E su Clementina la sinistra si scopre doppiopesista di Gabriele PoloGabriele PoloGiuliana Sgrena

E su Clementina la sinistra si scopre doppiopesista GRANDE MOBILITAZIONE PER LA SGRENA. NULLA PER LA CANTONI. E IL SINDACO DI ROMA: «OCCORRE ROMPERE IL SILENZIO» E su Clementina la sinistra si scopre doppiopesista Gabriele Polo: «È una colpa non averla sentita come nostra» Caruso: «Siamo stanchi e pare inutile convocare l'ennesimo corteo» Flavia Amabile ROMA Giuliana Sgrena fu sequestrata un venerdì mattina a Baghdad. Il sabato pomeriggio a Roma, vale a dire soltanto una trentina di ore più tardi, le prime fiaccole si radunavano su ima piazza del Campidoglio spazzata dal vento gelido di febbraio. Alla spicciolata arrivavano le due Simone, Bertinotti, Epifani, Pecoraro Scanio e molti altri. Sul palco Walter Veltroni, accanto a lui Pier Scolari compagno di Giuliana Sgrena. Tre mesi dopo. Clementina Cantoni viene sequestrata a Kabul. Il giorno dopo scendono in piazza le vedove della capitale afghana che la conoscono bene. In Italia, nulla. Nulla il giomo seguente. Al terzo giorno l'assordante silenzio inizia a trasformarsi in polemica. Dalla polemica alla mobilitazione il passo è breve, la prossima settimana infatti sono annunciate le prime fiaccolate. Lunedì a Roma, martedì a Milano: ma perché tanto ritardo? In realtà la tesi del ritardo e le polemiche scuotono soprattutto la sinistra. Gli altri pacifisti, quelh cattolici, respingono le accuse. H presidente nazionale delle Adi, Luigi Bobba, ad esempio, che ieri apriva a Benevento la marcia per «la riconciliazione e la pace», dedicata a Clementina Cantoni. «La nostra presenza alla marcia Benevento-Pietrelcina - precisa - deve anche servire a smentire le bugie di coloro che haimo sostenuto che noi, popolo della pace e della riconciliazione, siamo stati silenti di fronte al rapimento di Clementina Cantoni in quanto la ragazza, non avendo appartenenze politiche, non avrebbe meritato attenzione. Mentre camminiamo verso Pietrelcina, paese natale di San Pio non possiamo non legare il nostro pensiero a Clementina Cantoni, come a tutti i volontari che, a migliaia, in ogni parte del mondo, rischiano la vita per i valori della libertà, della pace, della vita e del pane». Don Luigi Ciotti, cne partecipò allo sciopero della fame per Giuliana Sgrena, racconta di aver fatto «in piccolo» già qualcosa. «Nelle celebrazioni di questi giorni ho sempre invitato alla preghiera per Clementina Cantoni. E il pensiero della giovane sarà al centro della messa di domani (oggi n.d.r.). Parteciperemo alla manifestazione di martedì e faremo tutti i gesti che possano avere un significato nel rispetto della famiglia e della trattativa. Mi auguro però che presto possano esserci voci più forti della mia». Anche don Ciotti ha infatti notato il diverso clamore suscitato dai due sequestri. Tre, i motivi. «La grande confusione di voci che non ci permette di capire quel che sta accadendo. Secondo: la Cantoni non appartiene a ima Ong itahana. Terzo: Giuliana Sgrena era una giornalista e aveva dietro di sé un giornale che è stato abile nel mobilitare e tessere una rete». Don Oreste Benzi, presidente dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIn e sempre in prima linea in molte battaglie, accusa chi agisce «sull'onda dell'emozione e non della convinzione» e promette tutto il suo impegno nella manifestazione che organizzerà il 4 giugno a Roma, a piazza del Popolo. «Parleremo di fecondazione assistita ma, se Clementina Cantoni sarà ancora nehe mani dei rapitori, useremo i mass-media per lanciare un forte appeUo. La difesa della vita è un valore. Sempre». Insomma, qualcosa si muove. Anche se piano. Il Manifesto da giorni lanciando appelli per sollecitare i pacifisti. Senza troppi giri di parole Gabriele Polo, il direttore, parla di «colpe della sinistra». Quah? «Di non aver sentito Clementina come propria, di non aver dato subito al sequestro ima connotazione politica. Un grave errore perché Clementina era lì per la pace dunque per difendere un valore die appartiene alla sinistra. Purtroppo ha prevalso una sottovalutazione della situazione afghana considerata pacificata e dunque il sequestro è stato classificato come un episodio criminale, non politico». E anche chi lo aveva considerato politico ha tentato di giustificarsi con un «siamo stanchi e ci sembra inutile convocare l'ennesima manifestazione». Parole di Francesco Caruso, leader dei Disobbedienti, che hanno suscitato non poco sconcerto all'interno della sinistra. Non è per nulla stanco, ad esempio. Paolo Cento che vuole impegnarsi pet «costruire ora una forte mobilitazione» e ricorda come - oltre al Manifesto - Giuliana Sgrena avesse un sin¬ daco a sostenerla. «Un conto è Veltroni che ha subito organizzato manifestazioni e mobilitato i musulmani di Roma, un conto è Albertini». Lui, il sindaco, non entra nehe polemiche, attribuendo colpe o assumendosi meriti. Ricorda che «dopo la prima emozione intomo a Clementina non si è accesa la mobilitazione che si era manifestata in altri casi. Sappiamo tutti che mobilitazione e testimonianze di solidarietà hanno contribuito in modo determinante a salvaguardare la vita degli ostaggi e a favorirne la liberazione. Ora, dunque, «occorre rompere il silenzio sceso intorno alla sorte di Clementina Cantoni». Bobba, delle Adi «La nostra presenza alla marcia Benevento Pietrelcina deve anche servire a smentire le bugia di chi ci descrive silenti di fronte a questo rapimento» E si mobilitano anche Benzi e don Ciotti Gabriele Polo Giuliana Sgrena Paolo Cento Francesco Caruso