Un anno per abbattere il dittatore dì Minsk
Un anno per abbattere il dittatore dì Minsk IL PRESIDENTE HA LANCIATO LA «RIVOLUZIÓNE BIANCA» PER ASSEDIARE MOSCA CON REGIMI DEMOCRATICI Un anno per abbattere il dittatore dì Minsk La Bielorussia, «ultima tirannide d'Europa», è nel mirino degli Usa anàlisi dall'inviato a RIGA NELLE due ore di summit nel Castello di Riga sono state gettate le basi della «Rivoluzione Bianca», ovvero il sostegno ad un non-violento cambiamento di regime in Bielorussia in occasione deUe presidenziali del 2006. Sono quattro le ragioni per cui George W. Bush vuole ripetere a Minsk il successo delle altre rivoluzioni pacifiche avvenute nell'ex Urss: «delle rose» in Georgia, «arancione» in Ucraina e «viola» in Kirghizistan. La prima motivazione della Casa Bianca ha a che vedere con la direzione di marcia che il presidente ha fissato per la politica estera Usa nel XXI secolo pronunciando il discorso di insediamento del 20 gennaio, quando indicò l'obiettivo strategico della fine di tutte le rimanenti dittature. E non a caso Condoleezza Rice insediandosi al Dipartimento di Stato incluse Minsk negh «avamposti della tirannia». In secondo luogo l'assedio diplomatico alla Bielorussia serve a Bush per consolidare il legame con le nuove democrazie dell'Europa ex-sovietica allargando gh orizzonti della partnership euroatlantica all'intero emisfero settentrionale, includendo dunque anche la Russia. Come suggerisce uno studio della Heritage Foundation, roccaforte del pensiero conservatore di Washington, «il compito di Bush è spiegare alle nuove generazioni dell'Est perché gh Stati Uniti saranno in futuro i loro migliori alleati proprio come avvenuto in passato con i genitori e nonni». Ci sono inoltre le molte ricadute sul fronte della guerra al terrorismo perché Aleksandr Lukashenko è considerato da feluche ed intelligence Usa una sorta di Kim Jong II europeo in miniatura, implicato in traffici illegali di armamenti con l'Iraq di Saddam e la Libia di Gheddafi nonché potenziale alleato di qualunque gruppo nemico degli Stati Uniti alla ricerca di una testa di ponte nel Vecchio Continente. Le tre repubbliche baltiche, la Polonia e l'Ucraina sono invece giovani democrazie che non hanno esitato a sostenere Bush nella guerra al terrorismo, inviando soldati in Afghanistan e in Iraq. L'ultimo, ma non per importanza, motivo che muove Bush riguarda l'impatto della crisi bielorussa sui rapporti con l'Unione Europea. È stato grazie all'intesa Usa-Ue che gli ucraini hanno potuto eleggere presidente Viktor Yushenko e ciò ha convinto la Casa Bianca della possibilità di cementare proprio nell'Europa ex sovietica il sostegno deU'Ue alla rivoluzione democratica globale, potendo recuperare così quella parte di popolarità e prestigio perduta a causa dei disaccordi sul rovesciamento del regime di Saddam. Resta da vedere quale sarà la reazione di Lukashenko ad un assedio tutto in crescendo: può tentare di resistere puntando sui legami moscoviti, reagire imbavagliando l'opposizione o gettare la spugna dopo 11 anni di governo. A Washington molti sono convinti che a decidere potrebbe essere Vladimir Putin. [m. mo.] I Presidente Aleksandr Lukashenko
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