Mosca-Vaticano rimane il gelo Papa oscurato in tv

Mosca-Vaticano rimane il gelo Papa oscurato in tv La Duma mette ai voti la censura al pontefice che «non amava la Russia» e qualcuno dice: «Nulla sarà più grandioso dei funerali di Stalin». Le «Izvestia»: «Invece di mostrarci europei, stiamo con i cinesi» Mosca-Vaticano rimane il gelo Papa oscurato in tv La Santa Sede affida l'ultima messa per il Santo Padre al capo dei cattolici russi: «A Wojtyla avrebbe fatto piacere». Il padrone del Cremlino invece ostenta la sua assenza alla cerimonia romana Francesca Sforza corrispondente da MOSCA Un talk-show, un documentario sulla natura, un telefilm americano, un reportage sul disgelo primaverile nel Tatarstan. Non c'è stata neanche una, delle sedici emittenti televisive russe, che abbia dato in diretta i funerali di Giovanni Paolo IL E neanche una parola è stata spesa durante i sintetici collegamenti dei telegiornali sui motivi per cui il presidente russo Vladimir Putin non si trovava ieri in Vaticano. «La delegazione russa - si sono limitati a registrare i tg - è rappresentata dal primo ministro Mikhail Fradkov e dal metropolita Kirill, capo del dipartimento delle relazioni esterne del Patriarcato di Mosca». I pochi quotidiani che nei giomi scorsi avevano chiesto a Putin di «spiegare almeno in pubblico la ragione della sua assenza», si sono sentiti rispondere con un ostinato silenzio. «Poteva essere l'occasione per riaffermare la vicinanza con gli Stati Uniti e l'Europa - si lamentava ieri "Isveztia", - un gesto simbolico che sarebbe passato alla storia, un po' come la telefonata tra Bush e Putin dopo 1' 11 settembre. E invece la Russia si mette di nuovo in una posizione isolata, preferendo ritrovarsi a fianco della Cina». Sono state le pressioni della Chiesa ortodossa a impedire a Putin di sedersi vicino ai potenti della terra per l'ultimo saluto a Giovanni Paolo II? Governo russo e chiesa ortodossa vivono negli aitimi anni in una sintonia ideologica che li vede condividere un'idea della grande Russia insidiata dal resto del mondo. Ma il quotidiano «Kommersant» sostiene che il presidente russo abbia interpretato, più che i voleri del patriarca Alessio II, «il sentire diffuso del russo medio», secondo cui Papa Wojtyla significa innanzitutto perestrojka e Solidamosc, ovvero il disfacimento dello stato sociale e il collasso dell'Urss. «Giovanni Paolo II, d'accordo con il presidente Reagan, intendeva usare la popolazione cattolica dell'Europa orientale al fine di disgregare l'Urss», ha commentato il politologo Aleksandr Dughin in un'intervista alla «Komsomolskaja Pravda». «Per la stessa ragione che ha portato il partito comunista a nascondere tutto ciò che proveniva dall'Occidente - ha osservato invece Piotr Romanov sulla RIA Novosti - questo Papa non poteva ricevere l'appoggio della Chiesa russa: oggi come allora alla base di tutto c'è la paura di confrontarsi». Il giorno prima del funerale Aleksei Mitrofanov, deputato del partito «liberaldemocratico» dell'ultranazionalista Vladimir Zhirinovskij, si era lanciato in un duro attacco contro i media che dedicavano troppo spazio al Papa: «Non siamo un Paese cattolico e tutta questa attenzione su quanto sta accadendo a Roma è ingiustificata - ha detto dalla tribuna della Duma - I giornalisti non fanno altro che ripetere che questi funerali saranno grandiosi, ma nulla potrà essere più grandioso dei funerali di Stalin, che sono stati commemorati in tutti i continenti del mondo!». Il resto del mondo si chiede perché Putin non si è presentato a San Pietro, ma per Mitrofanov anche la rappresentanza del premier Fradkov appare un onore eccessivo. Il deputato si è anche avventurato in uno sfortunato paragone con Leonid Breznev: «Perché il mondo non ha provato pietà di lui giudicandolo un vecchio rimbecillito e si è invece commosso davanti a un Papa che si è trascinato a fatica per otto anni?». Un'uscita nello stile agressivo del numero due del partito di Zhirinovskij, se non fosse che 92 deputati - quasi un quarto della camera - hanno votato a favore della sua proposta di censurare le notizie sul Papa che «non amava la Russia né come polacco, né come cattolico». In un clima come questo nessuna tv ha osato una diretta con Vaticano e l'unico luogo dove ieri si poteva seguire il funerale era la Cattedrale dell'Immacolata Concezione nella capitale, dove è stato allestito un maxischenno. Gli altri cattolici russi - almeno 600 mila, di cui 75 mila a Mosca hanno assistito a messe celebrate in ricordo del Papa nelle oltre 200 diocesi presenti nel Paese. «Siamo condannati al dialogo con gli ortodossi - ha detto l'arcivescovo cattohco di Mosca Tadeusz Kondrusiewicz - Credo che il dialogo si svilupperà. Prego perché ciò avvenga». E' stato lui a celebrare l'ultima messa a San Pietro prima dei funerah: «Ouando me lo hanno chiesto mi sono rifiutato, non parlo bene l'italiano, c'erano vescovi più bravi di me. Ho accettato solo quando mi hanno detto che il Papa sarebbe stato contento di sapere che l'ultima messa era stata celebrata dal vescovo di Mosca, la città che aveva sempre voluto visitare». Tadeusz Kondrusiewicz non può dimenticare le ultime parole di Giovanni Paolo U durante un incontro al Policlinico Gemelli, l'8 marzo scorso: «Come vanno le cose in Russia?», aveva chiesto il Papa. A sinistra, cattolici russi pregano per il Papa nella cattedrale di Mosca. Sopra,1 Vladimir Putin con il patriarca di tutte le Russie Alexij 11