La sorpresa dell'ex de «Chi consiglia il premier?»

La sorpresa dell'ex de «Chi consiglia il premier?» IL MINISTRO DELLA FUNZIONE PUBBLICA, I CONTRATTI E LE SCADENZE ELETTORALI La sorpresa dell'ex dc «Chi consiglia il premier?» Baccini (Udc) non ha gradito la rettifica al ribasso della sua proposta «E un momento molto delicato, qui dobbiamo chiudere in fretta» retroscena Fabio Martini ROMA DEVE aver pensato che nei momenti difficili la ricetta della nonna è sempre la migliore. Era il giorno di Pasquetta e il ministro della Funzione Pubblica Mario Baccini, un Udc che ha fatto la gavetta nella De, ha accettato di farsi intervistare dal "Giornale" e ha annunciato: «Per gli Statali si può ragionare su un aumento da 100 euro, il contratto va chiuso al più presto, tanto meglio se prima delle elezioni regionali». Aprire i rubinetti prima delle elezioni era una vecchia ricetta democristiana e così ieri mattina il ministro Baccini è rimasto sbalordito quando i suoi collaboratori gli hanno comunicato: «Mario, Berlusconi ha detto che sopra i 95 euro non si va...». Baccini ha capito subito che non era il caso di mettersi a palleggiare dialetticamente col presidente del Consiglio e ai suoi lo ha detto subito: «Oggi non parlo con i giornalisti...». Non che a Baccini manchi carattere, anzi una certa strafottenza romanesca negli anni scorsi gli ha consentito di discettare sull'esaurimento del governo e sull'urgenza di un Berlusconi-bis. Ma stavol' ta, cercato dai cronisti, Baccini si è scoperto una vena introversa: «No comment, parleremo domani...». Aggiungendo soltanto: «Ne parleremo con gli amici di An», alludendo al convegno sulla «Pubblica amministrazione» organizzato per oggi da Udc e An e al quale dovrebbero intervenire i due vicepresidenti del Consiglio Gianfranco Fini e Marco Follini e anche l'europarlamentare di Forza Italia Antonio Tajani. Ma se in pubblico tace, in privato il ministro della Funzione Pubblica non ha fatto mistero della sua sorpresa: «Questo benedetto contratto è sentito da tutti, ma è arrivato il momento di trovare la quadra giusta e bisogna farlo il prima possibile». E quanto a Berlusconi, nel chiuso del suo ufficio, Baccini si è potuto esprimere liberamente: «Quella posizione non ha molto senso e viene da chiedersi: ma chi consiglia il Presidente?». Perché Berlusconi proprio così ha detto: «Dare un aumento di 100 euro significherebbe dare il cattivo esempio» e comunque chiudere un accordo «prima delle Regionali avrebbe un significato elettorale che non si dovrebbe dare a questa trattativa». Mario Baccini è di quei pochissimi ministri dell'esecutivo Berlusconi che ha iniziato a far politica stando già dalla parte del governo, in ciò diversissimo dagli ex missini o dai leghisti, che invece la loro gavetta l'hanno fatta all'opposizione. Diploma da ragioniere, Mario Baccini è uno di quei politici di «una volta», che salivano passo passo la scala del potere. Democristiano sin da ragazzo, Baccini prende per la prima volta il potere nel suo quartiere: a 29 anni è presidente della diciottesima circoscrizione di Roma, detta anche la «Gran Bretagna» perché in nessun'altra parte del mondo c'è una simile densità di case generalizie, istituti, ' cliniche cattoliche. Certo quando regnava la De le logiche erano altre, per le spese a pie' di lista c'era un'altra tolleranza. Come nella primavera del 1987, quando il governo Fanfani, appena ottenuta la non fiducia del Parlamento, finnò con i sindacati un contratto del pubblico impiego. Ma il tempo stringeva e in quella occasione una squadra di motociclisti portò la copia au¬ tentica del contratto a Palazzo Chigi: mancavano 45 giorni alle elezioni Politiche fissate per il 14 giugno. Anche se dal passato arrivano anche precedenti virtuosi. Come ricorda Michele Gentile, coordinatore della Funzione Pubbhca Cgil e memoria storica del sindacato: «Nel 1992-93 Giuliano Amato da presidente del Consigho non volle chiudere ì contratti della scuola e della sanità proprio per evitare il sospetto di una manovra elettoralistica». E proprio per non essere associato ad un'iniziativa dal sapore troppo compiacente, ieri sera il vicepresidente del Consigho Marco Follini ha avuto una tentazione che quasi certamente metterà in pratica: disertare il convegno Udc-An dell'hotel Plaza di Roma che era stato pensato proprio per lanciare la proposta «giusta» per sbloccare una vertenza che dura da un anno e mezzo. SCONTRO IN FRANCIA Anche in Francia tiene banco la vertenza per il rinnovo dei contratti pubblici per 5,2 milioni di lavoratori del settore. Il ministro per la funzione pubblica, Renaud Dutreil, ha propostoalleorgànizzàzioni sindacali un aumento dello 0,8yo per il 2005. diesi aggiunge all'I 0Zo già stabilito; Per il 2006 il ministro ha quindi ipotizzato due scenari per gli aumenti salariali: nelprimo ha proposto un 4-1,370 da dare in duetranche; nel secondo il ministro ha proposto una parte fissa dell'I ,rZo ed una variabile legata alla crescita del Pil. Le trattative tra governo ed organizzazioni sindacali erano riprese il 22 marzo, dopo una serie di scioperi che hanno jortato centinaia di migliaia di avoratori a protestare contro la perdita del potere d'acquisto di salari e stipendi. Una manifestazione sindacale per il contratto del pubblico impiego

Luoghi citati: An, Francia, Gran Bretagna, Roma, Udc