Malpensa ancora nel mirino Furti diy gioielli dalle spedizioni

Malpensa ancora nel mirino Furti diy gioielli dalle spedizioni OPERAZIONE DEI CARABINIERI: CINQUE ARRESTATI E 14 INDAGATI Malpensa ancora nel mirino Furti diy gioielli dalle spedizioni I colpi ai danni di una ditta di consegne che ha sede vicino allo scalo I procuratore: ma le ruberie stanno diminuendo dopo le ultime retate Paolo Potetti «La procura ha una continua attenzione verso l'aeroporto di Malpensa che è uno dei gioielli dell'Italia», dice il procuratore di Busto Arsizio, Antonio Pizzi. Una precisazione doverosa, visto che ancora una volta il magistrato si è trovato di fronte i cronisti, in conferenza stampa, per parlare di furti che hanno a che fare col grande scalo lombardo (e dintorni). Da quando è diventato «2000» sembra anche divenuto terreno di caccia preferito da ladri di ogni genere, da quelli delle valige agli specialisti dei container. Questa volta è toccato a una ditta di spedizioni che lavora con l'aeroporto: furti di preziosi diretti all'estero. «I ladri? Tengono duro ma anche noi teniamo duro, forse ora li abbiamo convinti», sostengono fiduciosi i pm Antonio Pizzi e Roberto Craveia. Per loro dopo le ultime operazioni in aeroporto «le ruberie» sarebbero fortemente diminuite. All'americana Fedex, teatro della penultima retata delle forze dell'ordine, gli ammanchi sono finiti. E anche i furti nei bagagli sarebbero diminuiti del 75 per cento, dopo le inchieste della procura. Quella di ieri è stata chiamata «Operazione champagne» perchè a mettere sulla pista giusta i carabinieri sono state le tante «magnum» stappate in un club del Milanese, dove cinque quarantenni si divertivano con alcune prostitute, straniere. Un tenore di vita troppo elevato per i due autisti e i tre amici. Ha insospettito i carabinieri che ben presto hanno trovato conferma dei loro dubbi e hanno potuto rapidamente chiudere l'indagine su ima serie di furti avvenuti alla Ferrari, società di tra-, sporti e spedizioni intemazionali di Somma Lombardo, accanto alla Malpensa. La ditta opera proprio con lo scalo varesino, i suoi camion vi fanno la spola. Ieri il capitolo finale dell'inchiesta coordinata da Pizzi. In manette sono finiti un uomo di 37 anni di Gallarate (Varese), uno di 41 anni di Parabiago (Milano), uno di quarant'anni di Milano, mentre sono stati destinati agli arresti domiciliari un uomo di 43 anni di Garbagnate Milanese e uno di 35 anni di Parabiago. Ai cinque fermati sono stati notificati gli ordini di custodia cautelare firmati dal giudice per le indagini preliminari Olimpia Bossi. Altre quattordi¬ ci persone sono indagate, 23 le perquisizioni domiciliari effettuate nella notte dai centocinquanta carabinieri distaccati alla compagnia di Gallarate, a pochi chilometri dall'aeroporto. La procura della Repubblica di Busto Arsizio accusa i cinque arrestati di furto aggravato e continuato a danno della Ferrari, e di ricettazione e contrabbando. A questi capi d'imputazione si aggiunge, solo per alcuni indagati, quello di detenzione e spaccio di stupefacenti. Le indagini erano state avviate nel novembre 2004 quando la Ferrari aveva segnalato che un pacco diretto in Messico, che doveva contenere og¬ getti preziosi, era arrivato a destinazione con un mattone all'interno. I carabinieri si erano messi in azione, con sistemi purtroppo già collaudati in quel piccolo triangolo delle Bermuda che sembra diventato l'aeroporto a cinquanta chilometri da Milano. I filmati - che già avevano tradito negli ultimi anni altri ladri che alleggerivano i bagagli dei passeggeri - si sono rivelati determinanti anche questa volta. Dalle immagini e dai pedinamenti i carabinieri sono ben presto arrivati a individuare alcuni dipendenti della Ferrari (tra cui i due autisti festaioli) che all'interno dell'azienda, e durante i trasporti e le consegne allo scalo, rubavano il contenuto dei pacchi destinati all'estero, in particolare oro e gioielli. I guadagni erano notevoli, anche grazie alla complicità di alcuni ricettatori. Il danno per la Ferrari è stato calcolato in 800 mila euro. Una pioggia di denaro facile che giungeva nelle tasche dei dipendenti infedeli e li portava immancabilmente a darsi alla bella vita. Quella che, come quasi sempre accade in questi casi, li ha traditi. La caccia alle gang che «lavorano» nello scalo lombardo dura da anni I pm sono fiduciosi «I ladri? Tengono duro ma anche noi teniamo duro, forse ora li abbiamo convinti» L'aeroporto internazionale di Malpensa 2000

Persone citate: Antonio Pizzi, Olimpia Bossi, Paolo Potetti, Pizzi, Roberto Craveia