Il patto Schroeder-Putin riscrive anche il passato

Il patto Schroeder-Putin riscrive anche il passato SI CONSOLIDA L'ALLEANZA: POLITICA, BUSINESS, ENERGIA E NON SOLO Il patto Schroeder-Putin riscrive anche il passato Nell'intervista congiunta alla Bild il russo dice che «non fu l'Urss a dividere la Germania» e il cancelliere si dice d'accordo: «L'intera responsabilità è nostra» Marina Verna corrispondente da BERLINO Aveva già sorpreso il mondo dicendo che l'Olocausto è parte inscindibile dell'identità nazionale tedesca. Adesso il cancelliere Gerhard Schroeder va ancora oltre nell'ammissione delle colpe e, in una intervista congiunta con il presidente russo Vladimir Putin al quotictiano tedesco «Bild», dice: «La Germania porta la responsabilità storica della seconda guerra mondiale. È stata lei a scatenare uno dei peggiori conflitti nella storia dell'umanità. Anche se la nostra generazione non ha colpe dirette, noi portiamo la responsabilità per l'intera nostra storia». L'8 maggio è il sessantesimo anniversario della capitolazione tedesca - «giornata della liberazione per i tedeschi», l'ha definita Schroeder - e il 9 la Russia festeggerà, insieme ai leader di 52 Paesi, i sessant'anni della vittoria sovietica sulla Germania nazista. È in questo clima che è nata l'intervista congiunta. «La Russia, insieme agli alleati della coalizione anti-Hitler, ha liberato la Germania e l'Europa dal dominio nazista - ha detto Schroeder -. Il popolo russo ha dovuto pagare un enorme tributo di sangue». E Putin: «Se la popolazione civile in Germania ha sofferto durante la guerra, la colpa non è dell'Unione Sovietica né dell'Armata Rossa. Ouella guerra non l'ha cominciata l'Urss. I tedeschi sono stati, per molti aspetti, vittime della mancanza di responsabilità dei propri dirigenti. Sono stati avvelenati dall'ideologia nazionalsocialista e trascinati in una sanguinosa carneficina. Per milioni di semplici tedeschi quell'avventura militare rappresen- tò una tragedia personale». Schroeder non recrimina sulla divisione della Germania dopo la guerra: «Fu in definitiva la conseguenza della politica criminale di Hitler». Putin però nega che questo fosse un progetto sovietico: «In tutte le conferenze convocate dagli alleati, i leader dell'Urss si espressero a favore del mantenimento dell'integrità e dell'unità della Germania. Furono alcuni nostri alleati a mostrarsi contrari». Putin ha anche parlato del bombardamento di Dresda nel febbraio 1945: «Ancora oggi non riesco assolutamente a capire perché quella città dovesse essere distrutta. Da un punto di vista strategicomititare non ce n'era alcun bisogno». Dresda è la città in cui visse quand'era agente del Kgb nella Germania dell'Est, «a Dresda è nata mia figlia». L'intervista si chiude con una considerazione del cancelliere sulla ritrovata amicizia tra Berlino e Mosca: «È un miracolo che Germania e Russia, un tempo acerrime nemiche, oggi vivano come amici e partner in una situazione di buon vicinato. La generazione dei miei genitori e dei miei nonni non l'avrebbe mai potuto immaginare». Non è soltanto una riappacificazione ideale e politica. È anche un'intesa strategica nella grande partita che la Germania gioca per un suo seggio nel Consiglio di Sicurezza dell'Onu. E un grande business per entrambi i Paesi. Il 10 aprile Putin è stato l'ospite d'onore alla Fiera di Hannover - la più grande rassegna mondiale di tecnologia e innovazione - e ha tagliato il nasti insieme a Schroeder. In quella circostanza - ed era la ragione del suo viaggio n Germania - è stato perfezionato l'accordo per il gasdotto nord-europeo, da San Pietroburgo al Brandenburgo attraverso Lettonia, Lituania e Polonia: un'alleanza tra il monopolio russo Gazprom e il colosso della chimica tedesca Basf, stazioni di pompaggio russe e tubature tedesche per fornire 30 miliardi di metri cubi di gas all'Europa. Inizio dei lavori nell'autunno 2005, consegna prevista dicembre 2010. Un eccellente affare per Mosca, ma anche la dimostrazione della complicità con il cancelliere, che cerca alleati per la grande partita d'autunno all'Onu. I Paesi dell'Unione europea non gli perdonano il voltafaccia - correre per sé anziché per l'Ue - e cercheranno di bloccarlo in tutti i modi. Ma Schroeder si è già procurato nuovi amici. Putin, per esempio.