Rivoltare Torino come un cappotto

Rivoltare Torino come un cappotto FIERA INTERNAZIONALE. DEL LIBRO -SOGNI- (E INCUBI) SOTTO LAMOLE Rivoltare Torino come un cappotto DIECI anni fa, nel 1995, di questi tempi stavamo preparando b «Canto per Torino». Era uno spettacolo, ma era soprattutto un sogno. Il sogno di un teatro per la città. Il sogno dì una città. Quando si prepara uno spettacolo si scrivono centinaia di pagine di testo. Poi si tagba. Il «Canto per Torino» durava più di due ore. Aba fine b copione era una cinquantina di pagine. Ne avevamo scritte più di cinquecento, quindi ne abbiamo tagbate nove decimi. Tra le pagine che abbiamo tagbato c'era questa. Vorrei farmi rivoltare b cappotto. Mi piace questo vecchio cappotto perché è pesante, ripara... E' comodo: io ci devo andare in macchina, in treno, guarda, non sì stropiccia mai... Sarà sentimentalismo, ma sai da quanti anni ce l'ho? L'avevo comprato usato, al Balon, dev'essere degb Anni Quaranta. Non è mica facbe trovare un cappotto che è b tuo cappotto! E adesso... Trovane un altro! Non è spborceria, è che... Dentro, se alzo la fodera, è ancora nuovo... Per diritto adesso è un po' spelacchiato, ne ha fatte dì battagbe... (l'attore indica una macchia sul cappotto che ha addosso) Guarda, questo è gelato... Me l'aveva spiaccicato... Eh, beh, io volevo scaricarla, e lei... Non mi ricordo neanche come sì chiamava... Ah, guarda, guarda, ancora gb schizzi di queba pozzanghera, e sì che l'avevo fatto lavare... Bastardi! Avere uU sasso, bobargb la macchina, cavolo come pioveva quel giorno. Eh... questo non era un giorno di pioggia, era un'alba, saranno state le quattro, le cinque, tornavo col Pendolino, tre ore di ritardo, che viaggio, non finiva più... Usciamo da Porta Nuova ed è l'alba, guarda... Che luce...(indicando un altro punto sul cappotto). Questa è la luce che filtra daba vetrata di San Fibppo Neri... E questa? Questa è la luce che cade daba cupola di San Lorenzo... Lo scalone debe forbici nell'atrio di Palazzo Madama... Questo è b cielo dì piazza Castebo queba mattina che partivo per la naja... ne son passati di anni... Il muragliene coperto digbeine sotto b gasometro la prima volta che... Il ponte di corso Bramante... questo è b crepuscolo debo stipendio a fine mese... La mattina che ho aperto la finestra abe Mobnette, quando hanno operato Cristina e io le ho passato la notte... Non voleva nessun altro... H tramonto crepuscolo ibividito dai nomi del Rondò deba Forca e del Cimitero degb impiccati... Pavese che guarda daba finestra deb'Hotel Roma le persone che sì affrettano, le forme che sì perdono e pensa che non l'opprime più b dovere di tradurle in parole... Perdono tutti e a tutti chiedo perdono... Non fate troppi pettegolezzi. Ma chi vuoi che ti rivolti un cappotto? Vorrei rivoltare questa città, mi sa che la polpa più dolce sta dentro. Perché io qui ci vedo solo le scorze: ma pensa, rivoltare Torino, vedere se tengono le cuciture, se la fodera è di buon taffetà o un volgare sintetico, se b filo è stato legato per bene o se sotto si vedono ancora le imbastiture. Perché ordinato b cappotto lo è, anzi, è decisamente elegante. Rivoltare questo cappotto sarebbe già tanto. C'è, vicino al banco spezie, tessuti e kajal, al Balon, da qualche tempo un omino come quebi che vedi per strada nebe città africane o in oriente ai mercati. Ha una Singer di quebe che non le voghono più nemmeno i rigattieri. Lui ci fa le riparazioni. A ritmo continuo e tranquibo, pedale e puleggia, rompe b filo coi denti, accorcia e allunga quebo che i connazionali sì comprano sui banchi deb'usato. Domani ci vado, e se riusciamo a capirci, vedrai che lui me lo rivolta, b cappotto. Gabriele Vacis capolavoro definitivo dell'architettura torinese: lo chalet svizzero in piazzale Valdo Fusi

Persone citate: Fiera Internazionale, Gabriele Vacis, Guarda, Singer

Luoghi citati: Roma, Torino