L'incognita risorse sulla nuova irap il governo accelera di Alessandro Barbera

L'incognita risorse sulla nuova irap il governo accelera FORZA ITALIA CE CHI PENSA AD IMPOSTE PIÙ ELEVATE PER I REDDITI ALTI L'incognita risorse sulla nuova irap il governo accelera Il dibattito dopo la proposta di Micossi su La Stampa. Vegas: va bene ma serve il federalismo fiscale. Visco: intervenire sui contributi sociali Alessandro Barbera ROMA C'è davvero lo spazio per alleggerire l'Irap? Se sì, come recuperare l'eventuale gettito? Oppure il vero problema è arginare gli effetti della prossima sentenza della Corte di giustizia europea? Le risposte a ciò che sarà dell'odiatissima imposta, l'imposta sulle attività produttive introdotta nel 1997, potrebbero arrivare prima del previsto. Nella maggioranza, in preda alle contorsioni postelettorali, per il momento le opinioni sono le più varie. Dal ministro del Welfare Maroni, che ha lanciato la proposta di spostare i dodici miiardi del taglio Irpef programmato da Berlusconi in deduzioni sul costo del lavoro a chi, come ad esempio il deputato di An Maurizio Leo, ne chiede l'immediata modifica per evitare che i contribuenti smettano di pagare in attesa della sentenza Uè. In mezzo ieri si è messo il deputato di Forza Italia Guido Crosetto, che a sorpresa lancia la proposta di finanziare un taglio del costo del lavoro anche con aumenti delle imposte per le fasce di reddito più alte. In pratica una svolta a «U» della strategia berlusconiana. E annuncia: «Siniscalco sta già lavorando da un pò di tempo al problema Irap». Le strade sono tutte aperte, e la sentenza della Corte del Lussem¬ burgo non sembra imminente. Potrebbe arrivare entro la fine dell'anno, ma non è detto che il governo non decida di chiedere udienza di fronte ai giudici per avallare le proprie tesi. Un passaggio che potrebbe far dilatare il giudizio al 2006. C'è poi da capire che tipo di sentenza arriverà: la Corte potrebbe bocciare l'imposta tout court oppure valutarla contraria alle norme comunitarie solo in parte. «E' molto prematuro fare previsioni», dice l'ex ministro diesse Vincenzo Visco, il «padre» dell'imposta. «L'Irap esiste in forme molto simili sia in Francia che in Germania. Un eventuale giudizio negativo si abbatterebbe su mezz'Europa». L'unica cosa certa è che rinunciare a trentatré miliardi di gettito (nove dei quali sono però la partita di ^iro. dell'Irap pagata dalla pubblica amministrazione) non è semplice. «La parola abolire non va bene», ha detto l'altra sera all'«Infedele» il leader dell'Ulivo Romano Prodi. «Che in Italia ci siano tutti questi soldi da risparmiare è un po' un luogo comune», aggiunge Visco. «L'Italia ha un milione e mezzo di dipendenti pubblici in meno della Gran Bretagna. I nostri problemi sono la spesa per interessi e pensioni, che valgono sei punti di Pil in più degli altri Paesi europei». Se è così, resterebbero solo strade drastiche come il taglio netto dei contributi alle imprese. Una voce che nel bilancio, dello Stato vale più o meno una trentina di miliardi. Come sostituire quindi il gettito - tutto o parte di esso - dell'Irap? Ieri dalle colonne della Stampa l'economista Stefano Micossi ha rilanciato l'alleggerimento dell'Irap laddove pesa sul costo del lavoro, vale a dire il prelievo Irap sulle retribuzioni, compensandolo con un aumento dell'Iva e dell'addizionale Ire (l'ex Irpef), in sostanza aumentando il prelievo sulle persone fisiche. H sottosegretario al Tesoro Giuseppe Vegas, noto per i suoi bracci di ferro con gli enti locali, non boccia l'idea ma non è d'accordo sugli aumenti delle addizionali: «Finché non si attua un vero federalismo fiscale aumentarle non èuiina.buona strada. Oggi nell'immaginario degli italiani le addizionali vengono pagate allo Stato, Jòop alle Regiom. Ma il servizio lo fornisce la Regione». Vegas non vuole sbilanciarsi, «perché al momento tutte le ipotesi sono al vaglio», ma offre uno scenario che considera «di buon senso»: «Se ci trovassimo a ragionare su una parte dell'attuale gettito la strada più facilmente percorribile mi sembra quella di uno spostamento verso una "imposta dei servizi" (una tassa prevista dalla delega fiscale del'ex ministro Tremonti, ndr) e in parte intervenendo sulle accise». E se invece si dovesse sostituire l'intero gettito? «In quel caso probabilmente sarebbe necessario o tagliare pesantemente la spesa o intervenire sulle imposte dirette». Anche Visco è perplesso per via del gettito - «qui non c'è una lira» e ribadisce una proposta già lanciata qualche mese fa: «L'intervento che propone Micossi costa almeno dodici-tredici miliardi di euro. Io invece avevo proposto l'esclusione dei contributi sociali dal costo del lavoro, un intervento contenuto in quattro miliardi e mezzo di euro». Andrea Carinci, professore di diritto tributario a Bologna, toma invece sulla questione europea, perché «non è del tutto da escludere» che la Corte del Lussemburgo faccia piazza pulita dell'imposta in quanto tale: «L'idea è perconribile, ma resta il problema del gettito e del giudizio europeo. La giurisprudenza della Corte lascia aperta anche la strada dei rimborsi». LA SUDDIVISIONE DELL'IRAP GETTITO PER AREE GEOGRAFICHE DAL 2000 AL 2002 -200 «Li !FE O «j.. «.. 1 W*.'d. Fonte: Il Sole 24 Ore

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