Nuovo governo in Ecuador ma la piazza ribolle

Nuovo governo in Ecuador ma la piazza ribolle MANIFESTANTI CHIEDONO L'EPURAZIONE DELL'INTERA CLASSE POLITICA Nuovo governo in Ecuador ma la piazza ribolle Francesca Ambrogetti QUITO Appelli alla calma da parte della forze armate e della chiesa, il nuovo presidente Alfredo Palaciò che è riuscito a formare il governo e gruppi di giovani che continuano a manifestare nel centro della capitale: questo il panorama in Ecuador all'indomani dei drammatici avvenimenti di mercoledì che hanno portato alla destituzione e alla fuga del colonnello Lucio Gutierrez. E' stata ima fine annunciata la sua dopo solo due anni e tre mesi di governo, un periodo durante il quale ima serie di errori lo hanno portato ad un progresivo e quasi totale isolamento. I primi ad abbandonarlo erano stati gli indios i cui interessi aveva promesso di difendere quando era stato eletto con il 53 per cento dei voti. Poi è entrato in crisi con il suo vicepresidente e attuale successore e con altri settori politici e con la magistratura. Ma il telone è calato con la rivolta della classe media dei giorni scorsi con il bilancio di tre morti e oltre cento feriti e con la decisione delle forze annate di ritirare l'appoggio al governo. Il copione sembra tratto da quello della crisi argentina di dicembre del 2001 con la fuga del presidente in elicottero per cercare rifugio nell'ambasciata del Brasile. Gh incidenti si sono aggravati perché Gutioirez ha tentato un' mutile resistenza facendo conver¬ gere sulla capitale dal sud gruppi armati del partito SociedadPatriotica che si sono scontrati con i manifestanti - tra questi molti studenti - che chiedevano non solo il suo allentamento ma quello di tutta la classe pohtica. La «rivoluzione dei cellullari» come la chiamano in Ecuador perché i dimostranti organizzavano con i telefonini i punti di incontro. L'ex presidente l'ha chiamata invece la rivolta dei «forajidos» (ifacinerosi) perché cosi aveva definitivo i suoi oppositori. L'Ecuador ha in questo modo voltato pagina sotto la spinta di numerosi settori, alcuni dei quali però continuano a chiedere un rinnovamente totale. Lo slogan delle proteste, preso in prestito dai dimostranti argentini, é stato infatti «che vadano via tutti». H •primo passo che il parlamento unicamerale ha fatto mercoledì con 58 voti a favore e due astensioni (non sufficienti perché il quorum è di 67 ma comunque accettato) nominando Palacio, un medico indipendete di 66 anni al posto di Gutierrez, è stato salutato con un applauso che si è sentito in vari quartieri di Quito. L'iniziativa è stata presa ieri da radio «La luna», un'emittente che si è fatta portabandiera della rivolta e per oltre un minuto persone affacciate alle finestre e passanti hanno battuto le mani con entusiasmo. L'annuncio del nuovo governo nella serata di ieri ha contribuito ulteriormente a calmare le acque con una parvenza di normalità dopo i recenti gravi episodi che se fossero dilagati potevano diventare difficilmente controllabili. Alla cerimonia di insediamento dei nuovi ministri hanno partecipato i comandanti in capo delle forze armate che sono stati confermati nell'incarico e i vertici della polizia, compreso il capo nominato al posto del precedente che dopo gli incidenti di mercoledì ha presentato le dimissioni. Una sorta di garanzia la presenza dei militari per il nuovo presidente che non ha cominciato certo il suo governo con i migliori auspici. La scelta dei collaboratori é stata giudicata indovinata dagli osservatori perché ha puntato su personalità non schierate apertamente in nessuno dei settori a confronto e, quantomeno in alcuni casi, di taglio progressista. Alfredo Palacio é lottavo presidente ecuadoriano degli ultimi otto anni, un'evidente dimostrazióne dell'instabilità pohtica di questo paese. I manifestanti assaltano il palazzo del Parlamento

Persone citate: Alfredo Palacio, Alfredo Palaciò, Francesca Ambrogetti, Gutierrez, Lucio Gutierrez, Palacio

Luoghi citati: Brasile, Quito