la vittoria in Sidlia chiude il chiarimento nel Polo di Marco Follini

la vittoria in Sidlia chiude il chiarimento nel Polo I VERTICI DELLA CASA DELLE LIBERTÀ SMORZANO I TONI E PUNTANO TUTTI A SOTTOLINEARE I MOTIVI DI COESIONE la vittoria in Sidlia chiude il chiarimento nel Polo Tramonta l'ipotesi cambio di leadership per le politiche ROMA L'effetto del voto di Catania sulla maggioranza è che il «caso Berlusconi» verrà rinviato all'autunno. Prima di allora (e forse nemmeno dopo) nessuno proverà a forzare il chiarimento col premier per ottenerne l'abdicazione. Gli oppositori hanno preso atto che il Cavaliere ha marcato un punto in suo favore, sarà lui stesso a sceghere come e quando mettere le carte in tavola. Toni distesi da Pier Ferdinando Casini, che prima di partire ieri mattina per le Americhe s'è rallegrato al telefono con l'amico Silvio del buonissimo risultato siciliano. Fair play da Marco Follini, il quale ha rilasciato di buon'ora una dichiarazione di rara sapienza democristiana dove si sostiene che «tutti i partiti di centrodestra hanno contribuito al successo» e si promette un «decisivo e responsabile contributo al rilancio dell'alleanza». Un contributo a rasserenare gli animi è giunto pure da Berlusconi medesimo. Il quale, per ima volta, ha preferito smorzare ogni polemica. Si pensava che, ritornando nel primo pomeriggio a Roma da Arcoie, avrebbe rilasciato commenti trionfalistici; invece è entrato nel portone di Palazzo Grazioli senza pronunciare parola. Poi s'era sparsa la voce che avrebiie ripètuto ,im serata il blitz a Ballarò, come all'indomajoi^delle Regionah, stavolta per ricévere gli allori: falso allarme. In televisione è andata Stefania Prestigiacomo, Berlusconi ha preferito una cena con lo stato maggiore di Forza Italia per varare in fretta i nuovi, organigrammi del suo partito. Inutile dire che la tentazione di stilare un bollettino di vittoria è stata forte, tra i suoi qualcuno l'ha suggerito, ma stavolta il premier ha saputo resistere. «Non c'è bisogno», è stata la risposta, «perche parlano i numeri, parlano le cifre, parlano i dati...». E a chi proponeva di infilzare gli infedeli con lo spadone, il Cavaliere ha opposto un ragionamento magnanimo che Paolo Bonaiuti, il portavoce, riassume così: «E' l'unione delle forze a farci vincere, sarebbe sbagliato ricominciare a dividerci». Con il passare delle ore, peraltro, Berlusconi è sempre più convinto di avere scansato un trappolone. «Era già pronto il pasto dell'avvoltoio», gli hanno detto i luogotenenti durante la cena, e lui ha convenuto: «Sì, su Catania è stato sollevato un grande polverone, c'è stata una speculazione mediatica incredibile. Per fortuna, siamo riusciti a sventarla». Di che si tratti, l'ha dichiarato pubblicamente Fabrizio Cicchitto, numero due del partito: «A Catania è stata tentata una singolare e inquietante operazione... Attraverso il martellamento di sondaggi falsi s'è cercato di costruire a tavolino un risultato elettorale, e da esso si è provato a imbastire ima manovra pohtica nazionale che avrebbe dovuto portare alla crisi del governo Berlusconi e alle elezioni anticipate, gestite da un governo solo apparentemente tecnico. Il risultato elettorale ha bloccato questo disegno». E' una dietrologia condivisa in altri settori della maggioranza. Il repubblicano Giorgio La Malfa, ad esempio, sostiene che l'opposizione «non può superare il test del programma» poiché è impossibile mettere insieme le idee di Rutelli con quelle di Bertinotti. Questa è la ragione, secondo il ministro repubbUcano, «per cui la sinistra voleva le elezioni anticipate: così non avrebbero avuto tempo per elaborare un programma» su cui dividersi. Insomma, sarebbe stato messo in piedi un tentativo di aggiramento ad ampio raggio che ha fatto leva sulle tensioni tra Berlusconi e gli alleati, con la regìa di circoli editoriali vicini all'opposizione. Ora Berlusconi è intenzionato a ripetere lo schema-Catania in tutt'Italia. Basta viaggi all'estero, l'unica spedizione oltre frontiera sarà il 26 maggio a Istanbul, ma solo per assistere alla finale rossonera della Champions League. Tra qualche giorno il premier tornerà in Sicilia per mostrare che i problemi dell'Isola non sono per lui acqua passata, nonché a rinsaldare il rapporto con Raffaele Lombardo e Totò Cuffaro. Verso i quali è doppiamente grato per avergli regalato una vittoria ai. novantesimo «nella quale nemmeno Fini credeva, anzi mi ripeteva che sarebbe stato un disastro». Ma soprattutto per aver prosciugato con le loro liste autonomiste il bacino elettorale dell'Udo. «Ora anche Follini», se la ridevano ieri in via del Plebiscito, «ha le sue belle spine nel fianco». [u. m.] Berlusconi evita di attaccare gli «infedeli» e di esaltare la vittoria «Non è necessario perché parlano le cifre» Il premier Silvio Berlusconi con il vicepremier Gianfranco Fini Il leader dell'Udo Marco Follini

Luoghi citati: Catania, Istanbul, Italia, Roma, Sicilia