Nel dossier segreto dei miracoli anche la guarigione di un bimbo

Nel dossier segreto dei miracoli anche la guarigione di un bimbo SONO DECINE I CASI RACCOLTI PRIMA DELLA MORTE Nel dossier segreto dei miracoli anche la guarigione di un bimbo retroscena ROMA ERA mercoledì 6 aprile. Giovanni Paolo n era morto da quattro giorni e da una quarantina di ore via della Conciliazione e gh immediati paraggi si erano trasformati nella Mecca dei cristiani. Mentre i pellegrini attendevano, pazienti, di arrivare davanti alla salma di Woityla qualcuno già parlava di beatificazione. Anzi, iniziava senza alcuna remora a fare campagna. Era la parrocchia di S. Antonio di Pisticci, provincia di Matera. Poche ore dopo la morte aveva già fatto dare alle stampe un santino, un pezzetto di carta rettangolare: da un lato l'immagine di Giovanni Paolo n, dall'altro una preghiera per ottenere la beatificazione. Li distribuirono a mighaia nelle strade intomo a via della Concihazione, li lasciarono a mucchietti nelle cabine telefoniche, agh angoli delle strade. Furono i primi, ancora senza volto. Due giorni dopo, ai funerah, vennero allo scoperto. A quel punto erano già una folla, munita di striscioni divenuti famosi: «Santo subito!». Il punto esclamativo non è un semplice ornamento ortografico, ma un segno preciso della volontà popolare, una volontà dal tono quasi imperioso. La fama di santità è uno dei requisiti indispensabili per avviare il processo di beatificazione. E santini e striscioni si fecero strada tra i pellegrini a san Pietro con la prepotenza di una decisione che il mondo aveva già preso e che la Chiesa doveva limitarsi a ratificare. Ieri, la risposta: Woityla non avrà bisogno di attendere che trascorrano cinque anni dalla morte come un qualsiasi beato, ma rientra nella ristretta cerchia dei superbeati, quelli che hanno diritto ad una corsia privilegiata. Perchè da anni in Vatica¬ no giungevano segnalazioni di suoi miracoh. Lettere, messaggi, storie. Initahano, inglese, francese, spagnolo, polacco. Negh ultimi dieci anni si erano moltiplicati, creando un dossier-miracoli segreto almeno quanto era voluminoso. Soltanto ora iniziano a filtrare voci più precise. Sarebbero mighaia. Come i sanimi e gh striscioni, hanno avuto un molo decisivo nella parte iniziale, cioè per accelerare l'avvio della beatificazione. Da questo momento in poi quel che conta sono i miracoh compiuti dopo la morte, nel frattempo vale la pena ricordare alcuni dei casi più incredibili già inseriti nel dossier. Il primo lo ha raccontato il segretario personale di Woityla, monsignor Stanislao. Era la fine degh anni Novanta. Un americano così ricco da poter viaggiare con il medico al seguito, giunse a Roma e chiese di essere presente alla messa privata in Castel Gandolfo di Giovanni Paolo IL Le sue condizioni apparivano gravi, tumore al cervello all'ultimo stadio. Era di religione ebraica ma volle lo stesso ricevere la comunione. Poche ore dopo il tumore era completamente scomparso, racconta monsignor Stanislao. C'è poi il caso di un giovane sacerdote anche lui gravemente malata di cancro. Lottare senza troppo successo contro la malattia. Operato, imbottito di morfina per non avvertire il dolore, continuava a svolgere la sua missione. Un mattino partecipò a una messa presieduta da Woityla. Una preghiera del papa - racconta Bruno Forte, arcivescovo di Chieti - e in quel momento il prete è completamente guarito con la scomparsa completa cu ogni segno della malattia». Vive in Messico Heron Badillo, oggi ventenne, che quando aveva cinque anni fu colpito dalla leucemia. Non mangiava più, non aveva più capelli pe ria chemioterapia. Il 5 gennaio 1990 a Zacatenas Giovanni Paolo II lo baciò sul capo in piena piazza. Il piccolo guarì nel giro di poche settimane senza alcun bisogno di cure. C'è Kados, indiano. Confuso fra la folla dei pellegrini per vedere il corpo di Giovanni Paolo n, aveva atteso dodici ore in fila per ringraziare di essere guarito da un forte trauma alla schiena che gh impediva di' camminare. C'è un bambino ricoverato nell'ospedale pediatrico Gaslini nel 1985 che guarisce subito dopo averincontratoilPapa. C'èil cardinale Francesco Marchisano che si era risveghato completamente muto dopo un intervento alla carotide. Un giorno Woityla lo invitò a pranzo. Gh andò vicino, lo accarezzò a lungo vicino alla carotide e disse: «non ti preoccupare, guarirai presto». Dopo pochi giorni riprese a parlare regolarmente. C'è il caso di una donna cieca dalla nascita giunta in udienza pubblica nella sala Nervi. Dopo aver baciato la mano di Woityla riacquistò la vista. Giuseppe Montanaro aveva sei anni quando fu vittima di una violenta crisi respiratoria. Migliorò all'improvviso dopo giorni e giorni di sofferenza. Era la sera del 2 aprile, la sera in cui Woityla morì. Il nostro elenco si ferma qui, ma il dossier continua ancora per molte pagine. Un'immagine di Giovanni Paolo II

Luoghi citati: Castel Gandolfo, Chieti, Matera, Mecca, Messico, Pisticci, Roma