Domiciliari alla Bandii, ex br pentita di Fra. Gii.
Domiciliari alla Bandii, ex br pentita I MAGISTRATI DEL RIESAME DI BOLOGNA: HA UN FIGLIO IN TENERA ETÀ, NON PUÒ' FUGGIRE Domiciliari alla Bandii, ex br pentita ROMA Erano le 19.22 di ieri quando l'ex brigatista Cinzia BaneUi, la pentita che ha contribuito a sgominare le nuove Br, è uscita dal carcere di SoUicciano a Firenze. Era a bordo di un'auto del Gom (il Nucleo speciale di protezione della polizia penitenziaria) e teneva in braccio il figlio Filippo, nato il 5 marzo 2004 in un ospedale fiorentino. La presenza del bimbo non è secondaria in questa storia: fu perché era rimasta incinta e vedeva cambiare la sua vita, che nel 2003 decise di uscire dalle Br; fu in nome del figlio che portava in grembo, da detenuta, che decise di collaborare con i magistrati. Ed è sempre in nome del piccolo Filippo che la magistratura di Bologna ha stabihto di concederle gli arresti domiciliari: «L'esistenza di un fighe nella primissima infanzia, rende inverosimile l'ipotesi di fuga. La nascita di un figlio è stata una delle ragioni alla base della collaborazione ed è evidente che una scelta di clandestinità sarebbe impossibile da realizzarsi portando con sé un bimbo in tenera età». Cinzia BaneUi esce dal carcere, dunque. Curiosamente la decisione è declinata tutta al femminile. Protagoniste della giornata sono l'ex brigatista Cinzia BaneUi, l'avvocatessa Grazia Volo («E' andata come doveva andare. E' un provvedimento tecnicam nte ineccepibile e che ha valutato U cambiamento dall'estate scorsa ad adesso»), le magistrate Liviana Gobbi, Mery De Luca e Paola Passerone che hanno redatto un provvedimento. AI femminUe anche le proteste. Alma Petri, la vedova del pohziotto ucciso Emanuele, dice di «esser¬ ci rimasta male», aggiunge di avere provato «un tuffo al cuore» alla notizia». Olga D'Antona, da parte sua, che proprio ieri commemorava il sesto anniversario deU'omicidio del marito, si chiude in un gelido silenzio: «Non intendo commentare, non faccio dichiarazioni». Cinzia BaneUi, tecnico di radiologia neUa Clinica endocrinologica deU'ospedale CisaneUo a Pisa, aveva ammesso nei mesi passati il suo coinvolgimento aU'intemo delle Nuove Brigate Rosse, aiutando a ricomporre la tela dei rapporti intemi all'organizzazione. Nome di battagha: Compagna So. Per la sua partecipazione alla banda armata e per gh omicidi D'Antona e Biagi ha cumulato due condanne pesanti. A Roma, i pm romani Franco lonta e Pietro Saviotti avevano chiesto una condanna a 14 anni di reclusione; pena aumentata dal gup Luisanna FigUoUa che non ritenne di concederle le attenuanti per la sua dissociazione dalle Brigate Rosse né di accordarle gli arresti domiciliari. A Bologna, il gup Rita ZaccarieUo (altre due donne!) le affibbia 16 anni di carcere con le attenuanti generiche, ma senza il riconoscimento deUo status di pentita. Secondo U tribunale del riesame di Bologna «si deve rimarcare come la coUaborazione deUa BaneUi rappresenti la coerente prosecuzione di segnaU dissociativi già emersi in passato e cioè in regime di militanza attiva quando in diverse occasioni eUa ebbe ad anteporre le proprie personali esigenze familiari e lavorative a queUe proprie deU'organizzazione». E per l'appunto si toma al piccolo Fihppo. [fra. gii.]
Persone citate: Alma Petri, Biagi, Compagna So, D'antona, Grazia Volo, Liviana Gobbi, Mery De Luca, Olga D'antona, Paola Passerone, Pietro Saviotti
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