Ratzinger sul nazismo «condanna e perdono»

Ratzinger sul nazismo «condanna e perdono» IL PONTEFICE HA ASSISTITO AL FILM SULLA VITA DI WOJTYLA Ratzinger sul nazismo «condanna e perdono» «Come non leggere un disegno divino nel fatto che a un Papa polacco sia succeduto un Papa tedesco? Entrambi abbiamo dovuto conoscere, seppur su fronti avversi, la barbarie della seconda guerra mondiale» Marco Tosarti CITTA DEL VATICANO Ieri pomeriggio Benedetto XVI ha visto un film, «Karol, un uomo diventato Papa», la pellicola girata pochi mesi prima che Giovanni Paolo II venisse a mancare; mercoledì scorso Papa Wojtyla avrebbe compiuto ottantacinque anni, e assistere alla proiezione è stato un altro modo per il Pontefice di rendere omaggio al suo vecchio amico. L'opera di Giacomo Battiate comincia con immagini dirompenti, l'esodo da Cracovia di Karol e di suo padre, in una fiumana di profughi, verso Est, per sfuggire all'avanzata nazista; e il ritomo, poco dopo, di fronte alla proditoria invasione sovietica da oriente. In questo contesto drammatico matura la decisione di Karol di diventare sacerdote, e di iniziare un cammino concluso in San Pietro poco più di un mese fa. «Come non leggere alla luce di un provvidenziale disegno divino il fatto che sulla cattedra di Pietro, ad un Pontefice polacco sia succeduto un cittadino di quella terra, la Germania, dove il regime nazista potè affermarsi con grande virulenza, attaccando poi le nazioni vicine, tra le quali in particolare la Polonia?» si è chiesto ieri sera, alla conclusione della pellicola papa Ratzinger. «Entrambi questi Papi in gioventù - seppure su fronti avversi e in situazioni differenti - hanno dovuto conoscere la barbarie della seconda guerra mondiale e dell'insensata violenza di uomini contro altri uomini, di popoli contro altri popoli» ha poi detto. Joseph Ratzinger adolescente fu obbligato insieme agli altri seminaristi a prestare servizio nella contraerea prima, e in un battaglione di lavoro in fanteria dopo. Benedetto XVI ha ricordato quanto accadde in Polonia sotto l'occupazione nazista, e in particolare ha citato «la repressione del popolo po¬ lacco e il genocidio degli ebrei. Si tratta di atroci crimini che mostrano tutto il male che racchiudeva in sé l'ideologia nazista. Scosso da tanto dolore e tanta violenza, il giovane Karol decise di imprimere una svolta alla propria vita, rispondendo alla chiamata divina al sacerdozio». Ha lodato il film, che «presenta scene ed episodi che, nella loro crudezza, suscitano in chi guarda un istintivo moto di orrore e lo spingono a riflettere sugli abissi di nequizia che possono nascondersi nell'animo umano». E ha concluso con un appello: «La rievocazione di simili aberrazioni non può non ravvivare in ogni persona di retto sentire l'impegno a fare quanto è in suo potere perché mai più abbiano a ripetersi vicende di così inumana barbarie». Papa Ratzinger ha tenuto a sottolineare quanto Giovanni Paolo II ha scritto del secondo conflitto mondiale, definendolo «un suicidio dell'umanità. Ogni volta che un'ideologia totalizzante calpesta l'uomo, l'umanità intera è seriamente minacciata. Col trascorrere del tempo, i ricordi non devono impallidire; devono piuttosto farsi lezione severa per la nostra e per le future generazioni. Abbiamo il dovere di ricordare, specialmente ai giovani, a quali forme di inaudita violenza possano giungere il disprezzo dell'uomo e la violazione dei suoi diritti». Il compito attuale, ha detto Benedetto XVI, è quello di operare «a servizio di una decisa azione di pace in Europa e nel mondo intero». Perdonando, certo, ma non dimenticando. «Nulla può migliorare nel mondo se il male non è superato, e il male può essere superato solo con il perdono. La comune e sincera condanna del nazismo, come del comunismo ateo, sia per tutti un impegno a costruire sul perdono la riconciliazione e la pace». Prima della proiezione Benedetto XVI ha assistito, nell'Auletta Paolo VI, alla cerimonia di conferimento a suo fratello, monsignor Georg Ratzinger, dell'onorificenza «Croce d'onore austriaca di prima classe per la scienza e l'arte» attribuita al fratello maggiore del Pontefice, esperto di musica sacra, «per i suoi stretti legami culturali e sacerdotali con la Repubblica Austriaca». Benedetto XVI applaudito dalla folla entra nella sala Paolo VI per assistere al film su Karol Wojtyla

Luoghi citati: Cracovia, Europa, Germania, Polonia