La cagnetta Esterhàzy strazia Prust
La cagnetta Esterhàzy strazia Prust La cagnetta Esterhàzy strazia Prust Mario Rigoni Stem libri che raccontano di animali mi attraggono da sempre, e non solo monografie sul cervo o sul camoscio, o sugb uccelli e gb insetti; a loro ho riservato un settore della mia bibboteca casalinga e nello stesso scaffale conservo un po' di spazio anche agb etologi, mentre i poeti, i narratori e i romanzieri cbe ne scrivono sono collocati secondo nazionabtà. D'autunno, quando mi prendo il tempo per una passeggiata serale, prima di uscire rileggo quel bellissimo racconto di Ivan Turghenjev, Jerfnolqj e la mugnaia, dove con grande poesia si trasmettono al lettore le sensazioni della tjaga: quel magico momento quando, dopo il tramonto del sole, la beccaccia esce dal bosco e vola planando sui pascob. Mi sono cari gb autori che sanno parlare di animab come nostri compagni di viaggio; penso a Aristofane, a Senofonte, a Virgibo, a Francesco d'Assisi, a Federico II; ma anche a Thomas Mann, a Orwell, a Bulgakov; a quelb che b descrivono per utibtà pratica e a quelb che b usano come metafora, a quelb che ne fanno oggetto di studio, di poesia, di mito e di leggenda, o solo così per convivenza. Ma che dire, abora, dei nostri remoti antenati che da loro traevano cibo, mistero, divinità come queb'Homo sapiens che ci ha restituito il ghiacciaio del Similaun? Quale misterioso, intenso rapporto di vita-morte aveva con gb animab? Nel suo vblaggio, prima cbe vacche e pecore, aveva avuto per compagnia i cani. Ora sta esplodendo il progresso tecnologico, altre cose riempiono le ore vuote degb uomini ma, secondo Leopardi, così tagliamo le radici con la natura, «... dalla quale sempre più ci andia- mo abontanando» e «si andrà verso uno snaturamento senza limiti» {Zibaldone dì pensieri, 18-20 agosto 1820). Tra i tanti automezzi cbe ci soffocano e le luci artificiab che non ci lasciano più vedere le stelle, in questa rumorosa e confusa esistenza si riscopre ora la convivenza con gb animali e con i tanti anni cbe mi ritrovo ricordo di non aver mai notato tanti cani, tanti gatti e mammiferi vari e uccelb convivere con gb uomini. In bene e anche in male perché tanti sono ancora coloro che non sanno capirb, o capirsi. A soccorrerci, a scrivere di cani e di gatti con occhio nuovo, guardato più daba loro parte che daba nostra, o insieme, è uscito U libro di Alberto Asor Rosa Storie dì animali e altri vìventi cbe consigbo a tutti coloro che hanno a cuore questo rapporto così poco economicamente remunerativo ma così ripagante spiritualmente. Pagina dopo pagina la lettura accresce la nostra attenzione e ci immedesimiamo ora con l'uomo, ora con U gatto, ora con la compagna deb'uomo ora con il cane, parteggiando, come è giusto parteggiare; divertendoci anche con l'alta letteratura tra libri, scorribande e birbonate dove incontriamo Rembò, Bodler, Verlen, Prust straziati dai denti nuovi di Contessa, la cagnetta bastarda di razza Esterhàzy- «Io, appiattita neUa cucina, tremavo dalla paura», dice, e «chissà quale ignota benefica medicina avevo senza saperlo ingoiato, sottraendola ai prediletti esperimenti di Po (il padrone) cbe perciò tanto se ne lamentava». Mi vedo anch'io in queba cagnetta, quando, toraato daba guerra, ignorante, mi ritrovai leggendo .Remfcò, Bodler, Verlen, Prust e venivo deriso dai professori. Misch'ò, il Micio Nero filosofo, che altro non potrebbe essere, conclude dicendo: «E al di là? No, no: basta domande. E' giusto che al miagobo universale subentri U silenzio. Tacciano le voci. E tutti nel silenzio saremo più uguab... AUòra, solo abora, saremo e per sempre, finalmente febei». E' 0 Cantico del gallo silvestre? «Storie di animali e altri viventi» di Alberto Asor Rosa: un occhio nuovo, il piacere di divertirsi (anche) con l'alta letteratura, tra libri, scorribande e birbonate Cani e gatti, tra gli animali «visti» con occhio nuovo da Asor Rosa Alberto Asor Rosa Storie di animali e altri viventi Einaudi, pp. 173. 211 RACCONTO
Luoghi citati: Assisi
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