E 'o sindaco fa l'attore nei «Sottanos»

E 'o sindaco fa l'attore nei «Sottanos» MICHELE EMILIANO, PRIMO CITTADINO DI BARI, IN UNA FICTION CHE FA IL VERSO Al «SOPRANOS» E 'o sindaco fa l'attore nei «Sottanos» Jacopo lacoboni E che c'aveva lui meno di Schwarzeneggei? Muscoli no, spalle larghe nemmeno, niente, semmai qualcosa in più, 'o pilo, barba e petto villoso: allora ciak, diventi attore come Arnold, governatore della California, è diventato politico. Michele Emiliano, sindaco di Bari, sarà domani protagonista di una fiction su Telenorba. In America I Sopranos, in Puglia I Sottanos. Oh, meraviglie della politica duemila. Talvolta è persino più divertente osservarle su scala, si fa per due, minore. Perché è qui che la politica del tramonto delle ideologie dà il meglio. Per dire, chi non vorrebbe essere amministrato da politici così fantasiosi e aperti all'interazione disciplinare, così pronti oltretutto ad aprire le grigie porte della politica alla modernità, i nuovi costumi e l'etica che ne consegue? Nessuno, e infatti da Bari segnalano entusiasti la notizia del politico che s'è fatto attore. Michele Emiliano forse non aveva neanche presentissima la geniale lezione di Ronald Reagan, che da attore di medio livello divenne grandissimo presidente. Ma gli po¬ trebbe persino accadere di fare il cammino inverso, e assurgere dunque alla gloria di celluloide. Le premesse ci sono. La sit-com sulla quale ci sintonizzeremo impazienti domani alle 20,20 si chiama I Sottanos, e già la parodia in salsa barese dei Sopranos basterebbe a renderla immortale per la stessa ragione per cui amiamo Ultimo tango a Zagarolo con Franco e Ciccio. Senonché nei Sottanos il sindaco di centrosinistra interpreta una parte di sindaco-decisionista assai simile a come viene descritta la sua attività reale a Bari, dove minaccia anche di guidare ronde notturne anti-parcheggiatori in città: ammesso che a questo punto tra realtà e finzione vi sia una qualunque differenza. Tutto pare identico, e in effetti l'attore (il politico) Emiliano confessa: «Non ho notato nessuna differenza rispetto alla realtà, in fondo sono stato me stesso. Mi sono attenuto allo spirito della trasmissione, ma non posso dire altro perché la puntata non è andata ancora in onda»». Tanto vale accendere la tv. La scena è un «sottano» nel cuore della città vecchia. Lo abita la famiglia Malacarne, clan di spicco del mondo criminale locale, in lotta per il controllo del territorio. Combatte lì una guerra che ha già lasciato sulla strada centinaia di vittime quando il capofamiglia muore e nella vacatio, come in ogni periodo di transizione, rad succedere di tutto. Qui i quattro igli si riuniscono, e iniziano a capitarne delle belle. A Telenorba non dicono di più, figurarsi, «non vorrà mica guastare la sorpresa, dottò». L'autore della fiction è Gennaro Nunziante, già sceneggiatore con Alessandro D'Alatri, e poi anche attore in Casomai (il film con Fabio Volo). E lui che ha coinvolto il sindaco. Regista è Vito Capuano, protagonisti, oltre a Emiliano, facce di comici abbastanza noti in Puglia, da Nico Salatino a Gianni Colaiemma. Ma quello che conta di più sono i personaggi, caratteri tra sceneggiata e tammurriata nera, e allora c'è il figlio piccolo del boss, c'è il fratello cocainomane schizzatìssimo che ne appoggia i traffici illeciti, la sorella maggiore che accorda gli animi della famiglia, il regista sbandato che produce filmetti coi soldi dei traffici neri... Tutti a scannarsi per questioni di soldi ed eredità, dopo la morte del padre. Che ci fa lì in mezzo 'o sindaco? Risolve problemi come l'Harvey Keitel di Tarantino, o forse è quello che imitava Emiliano; vai a sapere. Realtà e finzione si indistinguono: e a Barinonèneanche la prima volta, se tutti ricordano con commozione un predecessore dell'attuale sindaco, la socialista Daniela Mazzucca, che finì dentro una telenoveia, l'indimenticata Filomena coza depurata, sulla quale abbiamo mosso passi indispensabili della nostra educazione alla politica. Il sindaco di Bari Michele Emiliano

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