L'ordine di Bakiev: la rivoluzione è finita di Francesca Sforza

L'ordine di Bakiev: la rivoluzione è finita DOPO DUE GIORNI E DUE NOTTI DI VIOLENZE E SACCHEGGI, STA TORNANDO LENTAMENTE LA NORMALITÀ' L'ordine di Bakiev: la rivoluzione è finita Kirghizistan, il nuovo presidente chiama Putin: «Aiutateci» Francesca Sforza corrispondente da MOSCA «La rivoluzione è finita», ha detto il nuovo presidente ad interim del Kirghizistan Kunnanbek Bakiev. «Ora si tratta di ristabilire l'ordine». Occorrono mezzi e soprattutto un grande amico. Per questo Bakiev ieri ha chiamato il Cremlino. Un gesto importante che dà il sefpao di quanto sia diversa questa «rivoluzione» dalle altre che l'hanno preceduta, in Georgia e in Ucraina. Vladimir Putin, che già venerdì s'era detto disposto a collaborare con ì nuovi padroni di Bishkek, non s'è tirato indietro. Bakiev ha chiesto per la sua povera repubbhca ((benzina, sementi per i campi e aiuti in denaro». E come ai bei tempi dell'Urss, Putin ha risposto: «Da», sì. Bakiev ha subito offerto fedeltà: «Non voghamo allontanarci da Mosca - ha dichiarato -, buone relazioni tra noi sono una priorità del mio governo». E subito dopo il neoleader kìrghizo ha annunciato la sua candidatura alle elezioni presidenziali del 26 giugno. Ha già lanciato il suo messaggio di unità nazionale riservando una buona parola anche per Askar Akaev, il presidente deposto: «Un polìtico che ha lavorato per la crescita di questo paese». Facile prevedere che nella sua corsa elettorale Bakiev avrà la benevolenza di Mosca. Nel paese ci sono segni di ritomo alla normalità. Nelle città dì Osh e Jalal-Abad, dove la rivoluzione è cominciata, ieri è stato il giorno delle feste di piazza. Nella capitale Bishkek, invece caos e disordini sono continuati, parecchi persone sono state arrestate per furti e saccheggi. Una conferenza stampa del presidente Bakiev è stata soppressa all'ultimo momento per timore di un attentato,che -si dice- era stato organizzato dagli uomini di Akaev. Manon è successo nulla e con il passare delle ore l'allarme è rientrato. «I nostri agenti di sicurezza si stanno occupando della questione - ha dichiarato Bakiev - gh agitatori saranno messi fuori gioco». Secondo il il neo ministro dell'Interno Feliks Kulov, ex agente del Kgb incarcerato quattro anni fa dal regime e liberato giovedì dalla ((rivoluzione», «la situazione nella repubbhca è stabile, ci sono stati 129 arresti nella notte scorsa e adesso siamo tornati alla vita normale». A un certo punto della giornata s'è diffusa la voce che centinaia dì sostenitori dell'ex presidente Akaev partiti dalla regione dì Kemen puntava sii Bishkek per protestare «contro il golpe» e la «presa illegittima del potere». Ma non sono mai [arrivati. «Gli; abitanti dei villaggi non si sono uniti alla protesta -ha detto ancora Kulov - e dopo qualche ora ì manifestanti si sono dispersi». La protesta sembrava comunque abbastanza confusa: agli slogan contro il golpe si alternavano infatti cori inneggianti allo stesso Kulov, tra i maggiori oppositori dì Akajev e uomo d'ordine del nuovo governo. Quanto al presidente Akaev, sì troverebbe a Mosca già da ieri sera. «Putin gh ha promesso ospitalità ha commentato la nuova ministro degli Esteri Roza Otunhaeva -, se vuole andarci, che ci vada. Al momento però non mi sembra ancora opportuno discutere di un suo eventuale ritornò in patria». Putin gh ha offerto asilo, ma venerdì aveva comunque pronunciato un giudizio negativo su Akaev: «Quando un potere cade con questa facilità significa che è profondamente debole». E lo stesso presidente del vicino Kazakhstan Nursultan Nazarbayev, che ha accolto la famiglia Akaev in fuga (due loro figli si sono sposati), ha censurato l'ex presidente per la sua debolezza: «Nessuno dei leader della Confederazione di Stati Indipendenti aveva mai perso l'autorità in così poco tempo». Ma più che altro era un modo per riaffermare il potere e lanciare un avvertimento agli oppositori che anche ad Alma Ata sognano di rovesciare la dinastia Nazarbaev. Il nuovo parlamento, eletto nelle scorse settimane con elezioni che hanno scatenato le accuse di brogli e dato il via alle proteste entrerà regolarmente in carica il 14 aprile, come previsto. «È una fase di transizione necessaria - dice il nuovo governo -, con le elezioni del 26 giugno il popolo kirehiso avrà finalmente la possibilità di esprimersi liberamente». La più povera delle repubbliche dell'Asia centrale ha chiesto «benzina, sementi e aiuti in denaro» Il Cremlino ha risposto «sì» e ha assicurato il suo appoggio al governo provvisorio ■ HA LA MOGLIE RUSSA Kunnanbek Bakiev, 55 anni, presidente e premier a interim, ha annunciato ieri la sua candidatura alle presidenziali del 26 giugno. Non vuole «allontamenti da Mosca» per evitare quant'è accaduto con il cambio di dirigenza ih Georgia e Ucraina: un'incrinatura delle relazioni bilaterali con la Russia. Sposato a una donna d'originerussa, Bafcievèstato primo ministro tra 2000e 2002. Si era ;o cte «pò di governo per. protra cóntro la repressióne delle manifestazioni che allora fecero sei morti. Il colore-simbolo del suo partito è il rosa malva, già sfoggiato da migliaia di sostenitori ieri a Bishkek. lìtliTrt Ieri mattina a Bishkek sono apparsi i primi segni di ritorno alla normalità dopo la rivoluzione e i saccheggi. Nella foto una donna offre fiori alla polizia IL NUOVO LEADER SI CANDIDA ALLE ELEZIONI DEL 26 GIUGNO