Condoleezza Rice cfScopriremo la verità se sarà possibile» di Maurizio Molinari

Condoleezza Rice cfScopriremo la verità se sarà possibile» SUMMIT CON FINI: SIAMO D'ACCORDO Condoleezza Rice «Scopriremo la verità se sarà possibile» Maurizio Molinari inviato a WASHINGTON «Not fast, but right», non in fretta ma nella maniera giusta. Con queste parole il Segretario di Stato, Condoleezza Rice, con al fianco il ministro degh Esteri Gianfranco Fini, fa sapere che l'inchiesta della commissione congiunta italo-americani sulla morte di Nicola Calipari andrà oltre le preannunciate 3-4 settimane. Era stato il generale George Casey, comandante delle truppe Usa in Iraq, a prevedere questo limite di tempo durante una conferenza stampa al Pentagono il 13 marzo, nove giorni dopo la morte di Calipari nella sparatoria di Baghdad durante la quale venne ferita la giornalista Giuliana Sgrena. Vestita con un taiheur giallo e sfoggiando il sorriso di ferro che la distingue, la Rice non nega il superamento delle previsioni di Casey e tiene a precisare che per arrivare ad una conclusione «non frettolosa ma giusta» serve tempo. «La morte di Calipari è stato un evento tragico c'è un'indagine ancora in atto, e condivido con Fini la necessità che sia completa, accurata e giusta al fine di appurare cosa avvenne, i nostri governi non risparmiano sforzi nella cooperazione su questo tema e quando l'indagine sarà finita lo faremo sapere con puntualità» ha sottolineato il Segretario di Stato aggiungendo tuttavia la postilla «se ciò sarà possibile». Come dire, non si esclude in via di principio che l'inchiesta possa concludersi senza un risultato definitivo. Fini ha confermato la «piena intesa» sull'indagine, sottolineando che l'Italia «è beta per collaborazione che si è instaurata sin dal primo momento con i rappresentanti degh Stati Uniti, insieme stiamo cercando di giungere ad una ricostruzione condivisa». Ed anche il capo della Farnesina invita a non avere fretta: «Per fare le cose bene servono un'indagine minuziosa e il tempo necessario». Riguardo alle indiscrezioni e polemiche che rimbalzano da Roma sulle resistenze del Pentagono a indicare i militari responsabili a causa delle rogatorie della Procura di Roma, Fini rephca: «Illazioni, indiscrezioni e valutazioni fatte ancora prima di conoscere quello che è l'esito della commissione appartengono solo alla polemica politica non alla doverosa ricerca della verità». Poco dopo il termine del colloquio Fini-Rice è stato il portavoce del Pentagono sul casoSgrena, Barry Venable, a confermare che non è possibile azzardare date: «Il generale Casey fece solo una previsione quando parlò di 3-4 settimane, non diede alcuna assicurazione, se l'inchiesta non è conclusa dipende dal fatto che non tutti gh elementi necessari sono stati ancora acquisiti». Durante l'incontro al Dipartimento di Stato, la Rice ha mostrato attenzione per l'iniziativa italiana «Uniti per il Consenso» per la riforma dell'Orni mentre Fini ha sottolineato come «eventuah futuri disimpegni dall'Iraq non saranno mai unilaterali ma concordati con gh alleati». Uno dei temi in cima all'agenda è stato lo scenario del Medio Oriente dopo il previsto ritiro israeliano da Gaza: Fini ha confermato la disponibilità ad inviare contingenti di carabinieri per aiutare le autorità palestinesi a garantire la sicurezza così come la possibilità che sia l'Italia ad ospitare nei prossimi mesi una conferenza di pace simile a quella svoltasi a Londra. «C'è una forte convergenza fra i nostri governi ha concluso Fini, che prima di ripartire per Roma ha visto anche il consigliere per la sicurezza Stephen Hadley - abbiamo relazioni ottime come forse mai avvenuto in precedenza».