«Così stiamo costruendo il futuro senza cancro» di Gabriele Beccaria

«Così stiamo costruendo il futuro senza cancro» L'AIRC CELEBRA I SUOI 40 ANNI E PRESENTA SCOPERTE E NUOVE TERAPIE NEGLI 11 CENTRI ONCOLOGICI LEADER IN ITALIA «Così stiamo costruendo il futuro senza cancro» Gabriele Beccaria TORINO Ieri si è celebrato un impetuoso viaggio nel tempo, in un paio d'ore; racconta Umberto Veronesi che nei mitici Anni '60, esattamente 40 anni fa, c'era una parola impronunciabile, perché il solo evocarla significava morte quasi certa. Oggi, anno 2005, la si scandisce in tono di sfida, perché già in 5-6 casi su 10 significa malattia guaribile. Tra altri 40 anni, forse, si tornerà a tacerla di nuovo perché diventata irrilevante: per la metà del XXI secolo le terapie potrebbero essere talmente precoci da essere esercizi routinari. Cancro è la parola, già maledetta e ancora - spesso - spaventosa. Il viaggio nel tempo è l'intensa storia dell'Aire, l'Associazione italiana per la ricerca sul cancro, che ieri ha voluto raccontare il proprio 40" compleanno, dalle origini pionieristiche fino a un futuro prossimo che ormai si disegna con l'intensità di toni di chi ha decifrato i filamenti del Dna. Da Milano Umberto Veronesi, uno dei fondatori, oggi direttore dell'Istituto europeo di oncologia, si è collegato in videoconferenza con i ricercatori di altri 11 centri che hanno fatto la storia dell'oncologia italiana e nello show virtuale ciascuno ha avuto 4 minuti cronometrati per spiegare: una nuova terapia, una sperimentazione o un progetto in fieri, che hanno richiesto anni di studi msieme con milioni di euro di investimenti. Il miracolo riuscito della sintesi si è intrecciato con i dati che sanno, oltre ogni dubbio, di miracoloso. Nel 1965 a farcela era non più del 200Zo dei malati, mentre oggi - ha spiegato Veronesi - «si è al 5007o per i 4 big killer», tumore al sano, del polmone, della prostata e del colon. Altri 4 - ha aggiunto - sono stati quasi completamente sconfitti (leucemie infantili, linfoma di Hodgkin, tumore del collo dell'utero e del testicolo). E infine «è migliorata la qualità della vita» : le operazioni non sono più le umilianti mutilazioni di un tempo e al dolore è stato imposto un deciso controllo. Se malati e sani sono accomunati dalla volontà di sapere, eccoli, almeno momentaneamente, soddisfatti. Dal Cspo di Firenze Marco Rosselli del Turco esalta la nuova frontiera della prevenzione, quella prima dell'insorgere del tumore e quella che individua il più precocemente possibile eventuali ricadute. Katia Scotlandi dell'Istituto Rizzoli di Bologna sottolinea l'efficacia di due molecole per la cura dei tumori ossei e Angelo Paradiso dell'Ospedale Oncologico di Bari racconta le terapie personalizzate contro il carcinoma alla mammella. DalTIrcc di Candiolo-Torino Silvia Giordano sintetizza il ruolo di alcune molecole - le semaforine nella formazione delle metastasi, mentre dall'Ist di Genova Adriana Albini spiega la prevenzione attraverso i farmaci dell'angiogenesi (la creazione dei vasi che portano nutrimento ai tumori in formazione) e Elisabetta Dejana dell'Ifom di Milano parte dalla scoperta delle proteine «adesive» che legano le cellule tra loro per arrivare al controllo della vascolarizzazione dei tumori. Dal Cro di Aviano Silvia Franceschi rivela l'efficacia dei vaccini contro i tumori provocati da batteri e virus (al fegato, allo stomaco e al collo dell'utero) e Licia Rivoltini dell'hit di Milano sottolinea come i vaccini di nuova generazione possono stabilizzare o far regredire forme tumorali altrimenti «intrattabili» (per esempio il melanoma). All'Ieo di Milano Giovanni Paganelli illustra la tecnica della biopsia del «linfonodo sentinella» per le metastasi all'ascella, all'Int di Napoli Franco Perrone descrive la sfida deifarmaci intelligenti che colpiscono all'interno della cellula malata e, infine, al Regina Elena di Roma Giovanni Blandino spiega la creazione della «piattaforma di oncogenomica» per vivisezionare il tumore e intervenire sui meccanismi che legano i geni ai loro prodotti, le proteine. Undici scienziati eli sguardi diversi (che a volte non possono non provocare vertigini nei non addetti ai lavori). Eppure tutti si sono dichiarati debitori dell'aiuto dell'Aire : in 40 anni ha raccolto 740 milioni, concesso 5330 borse di studio e finanziato 7300 progetti grazie alle donazioni di 27 milioni di soci, vale a dire da un italiano ogni due. Un record unico, riassunto dallo slogan della giornata: «La ricerca che cura». Veronesi: già oggi si guarisce nel 50-50o7o dei casi e la qualità della vita dei malati è stata rivoluzionata wmm. Umberto Veronesi