dal Mammo al papà passando per Batman di Stefania Miretti

dal Mammo al papà passando per Batman MRS DOUBTFSRE E' TORNATO AL LAVORO. uCOSASÌACAMI SULFRONTE dal Mammo al papà passando per Batman Stefania Miretti Che fine avrà poi fatto Mrs. Doubtfire? Per il regista che volesse cimentarsi in un sequel, dodici anni dopo, del film benissimo interpretato da Robin Williams, questa è ima delle trame possibili: Daniel è tornato al lavoro decisamente rimotivato, è sempre molto legato ai suoi figli e vorrebbe essere più presente nelle loro vite; ora è sua moglie Miranda - che continua a lavorare ma non ha avuto la promozione che forse meritava - ad occuparsi dei ragazzi, con qualche eccesso di zelo (potrebbe essere scambiato per invadenza) dovuto al senso di colpa che ancora l'attanaglia per averli un po' trascurati in quelle due settimane del lontano '93, quando la famiglia andò in crisi e Chris Columbus girò il suo film. In occasione della nascita del quarto figlio, frutto tardivo del ritomo di fiamma con Miranda, Daniel avrebbe potuto usufruire della nuova legge sul congedo parentale: ci ha pensato su, ma alla fine non se l'è sentita. D'altronde, Mrs Doubtfire era un uomo, e i produttori cinematografici non leggono il futuro nella sfera di cristallo: «Mammo per sempre» s'è rivelato un sottotitolo accattivante, ma leggermente avventato. D'altronde anche Tony Blair, dopo una promettente partenza da Mammo con l'ultimo nato Leo, ha avuto ben altre grane da affrontare, e pochissimo tempo libero. Si può dire, oggi che per estensione sarebbe un po' anche la loro Festa? I Mammi non ci sono più. Sembrava una figura sociale emergente, invece era solo uno spot. Il tempo di mettere in commercio un nuo¬ vo trekche pio ca, di un sospiro davanti alla foto del fusto a torso nudo che stringe tra la braccia il piccohno avvolto nel pullover di cachemire. Di tanta vogha di tenerezza, di tante campagne : jubblicitarie risultate inutili no, gli uomini, anche dopo aver generato, non perdono la testa per un frullatore ancorché accessoriato), quel che rimane sono gran belle reclame d'automobih. La famiglia che cresce è sempre stata un buon motivo per cambiare auto, in effetti. Ma se in un giorno qualunque ci si avventura nel traffico cittadino, si vedranno soprattutto dorme al volante che scorazzano tre-quattro figli, propri e di altre dorme autiste con le quali si danno il cambio; così come alle riunioni scolastiche, che i presidi si ostinano a fissare alle quattro del pomeriggio, orario unisex in quanto difficile per chiunque svolga un'attività lavorativa, si trovano tuttora eserciti di marnine: benché ci sia sempre un padre decisionista tra i candidati alle elezioni per il consiglio di classe. Se invece Mrs Doubtfire e sua moglie Miranda avessero avviato le pratiche di divorzio, le cose sarebbero andate in tutt'altro modo. Daniel o^gi sarebbe il leader di un'associa- zione di padri separati, tipo l'angloamericana «Fathers 4 Justice», avrebbe aperto un sito internet e si batterebbe per l'approvazione della legge sull'affido congiunto: pronto anche a incatenarsi davanti al Municipio, alle brutte, per poter passare più tempo con i suoi bambini. Già, perché se il Mammo ha fatto il suo tempo, avanza una nuova figura - più maschia - di Papà Militante, organizzato e rivendicativo: crescono in tutta Europa l'associazionismo maschile, i movi¬ menti d'opinione, i centri di auto-aiuto per uomini che in questi anni di separazioni difficili e di grave conflitto tra i sessi, si sono visti fortemente limitare nei loro diritti-doveri (soprattutto nei diritti) di assistenza alla prole, e non di rado ridurre alla mera funzione di padri Bancomat, erogatori una volta al mese di un assegno di mantenimento. Se il vecchio Mammo veniva colto dalle doglie in sala parto e aveva una tecnica tutta sua, senza dubbio mighore, per affrontare il cambio del pannolino, il nuovo Papà Militante sfila in corteo, aderisce ad associazioni che si chiamano «Dads Army» o «La brigata dei papà», scrive lettere ai giornali, qualche volta - è accaduto a Londra come a Roma - si traveste da Batman per meglio perorare la sua causa, legge manuali che s'intitolano «The New Dad's Survival Guide», dove la parola survival probabilmente ha un suo perché. Soprattutto lotta per l'affido congiunto: una battaglia di civiltà che molte donne condividono, sperando nell'ordine: che si sbaglino quegli avvocati che sentono puzza di bruciato e rischi d'inasprimento dei conflitti; che la buona pratica della condivisione si attesti su percentuali superiori a quelle dei congedi parentali. Lì, infatti, le cose vanno ancora maluccio: gli uomini italiani che hanno usufruito dei permessi per stare accanto al pupo (legge 53) sono circa il 180Zo (un po' di più al Sud, decisamente di meno nel ricco Nord-Ovest); quando tocca ai padri a rimanere a casa, poi, il tempo del congedo risulta dimezzato, cosa che non necessariamente attesta una maggiore efficacia delle cure erogate. Ma una buona notizia c'è, da festeggiare in occasione della Festa della Mamma: l'elaborazione mascL ie sulla paternità risulta essere oggi più ricca e vitale di quella, un po' ferma tra lamentazione e delirio d'onnipotenza, condotta dalle donne intomo alla maternità. Per l'editoria europea è vero boom (Germania ed Inghilterra in testa) di testi scritti da uomini per gli uomini. Su Internet, i forum di discussione al maschile spuntano come funghi, sui rotocalchi nascono le prime rubriche di posta per lui. E non è un caso che in Italia l'ultimo Festival di Sanremo l'abbia vinto Renga, con una canzone dedicata alla figlia appena nata e una tesi un po' alla buona, ma più convincente di tante altre: persino il migliore dei padri possibili ha bisogno dell'aiuto di un angelo custode. Già, perché dopo la stagione del Mammo, e presto superata, si spera senza troppi sconquassi, quella dei mantelli da Batman, è tempo di rivalutare i padri alla Renga. Che tra i più giovani esistono, sono in aumento, ma vanno un po' scoperti. «Vedo una nuova, bella generazione di papà capaci e bravi ai quali volentieri vengono affidati i figli, e molte madri disattènte che veleggiano tra discoteca e carriera», confida un noto avvocato (donna) che opera nel campo del diritto di famiglia, «L'ultimo caso che ho affrontato è di pochi giorni fa: un papà con orario di lavoro normale, molto dedito ai bambini e un po' normativo, portato a fissare delle regole, è stato ritenuto più idoneo di una mamma operaia con turni, che concede tutto per non avere seccature». Si è deciso per l'affido congiunto, con domiciliazione dei piccoli a casa del padre. Gli uomini sono più distratti, sembrano meno capaci, ma spesso quando si comincia ad approfondire si scopre che fanno un sacco di cose. A volte sono le perizie ad aprire gli occhi ai giudici». stefanla.miretti@lastampa.it Forum, siti Internet boom di manuali scritti da uomini per gli altri uomini e rubriche di posta per lui. Ma in pochi approfittano della legge che estende i congedi per accudirei pupi L'eogmaonrotnoSadecopo

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