Le scalate deludono allo sportello

Le scalate deludono allo sportello LE RICADUTE SUI CONSUMATORI DELLA DOPPIA OFFENSIVA DI BBVA E DI ABN AMRO Le scalate deludono allo sportello Gli esperti: «Adeguano i prezzi alla realtà italiana» Francesco Spini LA DOPPIA offerta presentata in questi giorni dagli spagnoli del Banco Bilbao Vizcaya Argentana e dagli olandesi di Abn Amro rispettivamente su Bnl e Banca Antonveneta ha riaperto il dibattito tra chi si vuole' battere per difendere l'italianità» degh istituti sotto scacco e chi propende per l'apertura del mercato. In mezzo alla discussione «pohtica» e finanziaria su questo doppio takeover si è aperta, sulla spinta soprattutto delle associazioni di consumatori, quella parallela sulla reale convenienza dell'irrompere delle due banche nel mercato italiano. All'indomani dell'annuncio, l'Adushef, una delle associazioni più attive sul fronte del risparmio, ha plaudito alle banche estere che, entrando sul mercato italiano, potranno contribuire a «un abbattimento dei costi di gestione dei conti coiTenti,rendendo più efficienti servizi bancari ed una singolare gestione del credito e del risparmio che oggi lasciano a desiderare». Fino ad oggi di esempi da portare al riguardo sono pochi. L'unica vera e importante acquisizione di cui si è fatta protagonista una banca straniera nel nostro Paese è stata quella operata nel lontano 1986 dalla tedesca Deutsche Bank che, a due riprese, acquisi dapprima la Banca d'America e d'Italia (prima nelle mani di Bank of America) e quindi, nel '94, la Banca Popolare di Lecco. «E' l'unica operazione significativa fino ad oggi realizzata in Italia e, in quel caso, la banca, dopo l'acquisto, si è sostanzialmente adeguata ai livelli di prezzo delle banche italiane - spiega Livio Palomba, vice president financial services, Capgemini Italia -. Ma sono molti i fattori da considerare per giudicare tale atteggiamento, primo fra tutti l'impatto che le banche devono sopportare entrando in un nuovo sistema, dovendosi confronta¬ re ad esempio con un costo del personale e un impatto fiscale differenti e spesso sfavorevoli». Accanto ad un approccio che a prima vista può non essere tanto vantaggioso, per tradizione, «gli istituti esteri riescono a segmentare megho la clientela e quindi a proporre il prodotto "mighore" in relazione aUe differenti esigenze. E questo può essere un vantaggio, in quanto questo permette di evitare al cliente costi mutili». Esiste però un'altro aspetto e a sottolinearlo è Giacomo Neri, partner in charge financial services practice di PricewaterhouseCoopers Advisory : «A un primo periodo in cui generalmente vengono praticati prezzi "civetta" per garantirsi ed eventualmente ampliare la base di clienti, segue un riposizionamento sui prezzi generalmente praticati dal mercato». Il perché è presto detto. «Se il mercato della banca "conquistata" si caratterizza da un vantaggio di prezzi in presenza di una bassa concentrazione e quindi di una scarsa concorrenza l'istituto acquirente, spinto dai suoi azionisti, trasferirà il vantaggio a questi ultimi piuttosto che sulla clientela». Dopotutto in Italia il sistema più diretto per le banche di far soldi è quello di far pagare i conti correnti (spesso l'unica forma di risparmio della famigha) molto di più che nel resto d'Europa, dove al contrario, soprattutto nei paesi nordici, lo strumento (raramente remunerato) è solo la porta d'ingresso per poi condurre il chente su altri servizi a maggior valore aggiunto. La concorrenza, al limite, è una sfida di lungo periodo. «Il mercato - dice Emesto Capobianco, vice president e direttore vendite Emea di Hp - anche nei prossimi anni continuerà ad essere guidato dall'ingresso di banche straniere. E, sul lungo periodo porterà a un processo di razionalizzazione operativo e organizzativo degh istituti, con una ricaduta sui costi. Porterà all'introduzione di nuovi prodotti e i prezzi scenderanno laddove si riusciranno a condurre in porto economie di scala». A mettersi di mezzo, però, molto spesso sono proprio le caratteristiche del sistema di regole che caratterizzano la piazza italiana. Un esempio per tutti: anni fa erano sbarcati in Italia due colossi dei mutui anglosassoni, Abbey National Bank (poi acquistata dagli spagnoli del Santander, con il ramo italiano finito a ÙniCredit) e Woolwich, del gruppo Barclays. Eppure, nonostante le due banche «abbiano segnato un importante scossone al mondo dei mutui, portando maggiore concorrenza - spiega Roberto Anedda, direttore marketing di Mutui On Line - non hanno potuto ripetere le stesse soluzioni, molto più dinamiche, proposte in Gran Bretagna». A spiegare il perché è la stessa Banca Woolwich. «In Gran Bretagna il mercato è altamente maturo, con un elevato grado di competitività», spiega Stefano Bellini, direttore marketing prodotti e canali remoti. Pesa poi l'aspetto giuridico. «Se un cliente non paga le rate, qui occorrono fino a 7 anni perché la banca possa rivalersi sull'immobile. In Grecia, ad esempio, la durata media dell'esecuzione scende a 18 mesi. Tutti aspetti di cui la banca non può non tener conto». Il precedente: tra r86 e il '94 Deutsche Bank compra BAI e la Popolare di Lecco. Costi immutati Neri (Pwc): «Nelle scalate prevalgono gli interessi degli azionisti che vogliono redditività» Bellini (Banca Woolwich): «Impossibile importare l'efficienza straniera se mancano leggi adeguate» IL CONFRONTO COME CAMBIANO I PREZZI (2005 SU 2004) LA PRIMA STRANIERA IN ITALIA Deutsche Bank, le tappe V(l977: apre un ufficio di rappresentanza a Milano 'i. /iqoc. acquisizione dalla Bank of America V 19»6- della Banca d'America e d'Italia V^ 1994:,a Bai cambia nome in Deutsche Bank Spa k/ioo- entra a far parte del gruppo anche V i»*»- la Banca Popolare di lecco V 1995: Db acquisisce Finanza S Futuro llPRODOTTI to

Persone citate: Bellini, Emesto Capobianco, Francesco Spini, Giacomo Neri, Livio Palomba, Roberto Anedda, Stefano Bellini