La Forleo querela i ministri Gasparri e Calderoli
La Forleo querela i ministri Gasparri e Calderoli DENUNCIATI ANCHE CICCHITTO E SELVA. IL CUP DI MILANO ASSOLSE DUE MAROCCHINI ACCUSATI DI TERRORISMO B La Forleo querela i ministri Gasparri e Calderoli Per gli ispettori del ministero gli atti del giudice «non contengono abnormità» MILANO Due ministri, Roberto Calderoh e Maurizio Gasparri, e due parlamentari, Fabrizio Cicchitto (Forza Italia) e Gustavo Selva (An): sono i destinatari delle querele presentate dal gup di Milano, Clementina Forleo. Accusati di diffamazione aggravata a mezzo stampa, su di loro la procura di Roma - che ha ricevuto gh incartamenti dal legale di Forleo, l'avvocatessa Giulia Bongiomo - ha aperto un'inchiesta, iscrivendoli sul registro degli indagati. In particolare i magistrati dovranno esaminare la posizione di Calderoh e Gasparri, per stabilire se hanno espresso i commenti a base della querela come privati cittadini o nella loro veste istituzionale, nel qual caso di loro si dovrà occupare il tribunale dei ministri. Forleo deposita la querela e, contemporaneamente, emergo¬ no le prime indiscrezioni sulle conclusioni dell'inchiesta condotta dagli ispettori del ministero della giustizia, 5U incarico del guardasigilli Roberto Castelli. Il quale sperò smentisce: «Il fascicolo è sul mio tavolo e solo io ne conosco i contenuti». Secondo quanto emerso gh ispettori (la relazione è firmata dal capo dell'ufficio, Giovanni Schiavon) non avrebbero trovato alcuna «abnormità» negh atti giudiziari compiuti dal gup, né nella famosa sentenza che distingueva nettamente, tra terrorismo e guerriglia, né nelle decisioni sull'estremista islamico Mohammed Daki (assolto, scarcerato e non espulso). La sentenza - secondo gh ispettori sarebbe sì «discutibile» ma soltanto nell'ambito della dialettica processuale e non sotto il profilo disciplinare. La decisione degli ispettori «non mi sorprende affatto - dice Giulia Bongiomo - la mia assisti¬ ta era consapevole di aver applicato e interpretato la legge con assoluta imparzialità e correttezza». E in quanto alle querele, secondo l'avvocatessa, è stata una scelta «indispensabile. Forleo - spiega - è stata accusata di disonestà e scorrettezza e ciò sgretola l'autorevolezza di un giudice nei confronti dei cittadini. Non solo, le è stata cucita addosso l'etichetta di "magistrato che favorisce i terroristi" e questo ha alimentato una campagna di odio nei suoi confronti, sfociata in insulti e lettere di minaccia». Nelle carte depositate alla procura di Roma si ricordano le frasi salienti pronunciate dai quattro querelati. Calderoh aveva detto testualmente: «E' una sentenza che mi fa rivoltare lo stomaco» per poi aggiungere, al momento del sequestro di Giuliana Sgrena: «Perché Forleo non si offre da intermediaria con i partigiani guerriglieri?». Per Gasparri la sentenza era stata «incredibile, allarmante, sconcertante, basata su una scelta ideologica» arrivando a chiedere, per la decisione su Daki, un intervento del Csm che «non può ignorare l'atteggiamento irresponsabile di chi ha determinato scelte sciagurate». Per Cicchitto era stato un crescendo: «Decisione caratterizzata da una forte motivazione pohtica, fondata sulla solidarietà con la resistenza irachena»; «Legittimo chiedersi il ruolo di Forleo nella lotta al terrorismo dopo la pericolosissima teorizzazione che consente il proselitismo per la guerriglia». Infine Selva: «Giudici con la kefiah ci sono da almeno cinquant'anni». Diverse le reazioni alla notizia della querela. Se Cicchitto afferma di non capirne il senso («Ho solo affermato il mio totale dissenso su una sentenza»), Calderoh accusa Forleo di «slealtà, perché a giudicare saranno giudici come lei. La sfido, facciamo decidere da una commissione mista, una specie di arbitrato». E Gasparri rincara la dose: «E' un onore essere querelato da chi scarcera i terroristi. Il giudice Forleo dovrebbe essere più severa con il terrorismo e più rispettosa nei confronti del parlamento. Le sue assurde decisioni hanno incoraggiato il fondamentalismo». [s. mar.] B L'avvocato della Forleo, Giulia Bongiomo
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