quello che abbiamo fatto insieme. La gente voleva una cosa sola: cacciare i rossoverdi. Ci siamo riusciti. Adesso onoreremo il mandato di risollevare il NordReno-Vestfalia». Da Berhno arrivano via video le congratulazioni della presidente del partito. Angela Merkei: «Una storica vittoria per la Cdu. GU elettori ci hanno premiato con un risultato sensazionale, dando mandato a Juergen Ruettgers di guidare il nuovo governo e attuare una nuova politica che rianimi l'economia e combatta efficacemente la disoccupazione». Rùttgers ringrazia e scompare. La festa è della gente, lui brinderà lontano da qua, con la famiglia e i più stretti collaboratori. C'è anche un secondo vincitore della giornata, il partito liberale. Ma è una vittoria a metà: ha preso intorno al 6 per cento dei voti, entrerà nella coahzione di governo, ma ha comunque perso tre punti rispetto alle precedenti elezioni. Per questo nel ristorante italiano di Duesseldorf dove 350 notabili e sostenitori della Fdp si sono dati appuntamento con il loro presidente, l'ingresso di Guido Westerwelle è accolto con un applauso contenuto. «Il sei per cento è un po' pochino», gli fa notare qualcuno, sorseggiando deluso il suo spumante. Poi entra il leader locale con gli ultimi aggiornamenti. A lui sì che battono le mani. Da domani, è con lui che si ragionerà di posti e di incarichi. Il vincitore Rùttgers accolto con un tifo da stadio: «E adesso risolleveremo la regione» I supporter socialdemocratici si disperano guardando scorrere i risultati delle elezioni regionali

Persone citate: Angela Merkei, Bach, Guido Westerwelle, Juergen Ruettgers, Land, Manna Verna, Peer Steinbruck, Steinbrueck