Agli amici che non ci sono più

Agli amici che non ci sono più Agli amici che non ci sono più Mario Luzi, Giovanni Raboni, Giorgio Calcagno e il libraio Fontana: l'affettuoso ricordo della Fiera ARIO Luzi, Giovanni Raboni, Giorgio Calcagno, b l libraio Gianfranco Fontana. Quanti addu dolorosi, e come pesano certi vuoti improvvisi, neb'incerto procedere d'ogni giorno. Bicorderemo in Fiera questi amici e maestri, questi autori (nel senso deb'etimo latino: che ci aumentano, ci arricchiscono) non per sancire un congedo, ma rendere ancora più forte la loro presenza, la necessità del ricor- Poeta di lungo corso, Mario Luzi ha continuato ad esser giovane fino ai suoi 90 anni. Nel senso che non si è mai limitato ad amministrare i risultati raggiunti sin dagb Anni 40, ma si sempre messo in gioco, ha cercato e sperimentato senza tregua. Poeta plurimo, è stato definito, che ha attraversato stagioni diverse, se ne è arricchito e la ha modificate, che ha guardato in faccia le nefandezze deba Storia e le miserie del presente senza farsene schiacciare, opponendo ad esse l'accettazione dei doni deba vita. Lo ricorderanno Boberto Mussapi e Carlo Ossola (sabato 7, ore 21,30 in Sala Blu). Giovanni Raboni, traduttore eroico di tutta la Recherche proustiana, uomo che viveva b teatro come passione fredda, intelligenza tanto sensibbe e inquieta quanto mibtante, «di servizio», stilista raffinatissimo, Raboni parlava con una voce poetica dai toni attenuati, discreti, monologhi come appena sussurrati a se stesso, procedendo da minimi spunti quotidiani a sondare b mistero esistenziale, ma anche grandi temi morab, pobtici, civili. Esorcizzando con b suono e meditativo di un violoncebo solo la sconfitta che è di tutti: «O forse la febeità/ è solo degb altri, d'un altro tempo,Zd'un'altra vita e a noi non è possibbe/ che recitarla come viene viene/a soggetto, ostinandoci a inseguire/la Darle di noi stessi/ in un vecchio bizzarro canovaccio/senza capo né coda...» (domenica 8, ore 13,30 in Sala Rossa, con Andrea Cortebessa, Maurizio Cucchi e Patrizia Valduga, che gb fu compagna di vita). La sorridente modestia di Giorgio Calcagno era pari aba sua cultura profonda e mai esibita, aba sua finezza di narratore e poeta che aveva b rigore di un matematico e di un architetto, al suo humour che si esprimeva in esbaranti giochi di parole, epigrammi, calembours, aforismi che pungevano senza cattiveria, e piuttosto rivelavano per mano sua le portentose potenziabtà del linguaggio. Daba raffinatissima scacchiera narrativa di Dodici lei ab'ultima, intensa raccolta poetica II passo dei Franchi, puro cristabo, i libri di Giorgio, gran signore e amico generoso, dicono quanto la vera letteratura possa ampbare i nostri orizzonti. Chi scrive lo ricorderà sabato 7 abe 17,30 con Carlo Carena, Raffaele Crovi e Lorenzo Mondo (Spazio Autori A). Last not least, b «nostro» libraio Fontana, amico dei lettori e deba Fiera. Un libraio colto, sorridente, pieno d'iniziative, che riverberava sui libri b suo amore per la vita, e per b. quale organizzare in Fiera lo spazio destinato abe riviste o gb incontri con gb autori era anzitutto organizzare un'abegra festa in famigba. Dove un libro e un buon bicchiere andavano meravigbosamente d'accordo, com'è giusto che sia. Gb amici di Gianfranco si sono ritrovati per ricordarlo giovedì 5 abe ore 14, presso lo stand deba Città di Torino. Ernesto Ferrerò UN OMAGGIO CHE RENDE PIÙ' FORTE LA PRESENZA Dall'alto, in senso orario: Luzi, Raboni, Calcagno e Fontana

Luoghi citati: Torino