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Glovanardi: sulla giustizia siamo cauti -vi - 1,-V ' •-7 . "i;.l. IL MINISTRO PER I RAPPORTI CON IL PARLAMENTO. Giovanardi: sulla giustizia siamo cauti per il Quirinale «Una. riforma all'acquadi rose??!DQbbiamo fare i. conti anche con la Consulta. La Quercia ha aiutato i fascisti» intervista MINISTRO Giovanardi, il presidente Berlusconi nell'intervista a «La Stampa» pubblicata il giorno di Pasqua dice che la riforma sulla giustizia è «all'acqua di rose». Se ne dovrebbe desumere che i soliti centristi della maggioranza lo hanno bloccato, mentre lui voleva fare di più. Che ne pensa? «Non c'è alcuna ragione perché Berlusconi se la prenda con noi. Il Parlamento ha cercato di arrivare a un equilibrio in modo che la legge non sia censurabile da parte del Capo dello Stato e della Corte Costituzionale. Se il Presidente della Repubblica, come si ritiene, firmerà la riforma, c'è ancora il rischio-Consulta. Non basta la volontà del Parlamento per legiferare: ci sono altri organi che intervengono successivamente». Il punto è la separazione delle carriere... «Un giorno scioperano gli avvocati perché la ritengono troppo tenue, un altro i magistrati perché la interpretano come anticostituzionale. E questa Consulta potrebbe decidere in tal senso». E' per questo che la maggioranza modifica la composizione della Consulta con la riforma istituzionale? «E' impossibile trovare una Corte più politica di così: è composta da giudici dalla precisa impostazione ideologica e politica». Berlusconi, nell'intervista, annuncia un nuovo tentativo di «fare la pace» con Alessandra Mussolini per le polìtiche. Che ne dice? «Alessandra Mussolini è una cosa, la compagnia con cui si è messa è un'altra; è infrequentabile. Sono componenti antioccidentali, anti-americane, xenofobe, antisemite. Lo scandalo della vidimazione delle firme da parte dell'Ulivo è proprio questo: hanno lavorato per chi si professa fascista. Con loro non voghamo avere niente a che fare, visto che lo strappo della Mussolini è nato dalla scelta coraggiosa di Gianfranco Fini quando è andato in Israele». Il presidente annuncia di voler modificare la legge elettorale. «Siamo d'accordo, vorremmo di più. E' giusto avere la possibihtà di raccogliere i voti attraverso i simboli di partito. E se si cambia lo scoiporo, è un fatto positivo: nel 1996 lo ha aggirato soltanto la sinistra e noi abbiamo perso le elezioni. Nel 2001 tutti hanno aggirato lo scorporo e noi abbiamo vinto. E' saggio fare in modo che una legge non debba essere aggirata. Ma sono modifiche limitate...». E sulla «par condicio?». «Senta, ma le pare giusto che i candidati spariscano dalla tv nell'ultimo mese? E' un paradosso, proprio nel momento in cui bisogna contattare la gente. Se io vado a fare un comizio a Lecce, la tv non ne deve parlare, a meno che non vi sia un altro politico dell'opposto schieramento che quel giorno si è fatto vedere a Lecce. Se il cancSdato ha più contatti con il territorio, è giusto che abbia più possibilità». Se ha anche più soldi... «In Emilia-Romagna, Toscana, Umbria sono loro ad avere più risorse: hanno un esercito di assessori e sindaci a tempo pieno per il partito». Ci chiarisca se il voto è politico. «Come per le Europee, è un voto che ha del miracoloso, rispetto a Francia, Germania e Inghilteira: i governi in carica sono in difficoltà per la crisi economica, l'il settembre e la guerra in Iraq. In Italia, continuiamo a giocarcela testa a testa in tante Regioni, è un miracolo». Avrà conseguenze sul governo, in caso di sconfitta della Cdl? «D'Alema si dimise perché veniva da un ribaltone e non aveva legittimazione popolare: prese atto che il suo esperimento era stato respinto dal Paese. Noi siamo legittimati a governare fino al 2006: le maggioranze, di qualsiasi colore, devono poter lavorare per 5 anni». [g, pa.1

Persone citate: Alessandra Mussolini, Berlusconi, D'alema, Gianfranco Fini, Giovanardi, Mussolini