Rapita a Kabul un'operatrice umanitaria italiana
Rapita a Kabul un'operatrice umanitaria italiana STAVA RIENTRANDO A CASA DOPO UNA GIORNATA DI LAVORO Rapita a Kabul un'operatrice umanitaria italiana Clementina Cantoni, 32 anni, responsabile locale di Care International Andrea di Robiiant ROMA Erano le cinque e mezzo del pomeriggio ieri a Kabul e stava tornando a casa dopo una giornata di lavoro, aveva appena accompagnato a casa una collega canadese. Viaggiava nell'auto della sua organizzazione, con il suo autista. Era tranquilla: non aveva ricevuto minacce. Ma all'improvviso, in una via trafficata di Kaibul, l'auto è stata fermata da una Toyota bianca. Quattro malviventi armati sono usciti, l'hanno trascinata fuori dalla sua auto, caricata a forza nella Toyota e poi sono partiti a gran velocità. E' sparita così Clementina Cantoni, 32 anni, milanese, responsabile dell'ufficio di Kabul dell'organizzazione umanitaria Care International. Aveva festeggiato il compleanno con amici appena l'altro ieri e si apprestava a tornare in Italia per una visita dopo aver trascorso più di tre anni in Afghanistan, occupandosi in particolare di un programma specifico per l'assistenza alla vedove di guerra. Le vie principali della città sono state immediatamente sigillate dalla polizia afghana, che ha disseminato posti di blocco lungo le strade di ingresso e di uscita. Jamil Khan, capo del dipartimento per indagini criminali, si è limitato a dire che «la polizia sta lavorando duramente per cercare di arrivare a qualche buona notizia». Paul Barker, uno dei direttori di Care International, ha precisato che l'auto sulla quale viaggiava Clementina aveva appena lasciato a casa un'altra impiegata dell'organizzazione. «I quattro uomini erano armati di Kalashnikov», ha aggiunto, «e hanno spaccato il finestrino dell'auto, poi hanno gridato all'autista di non muoversi perché altrimenti avrebbero sparato». Le autorità locali sono ancora in attesa di un contatto con i rapitori e allo stato non è chiaro perché abbiano scelto di catturare proprio Clementina Cantoni. Interpellate da «La Stampa» ieri sera subito dopo che si era diffusa la notizia del rapi¬ mento, alcune sue colleghe che la conoscono bene ne hanno parlato con toni entusiastici, definendola «una ragazza molto semplice, gran lavoratrice, e soprattutto dolcissima». Barker ha confermato che nessuna richiesta di riscatto è ancora pervenuta a Care International. Tra le varie ipotesi che facevano ieri sera gli inquirenti non si escludeva quella del terrorismo islamico. Ma è anche possibile che il rapimento rientri nell'ambito di lotte tra diverse fazioni afghane. O che si tratti di un rapimento a scopo di scambio. A Roma, la Farnesina si è messa subito in contatto con la famiglia di Clementina a Milano. Diversi leader politici hanno espresso la loro solidarietà, ma Roberto Calderoli, ministro per le Riforme, ha anche espresso le sue perplessità per la presenza della Cantoni a Kabul. «Quando ci si trova in zone così a rischio - ha detto - è meglio se ci sono solo operatori con un mandato preciso e che nessun'altro persona sia presente. Altrimenti si mette a rischiò la vitéP'di coloro che devono adoperarsi a risolvere questo tipo di situazioni, com'è accac^uto nel caso di Calip*ari». La situazione della sicurezza a Kabul è deteriorata negli ultimi tempi, tanto che la settimana scorsa erano scoppiati violenti incidenti che avevano lasciato nove morti nella strade della capitale. Proprio Care International ha pubblicato nei giorni scorsi un rapporto sull'insicurezza nella quale gli operatori della Qng sono costretti a lavorare («Ngo Insecurity in Afghanistan»). Eppure Clementina Cantoni non aveva avuto alcun problema finora. La sua attività principale a Kabul è quella di gestire il programma HAWA (Assistenza umanitaria per le vedove in Afghanistan) messo in piedi da Care. «Abbiamo concentrato gli sforzi in quattro quartieri della città, quelli più danneggiati dai decenni di guerre che hanno segnato la storia di questo Paese», ha spiegato di recente a un giornale canadese. Express Parole. Viaggiava con l'autista L'auto è stata bloccata e la donna trascinata su una Toyota da quattro uomini armati Nessuna rivendicazione né richieste di denaro Calderoli: «La presenza in zone pericolose mette a rischio la vita delle persone come Calipari» Una zona della capitale afghana devastata dai bombardamenti
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