Il Cavaliere e l'Europa amore e incomprensioni di Mattia Feltri

Il Cavaliere e l'Europa amore e incomprensioni NONOSTANTE LE UiflME CRITICHE ALL'EURO E ALLA BCE IL PREMIER CREDE ANCORA NELLA UE Il Cavaliere e l'Europa amore e incomprensioni suo entusiasmo si è scontrato con il protocollo, come quando ha «fatto le corna» in una foto ufficiale al ministrodegli Esteri spagnolo analisi Mattia Feltri ROMA TORMENTATO come un amore adolescenziale, il rapporto fra Berlusconi e l'Europa vive il .triste destino di restare incompiuto, e quindi infelice e peggio: obiettivo dei più ruvidi sarcasmi. Certi villanzoni persuasi di provocare ilarità («a Berlusconi l'Europa piace solo se ci esporta il Milan, o i capitali»), come quei compagni di banco sghignazzanti per i cuori trafitti sul diario del ginnasio, non potranno mai cogliere lo slancio genuino e inebriante con cui il premier varca le frontiere. Alla foto di gruppo, appostato dietro al collega ministro degli Esteri, lo spagnolo Josep Piqué, Berlusconi fece le coma e il sorriso briccone, perché i grandi uomini - lui lo sa - hanno sempre il fanciullino dentro, e sanno che lavorare in un clima da turno di notte è sommamente improduttivo. E subito tutti crucciati, con l'indice all'insù, come presidi canuti. E col senso dell'umorismo di un doganiere svizzero, Romano Prodi, allora presidente della Commissione, commentò: «Io non c'ero». Lui la ama, l'Europa. La ama nonostante tutto e la amerà sempre, qualsiasi rifiuto dovesse ancora incassare, qualsiasi umiliazione lo aspetti. E per quanto quel! a parola Europa - a chiunque altro suonerebbe come il «levati di tomo, sgorbio» rivolto a Woody Alien dalla stangona corteggiata. Inaugurò il semestre di presidenza italiana con le intenzioni galanti del primo appuntamento, e tutto andò storto, in pratica come nella scena iniziale di «Tutti pazzi per Mary», quando il giovane accompagnatore era agitato al punto di massacrarsi le fragilità nella cerniera dei pantaloni. La sua personalissima martellata, Berlusconi se la sferrò accettando le provocazioni dell'eurodeputato tedesco Martin Schultz, ribattezzato «kapò» nella collegiale e dolente disapprovazione dell'aula grave. Le ramanzine che si guadagnò. Perché da settimane non c'era altra preoccupazione nei giornali, nei talk show, nei dibattiti politici-e tutti a dire: «...ora che c'è il semestre europeo». Pareva non si potesse muovere dito, «ora che c'è il semestre europeo». Una piccola proposta, no, non «ora che c'è il semestre europeo». Come se non ce ne fossero due all'anno. Ma Berlusconi, spensierato e felice per il nuovo scranno, rovesciò davvero il calamaio. y. Povero Silvio, non ce la fa. Per lui l'Europa è bella come uno sguardo che s'abbassa, una bocca rosa, un rossore improvviso. E lui ci sguazzerebbe, l'allai^herebbe, dentro la Russia, dentro la Turchia, volendo dentro anche la Cina, tutti amici, un Europarty e lui alla consolle a fare il dee-jay. Macché: «Levati di tomo, sgorbio». L'inglese «Economist» lo considera «unfit», inadatto. E corrotto e mafioso. Per la Francia è una reincarnazione del maresciallo Pétain, fascista di seconda linea, e dunque più miserabile ancora, tanto che al Salone del libro di Parigi, con l'Italia ospite d'onore, fu esortato a non farsi vedere. Più o meno come non essere invitati alla propria festa di compleanno. Con la Spagna tutto bene, finché non è arrivato Zapatero. E' anche un problema di competitività. Della moneta e del cuore. Il dollaro è meglio dell'euro, ha spesso detto preoccupato per l'inflazione. Cosi come il premier danese Rasmussen è meglio del sindaco veneziano Cacciari: «Devo dirlo a mia moglie», scherzò. I guai vanno affrontati con franchezza: se la banconota è un limite, inutile nasconder- lo. E perché nascondere il pettegolezzo - una relazione della moglie con Cacciari, comunista e barbuto (Berlusconi ama soltanto i peli nell'emicranio superiore) - se di stupido pettegolezzo si tratta. Ma Rasmussen, che non ha il bernoccolo del gossip italiano, non capì e quando capì non gradì, mentre i giornalisti ne approfittavano: «C'è del macho in Danimarca». Tutto in vacca, tutto vano. Più si industria per fare colpo, più le cose peggiorano. E col tempo Berlusconi ha cominciato a vedere i difetti dell'amata. La vuole ancora, naturalmente, ma non crede più che si nutra con petali di rosa. Vede i difettucci: troppo ambigua sull'antisemitismo, troppo morbida con i dittatori, troppo divisa. E quella moneta, quella maledetta moneta: non si riesce a esportare, i consumi stagnano, i cartelloni elettorali non funzionano. Come si fa a dire agli italiani che sono stati investiti tot miliardi di euro, quando per farsi un'idea serve la macchinetta calcolatrice? Così, l'anno scorso, con spirito molto poco delorsiano, fece affig. gere manifesti con scritto: «Grandi opere per 93 mila miliardi di lire». E il conio era stato seppellito da due anni abbondanti. Sul momento non gli era nemmeno dispiaciuto: «Per me è uguale: tanto giravo senza ima lira in tasca...». Nemmeno immaginava quanti pensieri gli avrebbe dato. Ieri, in Senato, ha ripetuto che se siamo tutti più poveri la colpa è dell'euro e della Banca centrale europea. E un po' anche delle massaie che quando fanno la spesa non stanno attente. Un po' dei tifosi alio stadio, che una volta tiravano le cento lire e ora l'equivalente di duemila. Un )o' di Prodi e un po' di tutta 'opposizione, che dovrebbe vigilare. Un po' è colpa dell'Europa, e lo dice lui che, come testimonia la nuova pettinatura, non è di primo pelo. Amare è non dire mai «mi dispiace», è corteggiare testardamente chi si permette un rifiuto, è aspettare di ricevere il titolo di «magno» in una notte di Natale. E infatti l'elezione di Barroso è roba di Berlusconi, come la modifica dei parametri di Maastricht. Perché forse è vero: talvolta in amore, come in tribunale, vince chi fugge. Dall'estero piovono critiche Per l'Economist è «inadatto» mentre la stampa francese lo paragona a Pétain L'eurodeputato tedesco Martin Schulz, protagonista di uno scontro con Beriusconi Silvio Berlusconi e Franco Frattini alla firma della Costituzione europea a Roma nell'ottobre 2004