Gli zelotì che vogliono ricostruire il Tempio

Gli zelotì che vogliono ricostruire il Tempio IL MOVIMENTO ULTRAORTODOSSO SORVEGLIATO SPECIALE DEI SERVIZI DI SICUREZZA Gli zelotì che vogliono ricostruire il Tempio La guerra del leader di «Revavà» al «governo traditore e blasfemo» AldoBaquis TEL AVIV «Guardate sul motore di ricerca Google: - dicevano ieri gli attivisti non ci crederete, siamo citati in 65 articoli». Revavà, il piccolo gruppo che fino a un mese fa era del tutto ignoto agli israeliani, viene adesso riproposto in tutte le salse. Parlano delle sue attività e analizzano la sua strategia anche mezzi di comunicazione importanti. «Ci ha intervistato anche la Tv araba al-Jazeera», esulta il leader di Revavà, David Ha-Ivri. Da sempre Ha-Ivri vive ai margini della politica. Ha iniziato venti anni fa nelle fila del Kach, il gruppo eversivo anti-arabo messo fuori legge dopo la strage alla Tomba dei Patriarchi di Hebron in Cisgiordania (1994). Poi ha assunto la guida di Tapuach, la piccola colonia ebraica presso Nablus nota per l'oltranzismo dei suoi abitanti. Gli stessi soldati israeliani non ci entrano volentieri, nel timore di essere aggrediti. Adesso Ha-Ivri ha scoperto un nuovo cavallo di battaglia: il Monte del Tempio (ossia la Spianata delle Moschee) che a suo parere deve essere riconsegnato dai musulmani ai legittimi proprietari ebrei. Anche se vive su un remota collina della Samaria, il carismatico zelota conosce bene la dinamica dei mezzi di comunicazione. Forte appena di poche decine di seguaci, molti dei quali appena adolescenti, ieri è riuscito ad imporre il proprio ordine del giorno ad israeliani e palestinesi. Per quanto sembri assurdo, per sbarrare la strada ai militanti di Revavà (in ebraico significa: diecimila persone) la polizia israeliana ha mobilitato oltre tremila agenti, in assetto antisommossa. Il Muftì di Gerusalemme sceicco Ekrama Sabri, massima autorità islamica palestinese, ha lanciato drammatici appelli «a salvare la moschea al-Aqsa dall'attacco dei coloni». Hamas e la Jihad islamica hanno avvertito Israele che la penetrazione di ebrei nella moschea sarebbe la fine della tregua. Moniti ed avvertimenti analoghi sono giunti da Egitto ed Iran. Ieri quindicimila integralisti islamici, guidati dal leader di Hamas in Cisgiordania sceicco Hassan Yussef, si sono barricati sulla Spianata per sbarrare la strada a Revavà. Lo Shin Bet, il servizio di sicurezza, segue con attenzione Revavà perché la Spianata delle Moschee - se attaccata da terroristi può rappresentare il catalizzatore di un conflitto apocalittico fra Isra¬ ele e il mondo islamico. Ai suoi seguaci Ha-Ivri spiega che di fatto una guerra civile è in atto, in Israele, fra la attuale leadership laica e i seguaci del Signore. «Loro - dice con disprezzo, alludendo al governo di Ariel Sharon consentono che carne abominevole di maiale sia venduta in pubblico, a Tel Aviv e a Gerusalemme. Non solo, cedono al nemico porzioni della terra di Israele», ossia la Striscia di Gaza. Per illustrare meglio la assurdità della situazione, Ha-Ivri nota che sul Monte del Tempio - per non irritare i fedeli musulmani - la polizia israeliana consente solo l'ingresso di piccole comitive di ebrei. Costoro sono seguiti da vicino. «Ci vietano perfino di esporre la nostra bandiera nazionale nel luogo a noi più sacro», esclama Ha-Ivri. «Un nostro compagno, che ha osato mormorare una preghiera, è stato accusato dalla polizia di aver compiuto un atto disdicevole in un luogo pubblico. Come se fosse andato nudo nel centro di Tel Aviv». Come tutti i rivoluzionari, anche ha-Ivri ha un progetto di lungo termine: cambiare lo status quo sulla spianata delle Moschee. «Volenti o nolenti, i musulmani dovranno abituarsi alla nostra presenza», assicura. Ma non sono loro a rappresentare, per lui, il problema principale che deriva invece dalla santità del Monte dove fino al 70 d.C sorgeva il Tempio di Gerusalemme. L'area del Sanata Sanctorum è vietata agli ebrei, e la sua esatta ubicazione è andata persa nel tempo. In teoria, inavvertitamente, Ha-Ivri e compagni potrebbero dunque attraversarla. «Niente paura, tutto risolto», spiega adesso lo zelota che ha fatto stampare dettagliate piantine della Spianata dove sono evidenziate con colori sgargianti zone «aggiunte« dopo la distruzione del Tempio, dove oggi - a suo parere - è lecito entrare, pregare e (un giorno) costruire una adeguata sinagoga. Per evitare promiscuità inopportune, Revavà ha anche predisposto due entrate separate nella Spianata: una per gli uomini, l'altra per le donne. Una tale mole di lavoro, ragiona la Shin Bet, potrebbe essere utilizzata anche per compiere attentati. Gli ex militanti del Kach hanno fama di essere persone senza scrupoli. Ha-Ivri lamenta comunque di essere vittima di una disinformazione. «Noi non entreremmo mai nel Monte del Tempio di notte, come ladri di polli. Mai. Il nostro obiettivo - spiega - è di spalancarne le porte ed entrare in massa, a testa alta». l'manifesto degli ultra di Revavà. Il nuovo Tempio sulla Spianata delle Moschee