Volontari per lo show più grande del mondo

Volontari per lo show più grande del mondo PARTONO LE SELEZIONI DEI 4 MILAGIOVANI CHE ANIMERANNO (IN PRIMA FILA O DIETRO LE QUINTE) LE CERIMONIE Volontari per lo show più grande del mondo Servono ginnasti, artisfettori e figuranti da mettere agli ordini 'li del geniale Jack Doug durante le serate di apertura e chiusura O c'ero». Le Olimpiadi invernali portano a Torino lo spettacolo più grande del mondo: due ore di diretta seguite in mondovisione da oltre 3 miliardi di telespettatori, per uno show che richiederà la partecipazione di 4 mila volontari che si esibiranno su 4 mila metri quadrati di palco nel nuovo Stadio Comunale. Sono le cerimonie di apertura e di chiusura dei Giochi. «Vuoi partecipare allo show più grande del mondo?» è lo slogan scelto dal Toroc per inaugurare il reclutamento dei volontari: ragazzi tra i 10 e i 35 anni, anche alla prima esperienza. Poi ginnasti, artisti circensi, attori e figuranti, animatori, percussionisti, musicisti e aiuto produzione che insieme comporranno la squadra «Cerimonie2006». A dirigere questo imponente spettacolo l'americano Jack Doug che a Torino guiderà per la sesta volta le^corgografie di massa di un'Olimpiade (dopo Barcellona:'92, Atlanta '96, Sydney 200Ò;*SaltTaTi:e City 2002 e Atene 2004). «Io c'ero quando Torino, in pochi secondi, da città semisconosciuta si trasformò in capitale dello sport e della cultura internazionale: è questo - spiega Marcello Scarpina, studente ventenne di Economia - il motivo per cui ho scelto fare di contribuire alla realizzazione delle cerimonie». Ma chi crede che i volontari siano spinti dalla smania di protagonismo si sbaglia: la maggior parte delle prime richieste sono per l'organizzazione nel backstage: «Non sono attratto solo dallo spettacolo - aggiunge Marcello - ma dal meccanismo incredibile che lo renderà possibile. Spero che tutto fili per il meglio è che Torino si faccia conoscere per quello che veramente è: la città più europea d'Italia». Anche Manuela Gullo, 28 anni e una laurea di Beni Culturali deve esserci «per forza», anche se non è il fascino per gli sport olimpici ad avere la meglio: «Organizzo eventi culturali: vedere come funziona il meccanismo dietro lo spettacolo più grande del mondo sarà un'esperienza incredibile. Sarò al centro di un evento irripetibile, che nella vita capita solo una volta». Lo scopo delle cerimonie non è solo quello di dare il via e chiudere un'Olimpiade, «ma soprattutto - spiega il coreografo Doug - vedere, o meglio, partecipare ad un evento del genere significa comunicare energia ed emozione allo stato puro: l'obiettivo è trasmettere il sentiménto dei Giochi che verranno, interpretando il presente, il passato e il futuro del Paese che li organizza». Il primo, vero brivido olimpico si sente quando i volontari-in questi giorni impegnati nelle fasi di reclutamento osservano i filmati delle coreografie degli ultimi Giochi di Atene e Salt Lake City: «Ci pensate? Tra meno di un anno sarà la bellezza di Torino e dell'Italia a essere rappresentata in tutto il mondo - dice Michele Pace, 25 anni, praticante avvocato e notaio di origini siciliane -. Ho sempre sperato che Torino "vincesse" le Olimpiadi e, ora, eccoci qua: la svolta, il momento in cui si uscirà dalla penombra per mostrare a tutti quello di cui siamo capaci». Nonostante un futuro da notaio Michele sostiene che l'SO per cento di me è un artista: mi piacerebbe partecipare alle coreografie, fere parte della massa dei quattromila e poter dire: Io c'ero».-Per una volta poco importano le origini geografiche: con le Olimpiadi tutti si sentono più italiani e, soprattutto, più torinesi: «Quella sera finalmente si capirà - aggiunge Michele - che questa non è una città di barotti e di gente con la puzza sotto il naso, ma di persone festose e allegre, che rappresentano l'Italia nella sua forma migliore». Nessuna anticipazione sulle scenografie e le coreografie di massa, né tantomeno sul nome degli artisti che parteciperanno allo spettacolo: «Per adesso posso dire che il filò conduttore - ha aggiuntò Doug -è la passione degli italiani per la vita, in ogni sua forma, e i motivi per cui jgli italiani sono così orgogliosi di appartenere a questo Paese». Tra i volontari si coglie a piene mani l'entusiasmo di' chi, cóme Laura Cavallai, 25 anni, laureanda in Scienze Diplomatiche Intemazionali, vuole rappresentare «i valori olimpici in un Paese che troppo spesso -,spiegava-'sgfìibretj ridurre lo sport a questioni dì méircato e ingaggi». LaMrfcéSpi?"! ra a fare parte della squadra che lavorerà nel backstage e si illumina quando spiega il suo personale perché: «Sarà un onore per me poter partecipare alle^cerimònie olimpiche, la rappresentazione della competizione sana, dell'integrazione e dell,a pace tra popoli, in un momento corale che celebra valori immateriali e ideali sportivi preziosi». La squadra delle cerimonie nasce a primavera e chiama a raccolta i giovani che vogliono vivere un'esperienza irripetibile. Per fare parte di questo specialissimo gruppo è semplice: basta compilare il modulo di adesione reperibile sul sito web del Toroc, www.torino2006.org/cerunonie. IL MONDO DEI VOLONTARI A CINQUE CERCHI le adesioni ricevute a fine marzo e provengono: dalla provincia di Torino (tra questi circa 12.000 da Torino, 1.500 dalla Val di Susa, 1.000 da Pinerolo, 300 daBar(|onecchia-Cesana-Pragelato-Sestriere). 17.000 4S0 300 eoo da Cuneo da Asti da Alessandria da Biella da Vercelli da Novara da Verbania Gli altri da tutta Italia e dall'estero La'crescita di adesioni è stata costante, con un picco di crescita dopo i Giochi di Atene (agosto 2004) da 10.000 a 15.000 unità in un mese Da "allora la crescita è stata esponenziale.

Persone citate: Jack Doug, Laura Cavallai, Manuela Gullo, Marcello Scarpina, Michele Pace, Toroc