«Umile lavoratore nella vigna del Signore»

«Umile lavoratore nella vigna del Signore» L'ELEZIONE Alle 17,50 la fumata bianca. «Mi consola il fatto che il Signore sa agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere» «Umile lavoratore nella vigna del Signore» Ratzinger eletto Papa Benedetto XVI al quarto scrutinio Marco Tosarti CÌTTÀ DEL VATICANO Alle 17,50 di martedì 19 aprile dal comignolo della Sistina è uscito il primo sbuffo di fumo per annunciare al mondoi'elezione di Joseph Ratzinger, papa Benedetto XVI: ottavo pontefice di lingua tedesca nella storia della^Chiesa: il suo predecessore )più vicino nel tempo era un monaco benedettino Vittorio II Gebhard, conte di Dollnstein-Hirschberg e vescovo di Eichstatt, che fu papa dal 16 aprile 1055 al 28 luglio 1057. Quattro scrutini sono stati necessari per dare un successore a Giovanni Paolo II: un'elezione estremamente rapida, le cui premesse sono state già poste lunedì sera, quando il gruppo di porporati che appoggiava la candidatura del già Prefetto della Dottrina della Fede ha insistito perché si passasse subito al primo scrutinio. Dalla segretezza del Conclave non è filtrato nulla; tanto che alcuni hanno pensato che la candidatura del porporato bavarese fosse stata «bloccata» dall'azione di chi voleva Martini come «bandiera» antiratzinger, e di conseguenza fosse in corso un trattativa nella notte. E' probabile invece che il nome del futuro Benedetto XVI abbia continuato a crescere, nei due scrutini della mattina; coagulando intorno a sé consensi crescenti, fino a che la prima votazione del pomeriggio ha portato al risultato positivo. E' da notare che se per Luciani furono necessari solo tre scrutini, per Wojtyla ce ne vollero otto, e per Montini, che entrava «papa» in Conclave, furono necessarie sei votazioni; per Giovanni XXm, addirittura undici. Questo fa pensare che intomo a Benedetto XVI si sia rapidamente ottenuto un consenso notevole. Andando più indietro nel tempo troviamo che il successore di Giovanni Paolo II è stato eletto in poco meno di due giorni, lo stesso tempo impiegato per votare Pio IX. Entrambi i Pontefici sono stati infatti eletti al quarto scrutinio, segnando un vero e proprio record nella storia della Chiesa. In realtà Benedetto XVI é diventato Papa in meno di ventiquattro ore: il rimo scrutinio é iniziato lunedì sera dopo le 18. C'è da dire che ancora una volta il colore del fumo ha provo¬ cato qualche incertezza; ma l'ora in cui il comignolo ha cominciato a emettere le sue volute ha fatto capire che si trattava della volta buona. E la folla in piazza San Pietro ha capito immediatamente; sul sagrato della basilica hanno cominciato a sventolare decine di bandiere di tutti i paesi, mentre dai quartieri circostanti migliaia e migliaia di persone hanno cominciato a correre, a piedi, in motorino, in auto verso la piazza. Infine, il suono delle sei campane di san Pietro - Campanone, Campanoncino. Rota, e le tre sorelle minori - ha confermato, per la prima volta nella storia delle lezioni pontificie, che la Sede Vacante era finita. Ma prima della fumata, ci sono stati gli adempimenti di rito. Il primo dei Cardinah per Ordine e anzianità, a nome di tutto il ' Collegio degli elettori ha chiesto il consenso dell'eletto con le seguenti parole: «Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice»? E appena ricevuto il consenso, gli ha chiesto: «Come vuoi essere chiamato»? Subito dopo monsignor Piero Marini, Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontifi¬ cie, con funzione di notaio e avendo per testimoni due Cerimonieri, ha redatto un documento circa l'accettazione del nuovo Pontefice e il nome da lui assunto. Poi, ad uno ad uno i cardinah elettori si sono recati dal neo-pontefice, seduto sul trono collocato nella Sistina, per rendergli omaggio. Adempiute quelle formalità, Benedetto XVI ha voluto recarsi nelle Grotte vaticane, per pregare sulla tomba di Giovanni Paolo II. E subito la vita vaticana ha ripreso il suo corso normale: sono andati dal Papa il Sostituto della Segreteria di Stato, il Segretario per i Rapporti con gli Stati, cioè i prelati che non hanno abbandonato le loro funzioni in Sede Vacante. Poi, il momento più atteso: la benedizione Urbi et Orbi, la prima, dalla Loggia Centrale della Basihca. Una pioggia leggera comincia a cadere, mentre si spalancano le vetrate, e le tende rosse vengono lasciate cadere. Il càrdinaie protodiacono, Jorge Medina Estevez, dà l'annuncio, in quattro lingue: «Cari fratelli e sorelle, vi annuncio una grande gioia...». La piazza esplode, al nome «Josephum». E Subito dopo appare Benedetto XVI. «Cari fratelli e sorelle, dopo il grande Papa Giovanni Paolo n i signori Cardinah hanno eletto un semplice umile lavoratore nella vigna del Signore. Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare e agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere. Nella gioia del Signore risorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente, andiamo avanti, il Signore ci aiuterà e Maria sua santissima Madre sta dalla nostra parte. Grazie». Poi, la giornata finisce con una cena con tutti i 114 cardinah, a Santa Marta. Papa Benedetto XVI al balcone della Basilica di San Pietro poco dopo la benedizione Urbi et Orbi