Ogni anno più scosse «Non sappiamo perché» di Maurizio Molinari
Ogni anno più scosse «Non sappiamo perché» I SISMOLOGI AMERICANI IN CERCA DI SPIEGAZIONI Ogni anno più scosse «Non sappiamo perché» intervista Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK QUANTO avvenuto con il terremoto che ha colpito l'isola di Nias dimostra che sappiamo assai poco sugli tsunami». Nelle parole di Mike Hagerty, sismologo di punta del Weston Obervatory di Boston, c'è tutto lo stupore della comunità scientifica per i dati del sisma. Perché tanta sorpresa? «Il terremoto di lunedì ha avuto una magnitudine di 8.7 gradi e quello di dicembre era stato di 9.3 gradi. Inoltre le caratteristiche geofisiche del fenomeno sottomarino sono state simili così come i dati che abbiamo raccolto. Ogni analisi degh elementi portava a dire che ci sarebbe stato un altro tsunami nell'Oceano Indiano ma ci siamo sbagliati, perché non è avvenuto». Ciò significa che il modello geofisico sugli tsunami deve essere rivisto o corretto? «Significa che sugli tsunami sappiamo ben poco. Sappiamo che avvengono quando la magnitudine è alta, la rottura profonda, il taglio verticale, il processo di spostamento lineare. Ma su tutto il resto abbiamo solo delle idee. Diciamo ad esempio che lo tsunami è più probabile in zone dove prevale il fango, la sabbia intrisa di acqua e non i fondali rocciosi. Ma sono congetture, a cominciare da quelle sulla potenza. Basti pensare che nel 1992 a scatenare uno tsunami in Nicaragua fu sufficiente un sisma di magnitudine 7 ovvero di potenza assai inferiore». Prevenire gli tsunami non potrebbe essere più difficile... «L'unico modo per fare il massimo è monitorare quante più aree a rischio possibile, per registrare ogni tipo di fenomeno. Il sisma di Nias è stato registrato da un sonda sottomarina posizionata dopo lo tsunami di dicembre. Tanto più non sappiamo tanto più dobbiamo osservare». I dati di monitoraggio del governo federale aggiornati a ieri sommano 186 terremoti sul Pianeta e inoltre negli ultimi anni ve ne è stato un considerevole numero di molto potenti, dall'Iran all'Indonesia. Cosa sta avvenendo a suo avviso sulla crosta terrestre? «L'aumento della frequenza di sismi potenti è fuori di dubbio. Per capire il perché bisogna tener presente che il sisma si verifica quando c'è un'accumulazione di sforzo nel tempo. Considerando che le placche si spostano in media di 6 cm l'anno possono essere necessari cento o mille anni per creare le condizioni necessarie ad un terremoto di grande potenza. Ciò significa che solo conoscendo quanto si sono spostate le placche in passato noi possiamo tentare di immaginare quanta potenza si è accumulata. Ed il problema sta proprio in questo: gh strumenti di monitoraggio vengono usati dall'uomo da appena cento anni e dunque non abbiamo idea di cosa sia avvenuto prima, disponiamo di una memoria scientifica troppo corta. Non siamo in grado di dire quanta potenza si è accumulata negh ultimi 500 o 1000 anni in un luogo piuttosto che un altro. Il moltiplicarsi di sismi potenti può essere il risultato di processi iniziati 1000 anni fa». Non è possibile con l'uso dei satelliti tentare dì comprendere quanta potenza si accumula? «Disponiamo di una tecnologia che si chiama "Insar" grazie alla quale è possibile sovrapporre immagini satellitari al fine di verificare lo spostamento delle faglie. Ma anche in questo caso i riscontri non sono sufficienti ad arrivare a conclusioni certe. Basta tenere presente quanto è avvenuto lunedì a largo di Sumatra: nessuno aveva previsto né tantomeno immaginato che solo tre mesi dopo lo tsunami potesse verificarsi nella stessa zona un sisma altrettanto potente». JH^iillSMICHEREGISTOAnE NEGU UlTIMI 7 GIORNI DI punti in cui la terra trema TERREMOTI NEL MONDO DAL '73 AL 2004 SUPERIORI A MAGNITUDO 2,5 30.000 25.000 20.000 15.000 10.000 5.000 0 Negli ultimi 20 anni il numero degli eventi sismici è aumentato di cinque volte I O CTI XtX 91
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