Nasce il nuovo governo iracheno, oggi la fiducia di E. St.

Nasce il nuovo governo iracheno, oggi la fiducia DOPO LE PRESSIONI D! WASHINGTON SU BAGHDAD E' STATO FINALMENTE TROVATO IL COMPROMESSO TRA CURDI, SCIITI E SUNNITI Nasce il nuovo governo iracheno, oggi la fiducia Esclusi i reduci del Baath di Saddam Hussein e la lista dell'ex premier Allawi Quasi tre mesi dopo le elezioni del 30 gennaio scorso, dopo infiniti tentativi falliti, il nuovo governo iracheno finalmente sembra pronto. Il premier incaricato Ibrahim al Jaafari ha presentato ieri la lista dei ministri del nuovo esecutivo al presidente del Paese Jalal Talabani. Spetta infatti al Consiglio presidenziale, formato dal curdo Talabani e da due vicepresidenti, il sunnita Ghazi al Yawer e lo sciita Adii Abdul Mahdi, dare il proprio consenso alla composizione del gabinetto che in questo caso verrebbe presentato all'Assemblea nazionale per il voto di fiducia già oggi. Sarebbe la fine di un vuoto di potere che si è protratto per troppo tempo, e che aveva cominciato a preoccupare Washington che attribuiva all'assenza di un governo a Baghdad l'escalation di violenza degli ultimi giorni. Non è stato rivelato a chi andranno i 36 ministeri del nuovo esecutivo, spartito dopo una complicata trattativa tra gh sciiti - che dalle elezioni del 30 gennaio sono usciti vincitori con 148 su 275 seggi del parlamento, - i sunniti, i curdi, i turcomanni e i cristiani. Le tre correnti maggiori, sciiti, sunniti e curdi appunto, avranno anche un vicepremier per ciascuno e il numero dei ministeri - che ha continuato a crescere, prima 31, poi 32, poi 36 - fa pensare a una complicata trat¬ tativa per la ripartizione del potere. Agli sciiti, secondo anticipazioni, andrà il ministero dell'Interno, mentre è ancora un segreto l'assegnazione di incanchi chiave come Difesa e Petrolio. Dicasteri che erano stati ambiti da tutti, incluso il premier uscente Ayad Allawi, sciita laico che con la sua lista aveva conquistato 40 seggi ed esigeva di avere quattro ministeri chiave. La formazione del governo nelle settimane scorse è spesso inciampata proprio sulle obiezioni di Allawi che però viene indicato come definitivamente escluso dal poker governativo. I sunniti hanno rinunciato a un'altra rivendicazione che fino a due giomi prima rappresentava un ostacolo insormontabile: far entrare nel nuovo governo ex esponenti del partito Baath di Saddam Hussein. Una proposta che aveva incontrato l'opposizione categorica degli sciiti. E il Consiglio per il dialogo nazionale, coalizione di 10 fazioni sannite, ha ridotto ieri le sue pretese di avere - con soli 16 deputati, visto che la maggioranza dei sunniti ha boicottato il voto del 30 gennaio - ben 7 ministeri. Un compromesso raggiunto dopo settimane di scontri tra i vari gruppi etnico-religiosi e all'interno degli schieramenti stessi. L'incarico di formare il governo era stato affidato ad al Jaafari il 7 aprile scorso ma, nonostante la promessa del premier di sbrigare tutto in una settimana, al massimo due, il negoziato tra le varie forze in campo è sembrato impantanarsi. Le bombe dei ribelli e le telefonate preoccupate di Condoleezza Rice ai leader iracheni hanno però messo fretta a Baghdad. Il mandato di al Jaafari scadeva il 7 maggio e la guerriglia nel frattempo aveva intensificato gh attacchi. L'ultimo week-end di sangue, con ima trentina di morti in attentati contro militari e civili in diverse zone del Paese, ha mostrato che la guerriglia, contrariamente ai pohtici, non perde tempo. Anche se ieri il capo dello Stato Maggiore Usa Richard Myers ha annunciato chele truppe americane stanno vincendo la guerra contro il terrorismo in Iraq: mentre il numero dei ribelli rimane più o meno lo stesso, il numero e la cruenza degh attacchi è diminuito drasticamente. [e. st.]

Luoghi citati: Baghdad, Iraq, Usa, Washington