Bush in piazza Rossa per la vittoria di Putin di Maurizio Molinari

Bush in piazza Rossa per la vittoria di Putin LE CELEBRAZIONI NON HANNO CANCELLATO I DISSENSI Bush in piazza Rossa per la vittoria di Putin Ma subito dopo vola a Tbilisi per inneggiare alla libertà Maurizio Molinari inviato a TBILISI Al mattino a fianco di Vladimir Putin per assistere da alleato ed amico alla sfilata sulla Piazza Rossa di simboli, divise e glorie dell'Unione Sovietica, in serata nelle strade della città vecchia di Tbilisi che lo accoglie come una sorta di protettore dalle ingerenze di Mosca. Non passano neanche dieci ore fra i due momenti di tenore opposto della giornata, del presidente americano, George W. Bush, impegnato a tenere assieme il pragmatismo della difficile alleanza con Putin e l'idealismo dello slancio teso a promuovere la democrazia nelle nazioni dell'ex Urss, dal Mar Baltico alla Bielorussia, dal Caucaso all'Asia centrale, lungo i confini della Russia. Sono le 10 del mattino, ora di Mosca, quando Bush prende posto al fianco del capo del Cremlino non lontano dal mausoleo di Lenin. Completo blu e cravatta rossa fiammante (solo un poco più chiara di quella di Putin) il presidente fa di tutto per mostrarsi a proprio agio di fronte ad una Piazza Rossa che si riempie progressivamente di veterani, marinai, carristi e paracadutisti che innalzano i vessilli con falce e martello della scomparsa Unione Sovietica intonando canzoni patriottiche. Il linguaggio del corpo vuole trasmettere simpatia ed amicizia con la Russia. Quando George W. e la First Lady Laura incontrano al centro della piazza Vladimir e la moglie Lyudmila entrambe le coppie abbassano gli ombrelli in segno di saluto. Più volte i due leader, sempre fianco a fianco, si scambiano sonisi e battute da vecchi amici. Lo sguardo di Bush tradisce un'incertezza solo quando Putin saluta le truppe ricevendo in cambio un triplice grido di «hurrà» che scuote l'aria. Ma è la solennità che tiene banco quando, poco dopo, entrambi depongono corone d'alloro sul monumento al milite ignoto dell'Armata Rossa. Per il presidente americano che persegue1 «la fine della tirannia nel mondo» come dice il consigliere per la Sicurezza nazionale Stephen Hadley - nonché reduce dall'aver dichiarato a Ri¬ ga appena 48 ore prima «oramai sepolti gli accordi di Yalta» può sembrare una stridente contraddizione trovarsi in prima fila alla celebrazione della vittoria di Josif Stalin, nelle vesti di amico del cuore di Putin. Anche perché il tutto culmina in un pranzo al Cremlino nel quale viene a trovarsi nella stessa sala con Aleksandr Lukashenko, il presidente della Bielorussia da lui considerato «l'ultimo dittatore d'Europa». Ma il texano Dan Bartlett, consigliere per la comunicazione della Casa Bianca, spiega che «non c'è motivo di vedere contraddizioni perché Bush è qui per celebrare il grande sacrificio fatto dal popolo russo per sconfiggere il nazismo ma anche per afferma¬ re i comuni principi, valori e programmi di libertà e democrazia che uniscono Stati Uniti e Russia». Come dire: sul piano storico l'America rende omaggio agli oltre 27 milioni di russi che diedero la vita per abbattere il Terzo Reich mentre su quello della politica l'intesa resta forte con la Russia post-sovietica, nonostante l'accumularsi delle tensioni bilaterali. Tuttavia, quando dieci ore dopo - alle adirerà ora. di Tbilisi - Bush arriva nel cuore della Georgia accolto dal. . presidente Mikhail Saakashvili, che sulla Piazza Rossa non è voluto andare, sembra trasformato: raggiante in volto saluta la folla che lo abbraccia nella città vecchia e torna a vesti¬ re i panni del «freedom fighter», il combattente per la libertà, che gli sono più congeniali in attesa di rivolgersi oggi dalla Piazza della Libertà ad un pubblico che è stato preannunciato in almeno centomila persone. Dietro il doppio volto di Bush c'è la convinzione del Segretario di Stato, la cremlinologa Condoleezza Rice, che la maniera migliore per convincere Putin ad accettare le riforme inteme come i anche la pr-esenzai-di, Stati democratici lungo i confini sia quella di rassicurare la Russia, payclaBL.ftJLsaiQre ^ questa sterminata nazione inviando segnali di amicizia e simpatia in tale quantità da allontanare quello spettro dell'accerchiamento che nel corso della Storia ha spesso portato il Cremlino a commettere errori ed orrori. Da qui l'accento messo dalla Casa Bianca sulle «incredibili sofferenze del popolo russo», le indiscrezioni fatte trapelare sulla visita di Bush nella cappella privata costruita nella dacia di Putin, il basso profilo scelto sull'incontro con gli esponenti della società civile russa ed anche la gestione di un dossier incandescente come la perdurante presenza delle.,.ba^ij mjlitarir, di Mosca in Georgia: nell'incontro a tu per tu di domenica sgj;a,iipri?sidjHi1tfi,ara(jricario ne ha chiesto il ritiro senza peli sulla lingua, ma in cambio ha assicurato che non ne farà cenno pubblicamente durante la visita a Tbilisi.