«Tutti guardavano spaventati verso il mare»
«Tutti guardavano spaventati verso il mare» INCIDENTI STRADALI E NUMEROSI FERITI PROVOCATI DAL PANICO «Tutti guardavano spaventati verso il mare» Il racconto degli abitanti che hanno rivissuto l'incubo dell'onda assassina ROMA Il terremoto ha colpito la zona costiera fra le città indonesiane di Padang e Medan sull'isola di Sumatra (di fronte all'epicentro) verso le 23,15 locali, mentre la maggior parte della gente era a letto o ci stava andando, cioè proprio nel momento psicologicamente peggiore per subire uno spavento, quando ci si sente più indifesi e alla paura della terra che trema si unisce quella del buio dovuto j all'improvviso blackout; un durissfmcrcolpcrperf'nervf'scossi di una popolazione che ancora non si è ripresa dallo choc del 26 dicembre. Da lì il sisma ha esteso i suoi effetti a tutto il Sud Est asiatico e a una buona metà dell'Oceano Indiano, dalla Malaysia alle Maldive. Per la gente sono seguiti il terror panico, poi la fuga e la veglia notturna. «Mi stavo preparando ad andare a dormire - quando le pareti hanno cominciato a tremare racconta alla Bbc Jessie Chong, residente di Kuala Lumpur dove le case, soprattutto i grandi palazzi, si sono svuotati dei loro spaventatissimi abitanti -. In un primo momento ho creduto di avere le allucinazioni, ma poi ho sentito i miei vicini urlare disperatamente e correre fuori, e così ho fatto io». A differenza di quel che succede di solito, quando per il terremoto la gente esce di casa e si ferma lì, «gli abitanti delle zone costiere sono scappati verso posizioni elevate, colline, qualunque cose che potesse offrire rifugio dal temuto tsunami» secondo la testimonianza di Prass Prawoto, un cooperante di Banda Aceh citato dalla Cnn. Anche a una produttrice locale della stessa Cnn, Kathy Quiano, è toccato farsi intervistare dalla tv per cui lavora, per riferire circostanze drammatiche: «Quando la gente è scappata via ho visto molti incidenti stradali, con diversi feriti, provocati dalla fretta e dalla confusione». Chi fugge in preda al terrore non si cura troppo di rispettare le regole della strada e questo può fare più vittime di un terremoto che magari non è così forte o di imo tsunami che magari non arriva. «Tutti guardavano spaventati in direzione del mare, aspettandosi di veder apparire da un momento all'altro l'onda anomala» testimonia ancora la Quiano. Essendo la zona di Banda Aceh a Sumatra così vicino all'epicentro del terremoto l'eventuale tsunami si sarebbe abbattuto su quella costa con brevissimo preavviso. In apparenza più composta, benché sempre improntata alla massima preoccupazione, la reazione di chi vive lontano dall'epicentro; tuttavia le testimonianze sono risultate contraddittorie. In Thailandia ieri notte la gente non ha dovuto sperimentare su di sé ima forte scossa di terremoto e ha appreso dai servizi di allarme nazionali che poteva esserci il rischio di un'onda anomala, ma è stata anche invitata a non abbandonarsi al panico. ((È stato indicato alla popolazione di sei province costiere di essere cauta e vigile riferiva ieri il capo dei servizi meteorologici di Bangkok, Smig Bsammasaroj, che per estensione si occupa anche di attività sismica - ma non è stato impartito alcun ordine di sgombero». Però le voci ufficiali sono state dissonanti: «Molte persone lungo la costa occidentale devono fare molta attenzione» ha dichiarato alla radio Samith Dhammasaroj, alto funzionario governativo incaricato della vigilanza sul rischio maremoti, per poi aggiungere: «Allontanatevi subito e portatevi sui luoghi elevati, c'è una forte probabilità di un altro maremoto». La contraddittorietà dei messaggi non ha certo contribuito alla serenità della gente del posto. Phang Nga, governatore di una delle province indicate come a rischio, ha stabilito anche la distanza'dalla costa alla quale si poteva fermare la gente in fuga per stare tranquilla: «Due chilometri dalla linea del mare» ha detto, e oggi si potrà stabilire se si è trattato di sana prudenza o di allarmismo. Nello Sri Lanka le autorità hanno invitato le popolazioni costiere a fuggire sulle colline. A Sumatra, il luogo decisamente più colpito dal sisma, oltre alle linee elettriche sono saltate quelle telefoniche, ma questo ha riguardato solo le linee fisse, mentre i cellulari hanno in linea di massima continuato a funzionare, nonostante il rischio di intasamento dell'etere e a dispetto di una certa vulnerabilità anche della rete che serve i telefonini, che non è solo virtuale ma dipende anche dal supporto fisico della centraline. Le prime notizie provenienti da Giakarta dopo il sisma (si intende: notizie raccolte a Sumatra e poi rilanciate dalla capitale verso le zone periferiche dell'Indonesia) hanno involontariamente contribuito a suscitare il panico parlando concitatamente di decine di vittime benché le notizie non fossero ancora' confermate. La rete Metro Tv ha mostrato immagini di gente terrorizzata che si riversava in strada a Banda Aceh e ha avuto un effetto moltiplicatore in una specie di ping pong mediatico. Il vice sindaco di Gunungsitoli di un centro sulle isole di Nias ha riferito di vaste distruzioni: «Posso assicurare che qui ci sono decine di morti e centinaia di case distrutte». La scossa è stata avvertita con forza anche nelle isole Andamane e Nicobare, provocando panico fra gli abitanti, soprattutto per il timore dell'arrivo del maremoto. Lo dichiarava ieri sera un albergatore locale raggiunto al telefono dall'agenzia Reuters. Anche l'arcipelago delle Maldive (raggiunte dal precedente tsunami) e l'ancor più remota isola di Mauritius (die invece a dicembre era risultata fuori dalla dell'onda anomala) ieri notte risultavano nella morsa della paura per quel che poteva arrivare dal mare. [e. s t. ] A Banda Aceh, la città indonesiana che il 26 dicembre fu investita con violenza dal mare, una famiglia ieri in fuga dopo la prima scossa di terremoto su uno scooter con sidecar
Persone citate: Banda Aceh, Jessie Chong, Kathy Quiano
Luoghi citati: Bangkok, Giakarta, Indonesia, Kuala Lumpur, Maldive, Roma, Sumatra
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