L'orgogliosa rivincita del meticcio di Claudio Gorlier

L'orgogliosa rivincita del meticcio L'orgogliosa rivincita del meticcio Il «postcoloniale», ovvero la reinvenzione dell'inglese in autori come Aslam e Les Murray, Dangor e Swarup LA folta pattuglia di scrittori di lingua inglese che parteciperà a uno dei progetti più originab e brillanti deba Fiera del Libro, Lingua Madre, offre un panorama ricco e variegato, in parte una vera scoperta per chi b ascolterà e, pensiamo, verrà indotto a leggerb. Il titolo dell'iniziativa rimanda a un fenomeno, è stato detto, di meticciato, definito correntemente «postcoloniale». Paradossalmente, tutti questi autori si avvalgono, padroneggiano, reinventano una lingua che originariamente è stata loro imposta dal colonialismo: ecco perché b sottotitolo del progetto, «le culture del mondo», include opportunamente un'affascinante varietà dì personaggi, di situazioni, di pulsioni, che abbracciano più di un continente. Nel suo fondamentale volume «Nazione e narrazione», Homi K. Bhabha, indiano di Bombay ma da tempo docente universitario in Inghbterra, e che sarà tra gb ospiti, ha paragonato questa dimensione letteraria a Giano bifronte: «l'ambivalenza di linguaggio», egh scrive considerando l'influsso di quebo ancestrale sub'inglese riposseduto, «conduce a un discorso deba nazione». Altri scrittori non hanno esitato a definirsi, orgogliosamente, «bastardi» o, appunto, «meticci». Ecco due figure cruciab che vengono deb'Africa, e su cui varrà la pena di ritoniare: b romanziere e saggista somalo Nuruddin Parafa, esule per buona parte deba sua vita; b romanziere, saggista e drammaturgo sudafricano di colore Zakes Mda. Fine prosatore è un altro sudafricano, Achmat Dangor. Dab'Austraba arriverà Les Murray, recente vincitore del premio Mondebo, che b programma giustamente definisce «travolgente bardo», poeta di ampio respiro, profondamente radicato in un mondo, in una civbtà orgogbosamente alternativa, daba lirica all'epica: una personabtà davvero unica. Non poteva mancare con le sue suggestioni, i suoi misteri, la sua secolare arte di narrare, l'India. Qui davvero l'osmosi linguistica e queba senza tempo, mitica, si fondono. Anita Rau Badami, indiana che vive oggi in Canada, sa partire dal quotidiano, dai piccoli gesti, per rappresentare insieme conflitti e abbandoni, trasformando in simbolo la realtà quotidiana. A sua volta, Nadeem Aslam, come ha sottilmente osservato Alessandro Monti, che lo presenterà, su «Tuttolibri», ci offre «b sogno di un mondo e di un'eredità ormai smarriti», partendo dal favoloso e spesso tragico territorio del Pakistan, abe soghe deba vampata integrabsta o terrorista, neba prospettiva dislocante deba migrazione, con abe spabe, appunto, l'islamismo urdù, di fronte ab'integrazione, la sfida estrema. Vikas Swarup, altro romanziere talentuoso, gioca sull'impatto dei media, della televisione, per orchestrare vicende insieme picaresche e drammatiche. Chiudiamo con l'americano di matrice sudista e caraibica Madison Smartt Beb, con i suoi poderosi romanzi storici incentrati, ad Haiti sul leggendario Toussaint L'Ouverture, eroe e martire deb'indipendenza. Ce n'è davvero per tutti: accomodatevi. Claudio Gorlier Il poeta australiano Les Murray, Premio Mondello 2004

Luoghi citati: Canada, Haiti, India, Pakistan