«Aperto persino a Natale»

«Aperto persino a Natale» UNA STRUTTURA DISPONIBILE TUTTO L'ANNO «Aperto persino a Natale» Apprezzato il nido di un istituto bancario TORINO Si costeggia l'austero edificio di via Nizza, sede centrale di Unicredit, e si arriva in fondo a via Chisola dove, come per incanto, il grigio è spezzato dalla visione di stanze colorate che si susseguono oltre il cancello. Il nome è azzeccato per il primo e fin'ora unico asilo nido aziendale di Torino, «L'isola incantata», aperto nello scorso settembre per bambini da tre mesi a tre anni. Comunica serenità e allegria: alcuni bimbi stanno giocando con Eleonora e Alessia, le due giovani maestre. Arriva Barbara Aiterio a riprendersi il figlio Alberto, di quasi due anni. La mamma non ha l'aria trafelata: ha finito il lavoro, in un'agenzia del gruppo bancario, lì vicino. «E' molto comodo avere una struttura disponibile tutto l'an- no, senza interruzioni. Ho apprezzato molto, ad esempio, l'apertura tra Natale e Capodanno perchè in quei giorni dovevo lavorare. Ed è un gran vantaggio non dover scorazzare Alberto per la città: averlo vicino all'agenzia dove lavoro mi tranquillizza e mi fa risparmiare tempo e stress. E poi Alberto si diverte con gh amichetti: fanno ginnastica, manipolano i colori, ballano, ascoltano musica, fiabe e giocano a travestirsi. Certo, non sarebbe male se costasse un po' meno». L'asilo nido aziendale (aperto anche a bimbi "esterni" e Riccardo in braccio alla mam¬ ma Monica è uno di quelli) è gestito da una società milanese «Pulcini fr Co», ramo nuovo' della Gemeaz Cusin che finora si è occupata di mense. Per chi usufruisce del full time - dalle 8 alle 18 - la retta mensile è di 520 euro, 450 euro per il parttime (dalle 8 fino a dopo pranzo). Ci sono poi i pasti: 4,40 euro ciascuno, ma se il bimbo non lo consuma per un qualunque motivo si paga comunque metà prezzo: «I pannolini dobbiamo portarceli da casa, mentre nei comunali sono offerti gratuitamente...ma lì non c'è posto», fa notare Barbara, toccando così la nota dolente della carenza di strutture pubbliche e private per la primissima infanzia che spiega alcuni dati negativi. Dicono che almeno un venti per cento di donne sono costrette a lasciare il lavoro per seguire un figlio piccolo. Altre, a ripiegare sul part time. Altre ancora rinunciano alla maternità portando l'Italia al record di denatalità nell'Unione europea con una media di appena 1,2 bambini per coppia. Eppure, secondo un'indagine svolta dall'ISPO di Mannheimer le famiglie italiane mostrano una sostanziale «voglia di asilo» in quanto esperienza educativa estremamente utile per il bambino. Non solo. Si calcola che quasi il quaranta per cento dei bambini da 0 a 13 anni ha entrambi i genitori occupati; un altro cinquanta per cento invece è figlio unico. Il problema della gestione dei figli per le giovani coppie entrambi occupati non è di facile soluzione. E' saltata ormai, o comunque è sempre più rara, la famiglia allargata che coinvolgeva nei compiti di cura e educazione dei bambini anche i parenti più prossimi, rendendo meno pressante la necessità di avere servizi sociali. A questo, si aggiunge la crescita di flessibilità nel lavoro, la precarietà del lavoro stesso, le nuove esigenze relazionali o gli interessi sociali soprattutto femminili, la crescita dell'età lavorativa e degli interessi attivi nella terza età (quindi nonni impegnati...). Tutto questo rende urgente un adeguamento dei servizi all'infanzia. [ste. cam.] Una madre: averlo vicino all'agenzia dove lavoro mi tranquillizza, ho più tempo e meno stress Un bimbo gioca con un coniglietto

Persone citate: Mannheimer

Luoghi citati: Italia, Torino