Distrofia muscolare Ecco i primi successi

Distrofia muscolare Ecco i primi successi | RACCOLTA DI FONDI PER LA RICERCA SU 150 MALATTIE GENETICHE Distrofia muscolare Ecco i primi successi LA SCOPERTA DELLA DISTROFINA NEL 1987 HA APERTO UN VARCO VERSO IPOTESI DI CURA: TENTATIVI DI CORREZIONE GENETICA, MIOSTATINA. CELLULE STAMINALI Lara Reale PROVIAMO a immaginare cosa sarebbe la nostra vita se non fossimo più in grado di muovere i muscoli: finiremmo col morire per insufficienza respiratoria o per arresto cardiaco, ma nel frattempo avremmo perso la capacità dì camminare, scambiare una stretta di mano, parlare, sorridere. Saremmo passati, insomma, attraverso una lenta "morte civile". Questa è purtroppo la dura realtà per quarantamila italiani colpiti da malattie neuromuscolari. «Dispiega le mie ali, contro ogni barriera» è lo slogan della Giornata nazionale UILDM (Unione Itabana Lotta alla Distrofia Muscolare), che si celebrerà il 16 e 17 aprile in cento piazze italiane. «Noi crediamo che ormai sia tutto pronto e che esista la possibilità di dispiegare ali forti, in grado di volare - spiega Alberto Fontana, presidente della UILDM -. Basta veramente poco: un piccolo sforzo per trasformare in realtà quotidiana i diritti per i quali ci siamo battuti negli anni passati, dal lavoro ab'assistenza terapeutica. Le norme ci sono: bisogna che ciascuno di noi inizi a rispettarle». Le mdattie abe quab fa riferimento la UILDM sono un gruppo di oltre 150 patologie geneticamente determinate che colpiscono il sistema muscolare a causa di un danno nei costituenti del muscolo, mentre in genere il sistema nervoso centrale è risparmiato. A seconda debe forme (distrofie, amiotrofie, miopatie, miotonie e miastenie), possono manifestarsi in momenti diversi deba vita, con vari livelli di gravità. Non si trasmettono per contagio ma per via ereditaria e solo in alcuni casi si manifestano ex novo per spontanee mutazioni genetiche. Le distrofie muscolari propriamente dette sono una trentina e affliggono ventimila itaba- ni: sono tutte caratterizzate da progressiva degenerazione e indebolimento dei muscoli volontari. La forma più grave è la distrofia muscolare di Duchenne (DMD), che colpisce i bambini fin dai primi anni di vita, portandob all'immohilìtà totale attomo ai vent'anni e causando difficoltà respiratorie e cardiache. Ab'origine c'è l'alterazione di un gene locabzzato sul cromosoma X (per questo la malattìa si manifesta solo nei maschi) e deputato aba produzione di una proteina chiamata distrofina. Nei malati di DMD la distrofina è del tutto assente; nebe fonne meno gravi (come neba distrofia muscolare di Becker, BMD) è prodotta in quantità ridotta e in forma "alterata". DMD e BMD insieme rappresentano il 500Zo dì tutte le distrofie muscolari. La scoperta della distrofina, nel 1987, ha assicurato alla ricerca scientifica una vittoria importante, ma è stata solo un punto di partenza verso una terapia efficace. "Potrebbe essere questione di pochi mesi come di armi", ammette Tiziana Mongini, membro della commissione scientifica UILDM. "Tutto dipende da quando riusciremo a sopperire in modo efficiente alla mancanza di dìstrofina. In pratica, affinché i malati tornino a muoversi autonomamente, devono arrivare ad avere almeno il 40-50 per cento dei valori proteici normali. Percentuali inferiori, per quanto eccezionali dal punto di vista scientifico, non servirebbero a nulla". Purtroppo oggi un risultato del 10 per cento è già da considerare clamoroso. "L'idea dì riparare o sostituire i gem difettosi che impediscono la regolare produzione di distrofina (terapia genica) è nata con la scoperta stessa della proteina, ma si è rivelata più ardua del previsto. I geni malati forniscono istruzioni per la costruzione di componenti strutturali, i mattoni della fibra muscolare, quindi sono estremamente difficib da sostituire. Tre anni fa si è tentata la strada dei vettori retrovirali: in pratica, si iniettavano nell'organismo malato retrovirus (come quebi della leucemia mulina) resi inoffensivi, ma contenenti il gene sano, con l'obiettivo di infettare le cellule malate e ripararle. Purtroppo si sono rivelati mezzi pericolosi e quindi oggi si lavora sugb adenovirus (quelli del raffreddore) e sui lentivirus (come l'hiv), ma siamo ancora indietro. Personalmente credo che la strada più promettente aia . cpiella- deU' exon skipping (saltò degli esoni) che consiste nebo schermare b gene danneggiato in modo da annubare l'effetto negativo della mutazione. Con questo stratagemma, l'acido ribonucleico (RNA) copia come di consueto le istruzioni del DNA per procedere alla sintesi delle varie proteine, ma salta il segmento difettoso e quindi dà il via libera alla produzione della distrofina, che risulterà un po' più corta ma ancora in gradò di funzionare. Poco tempo fa ricercatori giapponesi avevano messo a punto la tecnica per un ragazzino, ma poi non sono riusciti a far fronte alle spese: gli oligonucleotidi da iniettare per ottenere la schermatura costano un milione di euro l'anno per singolo paziente. A Londra partirà presto, vuao studio simile, ma quie- sta terapia sarà praticabile solo con un sostanziale abbattimento dei costi, ammesso che i risultati preliminari siano confermati". Altrettanto promettente, secondo la Mongini, è la ricerca sulla miostatina, una proteina che normalmente ha la funzione di contenere la crescita muscolare. Ancora problematica è la ricerca sulle cellule staminali (cellule indifferenziate, capaci di trasformarsi in tipi specifici se opportunamente "condizionate"), che è comunque in una fase di attiva sperimentazione. All' Istituto San Raffaele di Milano si studiando le cebule mesangioblastiche, contenute come riserva nei vasi sanguigni e nel midollo osseo, e in grado di trasformarsi in fibra muscolare. "Q.vu.\a sfida starà nel rivisci- re a impiantare le staminali in tutti i 434 muscoli volontari del corpo: un'operazione impensabile con le consuete iniezioni intramuscolari". Seppure a piccoli passi, insomma, la ricerca avanza a ritmo serrato, grazie soprattutto ai generosi finanziamenti di Telethon e alla rete di 130 esperti italiani che, dal 2000, sono riuniti nell'Associazione Italiana di Miologia (www.miologia.it). Il fronte più carente è quello dell'assistenza pubblica, che obbliga i malati a peregrinare da un ospedale all'altro per ottenere servizi che, invece, andrebbero concentrati e coordinati da personale specializzato. "In assenza di cure definitive - conclude la Mongini possiamo solo trattare in modo speciaiìstico \e complicanze (cardiologiche, respiratorie, ortopediche) via via che si presentano e dare una consulenza genetica a tutti i familiari, informandoli sulle possibilità di trasmettere o ereditare a loro volta la malattia". ••^^ :j? a©*;.

Persone citate: Alberto Fontana, Becker, Mongini, Tiziana Mongini

Luoghi citati: Londra, Milano