Non sì ferma la «rivolta del Corano»

Non sì ferma la «rivolta del Corano» DOPO LE RIVELAZIONI DI NEWSWEEK: A GUANTANAMO PROFANATO IL LIBRO Non sì ferma la «rivolta del Corano» Dall'Afghanistan a Gaza bandiere Usa bruciate in piazza Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Cresce la protesta antiamericana nel mondo musulmano contro la presunta dissacrazione di libri del Corano nel centro di detenzione di Guantanamo. In Afghanistan ieri vi sono state otto vittime in quattro città, portando il bilancio complessivo della settimana ad almeno 15 morti in quella che è diventata la maggiore mobihtazione contro gli Usa dalla caduta del regime dei taleban nel novembre 2001. Il ministero dell'Interno di Kabul ritiene che die¬ tro i moti di piazza vi siano «gruppi pohtici legati al passato regime che tentano di riguadagnare terreno», ma i tentativi di sedare i disordini sono finora falliti e la folla in alcune località ha assaltato stazioni di polizia ed edifici pubblici. Gh scontri più duri sono avvenuti a Jalalabad, dove vi sono stati quattro morti, incluso un poliziotto. A scatenare la piazza è stato un articolo del magazine «Newsweek» nell'edizione del 9 maggio nel quale si citano verbali di un'inchiesta militare a Guantanamo - la base americana sull'isola di Cuba dove sono detenuti circa 500 miliziani di Al Qaeda - in cui si racconta di almeno un episodio in cui soldati Usa hanno gettato nella toilette un testo del Corano mentre in altri casi il libro sacro dell'Islam sarebbe stato messo nelle toilette per convincere i prigionieri a collaborare negh interrogatori. Iniziata in Afghanistan, la protesta ha raggiunto il Pakistan, dove l'opposizione islamica ha portato i fedeh in piazza a Islamabad, Labore, Peshawar, Quetta, Multan e Karachi. Sebbene non vi siano stati disordini, i toni dei sermoni del venerdì sono stati molto duri. «Insultando il Corano gli americani hanno sfidato la nostra fede - ha detto lo sceicco Hafiz Hussain Ahmad in una moschea della capitale pakistana - se non ci solleviamo contro di loro oggi, lo faranno ancora». Ci sono state proteste contro Washington anche in Arabia Saudita, in Libia, in Iraq - dove alcuni imam di Baghdad si sono detti indignati - e in Indonesia mentre l'Organizzazione della conferenza islamica - che riunisce le 57 nazioni musulmane - ha emesso ima formale condanna e nella Striscia di Gaza centinaia di attivisti palestinesi di Hamas hanno inscenato una manifestazione anti-Usa gridando «Proteggiamo il libro sacro». Di «estrema collera» hanno parlato i fratelli musulmani egiziani, confermando che è in corso la mobihtazione dei principali gruppi fondamentedisti, uniti nella richiesta di ottenere le «scuse» da Washington per l'offesa arrecata all'Islam. L'amministrazione Bush tenta di smorzare la tensione inviando segnah rassicuranti. Il Segretario di Stato, Condoleezza Rice, parlando di fronte al Congresso ha affermato in una lunga dichiarazione scritta che «non vi sarà alcuna tolleranza nei confronti di chi ha mancato di rispetto al Corano», promettendo «indagini approfondite per verificare se le accuse fatte sono fondate» e quindi di puni¬ re severamente gh eventuali responsabili. Il capo degh Stati Maggiori congiunti, generale Richard Myers, ritiene tuttavia che quanto sta avvenendo in Afghanistan abbia ben poco a vedere con l'articolo di «Newsweek»; «Siamo di fronte al tentativo di gruppi organizzati di indebolire l'autorità del nuovo governo» ha affermato dal Pentagono. Il Segretario di Stato Condoleezza Rice ha promesso «indagini approfondite» LA RABBIA DELL'ISLAM " Dall'inizio delle manifestazioni anti-Usa in Afghanistan sono almeno 15 le vittime, 8 solo ieri u In Pakistan, a Islamabad centinaia di musulmani integralisti in piazza, bruciate bandiere statunitensi e foto di Bush al grido di «morte all'America».: Proteste anche a Karachi e Labore " Migliaia di palestinesi simpatizzanti di Hamas hantvy, marciato per le strade del campo profughi di Gatì^M in quello di Jabalya, dove sono state date alle fiamme bandiere a stelle e strisce e con la stella di David, e a Hebron m Centinaia di musulmani hanno manifestato l pacificamente a Giakarta, la capitale dell'Indonesia a Al Cairo, in Egitto, i Fratelli musulmani hanno espresso «estrema collera», chiedendo pubbliche scuse a Washington * In Iraq gli Imam hanno denunciato l'episodio durante la preghiera del venerdì

Persone citate: Bush, Condoleezza Rice, Gatì, Hussain Ahmad, Richard Myers