Le urne basche frenano le ambizioni separatiste di Gian Antonio Orighi

Le urne basche frenano le ambizioni separatiste PER GOVERNARE ÌBARRETXE AVRÀ BISOGNO DEL PARTITO.COMUNISTA VOTATO DAGLI ETARRA Le urne basche frenano le ambizioni separatiste Vittoria in tono minore dei nazionalisti, Pse e popolari insieme hanno più seggi Gian Antonio Orighi MADRID Non passa 1' indipendentismo in Euskadi (nelle urne). Il piano separatista del capo del govemo regionale, Juan José Ibarretxe, benché approvato dal parlamentino di Gasteiz lo scorso dicembre ma respinto dalle Cortes di Madrid, cioè 1' asse centrale della campagna elettorale del tripartito al govemo dal 2001, non ottiene affatto (ed a sorpresa rispetto ai sondaggi) la luce verde degh elettori. Di più: l'opposizione, i socialisti del premier José Luis Rodriguez Zapatero ed i popolari di Mariano Rajoy, superano insieme e per la prima volta dal' 78 il voto indipendentista non violento. Ma 1' ultimo lifting dei terroristi dell' Età, il partito comunista dei Paesi Baschi (Ehak), è disgraziatamente l'ago della bilancia della governabilità. Questo in sintesi il clamoroso risultato delle regionah a turno unico tenutesi ieri, dalle 9 alle 20, nella sempre piovosa Euskadi, a cui hanno partecipato 1.761.344 votanti, 906.744 donne ed 854.600 uomini, le prime senza attentati previ degh etarras, ormai militarmente alla sbando (135 gh arrestati solo nel 2004). I primi dati reali sul 5096 dei voto scrutinato, dopo la comunicazione di una astensióne che è stata del 340Zo, 12 punti più alta della precedente tornata regionale del 2001, sono stati fomiti dal govemo di Gasteiz, anche online, alle 21, 30. E la faccia tirata dell' assessore agli Inter-; ni Balza era più eloquente di qualsiasi percentuale. Ibarretxe, al potere dal ' 78, aveva trasformato queste elezioni in referendum, in ima terra che gode della più ampia autonomia d' Europa (polizia regionale, trasferita la sanità, la gestione dei trasporti, persino la riscossione dei tributi, di cui passa poi una parte allo Stato centrale). La sua proposta, anti-costituizionale, consisteva in un Euskadi Stato libe- ro associato alla Spagna, diktat che poi doveva essere ratificato da un referendum di autodeterminazione. «Le nostre carte sono la democrazia, i voti dei baschi», tuonava Ibarretxe, 47 anni, ribattezzato «Etarretxe» perchè il suo progetto era passato a dicembre nel parlamentino di Gasteiz solo grazie a 3 voti del gruppo parlamentare dei terroristi baschi, «Sozialista Aberzaleak»( Sa). Alle 22, 06, scrutinato il 98,696, le urne hanno assegnato ai due principah partiti che sostenevano l'Esecutivo di Gasteiz, «pnv-ea» (partito nazionalista basco-solidarietà basca) appena 29 seggi, 4 in meno rispetto al 2001.1 socialisti di Zapatero, che si è impegnato moltissimo in campagna elettorale vaticinando che le elezioni di ieri sarebbero state la «la tomba del piano separatista», conquistano 18 seggi (più 5). I popolari perdono posizioni. passando da 19 a 15 deputati. I comunisti, aheati di governo di Ibarretxe, mantengono i loro 3 deputati. Ma il dato politicamente rilevantissimo è che socialisti e popolari hanno in sieme 33 seggi, 1 in più del tripartito uscente. Però, purtroppo, il successo del fronte anti-secessionista è stato gelato dallo choccante risultato ottenuto da Ehak, molto superiore a qualsiasi previsione. L' ultimo restyling dei terroristi ha raggiunto quota 9 deputati, addirittura 2 in più rispetto al precendente «commando parlamentare» etarra. Non solo: anche la percentuale del braccio pohtico dell' Età aumenta: dal 10,2 del 2001 passa al 12,5, più 2,496. Ottiene un seggio anche Aralar, scissione non violenta (ma pervicacemente indipendentista) di Batasuna, braccio politico illegalizzato dell' Età. Il panorama pohtico, con un Ibarretxe che già assicurava di voler a tutti i costi proclamare il referendum illegale di autodeterminazione, rimarle pero quasi lo stesso di prima. La coalizione pnv-ea rimane di gran lunga la più votata (il 38, 696 contro il 42,7 del 2001), ma per raggiungere la maggioranza assoluta, 38 seggi, deve adesso e per forza scendere a patti con il partito dell' Età, il cui appoggio è purtroppo indispensabile. Le prossime mosse del capo del governo uscente sono abbastanza prevedibili. Se prima Ibattexe poteva governare anche con l'appoggio estemo, o 1' astensione, di Sa, adesso lo scenario cambia. E c'è da scommettere che il lifting dell' Età, che si oppone al piano Ibarretxe perchè lo considera riduttivo in quanto non include le tre province basco-fanccsi e la Navarra {la cosiddetta Euskal Herria, o Patria Basca), adesso pretenderà almeno e subito un referendum di autodeteminazione. Insomma: Ibarretxe esce suonato, i socialisti esultanti. Ma chi decide chi governa è l'Età. e gi II leader del disciolto partito Batasuna, Arnaldo Otegi, mostra la scheda elettorale II premier basco sconfitto Juan José Ibarretxe parla con i cronisti dopo il voto

Persone citate: Arnaldo Otegi, Cortes, José Luis Rodriguez Zapatero, Juan José Ibarretxe, Mariano Rajoy, Navarra, Zapatero

Luoghi citati: Ehak, Europa, Madrid, Paesi Baschi, Spagna