Il Papa: la libertà ci uccidere è una tirannia di Marco Tosatti

Il Papa: la libertà ci uccidere è una tirannia L'OMELIA PER L'INSEDIAMENTO COME VESCOVO DI ROMA. «LA CHIESA DEVE OBBEDIRE ALLA PAROLA DI DIO CONTRO TUTTI I TENTATIVI DI ANNACQUAMENTO» Il Papa: la libertà ci uccidere è una tirannia «La vita umana è inviolabile dal concepimento fino alla morte naturale» Marco Tosatti CinA DEL VATICANO Il Papa «non è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge», e «su di lui incombe la responsabilità di far sì che questa Parola continui a rimanere presente nella sua grandezza e a risuonare nella sua purezza, così che non venga fatta a pezzi dai continui cambiamenti delle mode». Benedetto XVI ha preso ieri possesso della «sua» cattedrale. San Giovanni, come vescovo di Roma, e ha pronunciato un' omelia significativa per capire su quali linee vorrà indirizzare il suo pontificato, in materia di dottrina e di magistero. In continuità con il pensiero di Giovanni Paolo II ha ribadito il diritto-dovere dei vescovi, e in particolare del vescovo di Roma, che per questo è il Papa, di indicare che cosa credere. Interrotto più volte dagli applausi. Benedetto XVI ha detto che «dove la Sacra Scrittura viene staccata dalla voce vivente della Chiesa cade in preda alle dispute degli esperti». Certamente, ha aggiunto, ciò che gli studiosi «hanno da dirci è importante e prezioso; il lavoro dei sapienti ci è di notevole aiuto per poter comprendere quel processo vi¬ vente con cui è cresciuta la Scrittura» e capire così la sua ricchezza storica. Ma la scienza da sola non può fornirci una interpretazione «definitiva e vincolante»; e specialmente, ha detto il Pontefice, che è stato Prefetto della Congregazione della Fede, e teologo al Concilio Vaticano II, «non è in grado di darci, nell'interpretazione, quella certezza con cui possiamo vivere e per cui possiamo anche morire. Per questo occorre un mandato più grande, che non può scaturire dalle sole capacità umane. Per questo occorre la voce della Chiesa viva, di quella Chiesa affidata a Pietro e al collegio degli apostoli fino alla fine dei tempi». Sapeva di toccare un argomento dehcato. Benedetto XVI, che ha anche citato un brano della Scrittura in cui sono contenute le parole «Dominus Jesus», il titolo del documento in cui si riafferma l'unicità di Cristo come salvatore. «Questa potestà di insegnamento spaventa tanti uomini dentro e fuori della Chiesa. Si chiedono se essa non minacci la libertà di coscienza, se non sia una presunzione contrapposta alla libertà di pensiero. Non è così». Il potere conferito da Cristo a Pietro e ai suoi successori è, «in senso assoluto, un mandato per servire». Il Pontefice, ha sottohneato Benedetto XVI, «non deve proclamare le proprie idee, bensì vincolare costantemente se stesso e la Chiesa all'obbedienza verso la Parola di Dio, di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di annacquamento, come di fronte ad ogni opportunismo». A questo punto ha citato Papa Wojtyla, suscitando un applauso spontaneo: «Lo fece Papa Giovanni Paolo II, quando, davanti a tutti i tentativi, apparentemente benevoli verso l'uomo, di fronte alle errate interpretazioni della libertà, sottolineò in modo inequivocabile l'inviolabilità dell'essere umano, l'inviolabilità della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale. La libertà di uccidere non è una vera libertà, ma è ima tirannia che riduce l'essere umano in schiavitù». E' un accenno esplicito alle polemiche sia sulla fecondazione artificiale, sia a quelle sulle leggi che favoriscono l'eutanasia. Il Papa, ha continuato, «è consapevole di essere, nelle sue grandi decisioni, legato alla grande comunità della fede di tutti i tempi, alle interpretazioni vincolanti cresciute lungo il cammino pellegrinante della Chiesa». Uno scroscio di applausi papa Ratzinger l'ha provocato con le ultime frasi dell'omelia: «Cari Romani, adesso sono il vostro Vescovo. Grazie per la vostra generosità, grazie per la vostra simpatia, grazie per la vostra pazienzal In quanto cattolici, in qualche modo, tutti siamo anche romani». Ed ha aggiunto: «In quanto cattolici, in qualche modo, siamo tutti nati a Roma. Così voglio cercare, con tutto il cuore, di essere il vostro Vescovo, il Vescovo di Roma. E tutti noi vogliamo cercare di essere sempre più cattolici - sempre più fratelli e sorelle nella grande famiglia di Dio, quella famiglia in cui non esistono stranieri». A San Giovanni oltre a Pier Ferdinando Casini, c'erano Gianni Letta, Lamberto Dini, il sindaco di Roma, Walter Veltroni, che era stato ricevuto in mattinata dal Papa, il presidente della Provincia Enrico Gasbarra, il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo. Al loro fianco c'era anche Andrea Riccardi, presidente della Comunità di Sant'Egidio. Il Papa, contrariamente alla tradizione, non ha benedetto la folla dalla Loggia centrale ma dal portone centrale della basilica. Il Papa tra la folla: ieri ha preso possesso della sua cattedrale

Luoghi citati: Cina, Regione Lazio, Roma, Sant'egidio