«C'è impunità totale, ci vuole il pugno di ferro»

«C'è impunità totale, ci vuole il pugno di ferro» IL VICEPRESIDENTE DELLA LEGA: NEGLI STADI METAL DETECTOR E TELECAMERE A CIRCUITO CHIUSO il viv.t:rni::»iucmc ucllm lcum: ucvjm a imlm me imi uc i cv. i u» e i ci-cv.zmvìcwc m ^ikvajì i u v.nn, «C'è impunità totale, ci vuole il pugno di ferro» Zamparini: il calcio è lo specchio del Paese e l'Italia d'oggi è un Paese violento intervista Roberto Beccantinl ZAMPARINI, cosa prova il vice-presidente vicario della Lega nonché padrone e presidente del Palermo? «Come italiano, ima profonda vergogna. Non credo che fosse una reazione programmata, e nemmeno una risposta alle minacce di Pisanu: manco sanno chi è, quegli imbecilli». E allora? «Per me è stato uno sfogo contro il gol annullato a Cambiasse. Ma, badi bene, uno sfogo figlio dell'impunità totale, assoluta, repellente che regna nei nostri stadi». Gli inglesi sì che se ne intendono... «Gli inglesi, appunto. Sotto la Thatcher hanno ripulito e bonificato tutto. Sono anni che dico: copiamoli. Forse che i giapponesi non sono diventati una potenza mondiale copiando gli altri? Sa qual è il problema, da noi?» Quale? «Se piazzi i metal detector agli ingressi, violi la privacy. E se metti le telecamere a circuito chiuso, il garante si offende. Ah, gli inglesi: hanno le prigioni dentro gli stadi, beati loro». Lei parla di impunità: abbiamo un governo, una magistratura, una giustizia sportiva... «Il problema nasce proprio da lì; dalle istituzioni. Il calcio è lo specchio del Paese, e l'Italia d'oggi è un Paese violento, dalle leggi molto, molto elastiche. E nel nostro caso, troppo permissive. Senta questa. Mio padre emigrò in Venezuela negli Anni Cinquanta. Mi raccontava che per le strade di Caracas potevi perdere tranquillamente il portafoglio, tanto nessuno lo avrebbe toccato. Da quelle parti, ai ladri, tagliavano la mano». Non crede che sia stata una procedura quanto me¬ no incauta giustificare il salvataggio economico della Lazio «anche» per motivi di ordine pubblico? In pratica, si è legittimato Tanti-Stato degli ultras. «Allude a Berlusconi? No, lui non c'entra. C'entra l'apparato burocratico che gli gira attorno. C'entra la cultura sportiva, che da noi è una non-cultura. Non sappiamo più perdere: si figuri gli interisti, che non vincono lo scudetto dal 1989. Personalmente, sono orgoglioso del mio Palermo. La domenica in cui l'Udinese ciba sommerso in casa, 5-1, alla fine tutto il pubblico ha applaudito la squadra». A Brescia, in compenso, gli ultras entrano spesso negli spogliatoi. Rimedi? «Denunciarli. Arrestarli. Caro lei, perché il comune mortale, se commette un reato da galera, ci va, mentre il vandalo da stadio no? Oggi, in Italia, portare un bambino alla partita è un rischio: e grosso, anche». Che differenza, con l'atmosfera dell'ultimo Real-Barcellona... «Un altro mondo, in campo e sulle gradinate. Al confronto, i derby fra Inter, Milan e Juve sono penosi. Da noi, conta solo il risultato». Responsabilità della stampa? «Grandissime. La maggioranza di voi tifa per il potere. E, così facendo, non educa». Al posto di Moratti, come si comporterebbe? «Io, nei suoi panni, avrei già dato le dimissioni. Irrevocabili. Quando arrivai a Palermo, in una delle prime partite ci furono tafferugli tra le tifoserie. Presi da parte il capo dei miei e gli dissi; se succede ancora, prendo il primo aereo e taglio la corda. Da allora, tranne rari episodi (sputo a Galliani, n.d.r.), tutti buoni e zitti». Magari qualche presidente, ricattato o ricattabile, ha paura. «Non hanno il coraggio di fare come faccio io. A Venezia mi contestavano un giorno sì e l'altro pure, e sa perché? Col cavolo che li riempivo di biglietti omaggio». C'è poi il nodo politico: gli striscioni fascisti, le svastiche, i saluti romani eccetera eccetera. «Siamo alle solite: come può entrare certa roba in curva senza precise connivenze? Che io sappia, alle Olimpiadi non vince chi è di destra o di sinistra: vince chi corre più forte o salta in più in alto. Deve essere così anche nel calcio». All'estero cominciano ad averne le tasche piene, di noi italiani. Non teme che ci possa andare di mezzo la nostra candidatura agli Europei 2012? «Sicuramente, è una tremenda botta all'immagine. Ciò premesso, non è che all'Uefa siano tutti santarellini: è un'organizzazione di potentati sulla falsariga della nostra. Più che dai fumogeni di San Siro, dipenderà da Carrara: se saprà essere credibile o no». Ricapitolando: due partite di Champions League sospese nell'arco delie stessa stagione (Roma-Dinamo Kiev, Inter-Milan), non ci facciamo mancare niente. «Pugno duro. Metal detector, telecamere. E chi sgarra, in prigione. Si crei una commissione governativa ad hoc, a patto che la guidi uno solo. Al diavolo l'impunità». E gli stadi senza barriere? «Sarebbero un formidabile deterrente. Impianti "open" e sicurezza garantita dai club. Provoco? Palermo sta marciando proprio in questa direzione. E arriverà al traguardo. Si fidi». Il patron del Palermo, Maurizio Zamparini

Persone citate: Berlusconi, Galliani, Maurizio Zamparini, Moratti, Pisanu, Thatcher, Zamparini