Tic, rinsediamento della nuova Authority slitta a dopo le elezioni di Maria Grazia Bruzzone

Tic, rinsediamento della nuova Authority slitta a dopo le elezioni IL CENTROSINISTRA RIFIUTA DI RATIFICARE LA SCELTA DI CALABRO. L'UNIONE DA MANDATO A PRODI DI TRATTARE PER LE NOMINE Tic, rinsediamento della nuova Authority slitta a dopo le elezioni Maria Grazia Bruzzone ROMA Slitta al mese di aprile l'insediamento della nuova Autìiority delle telecomunicazioni. Non solo l'opposizione ieri ha rifiutato di ratificare la candidatura di Corrado Calabro indicata dal govemo. Ma, nel clima di scontro totale fra maggioranza e opposizione, la Cdl per «rappresaglia» ha fatto saltare la rielezione «di cortesia» dei due commissari Sebastiano Sortino e Nicola D'Angelo indicati dal centrosinistra nelle commissioni sbagliate durante la votazione dei giorni scorsi. Insomma, una giornata nera per' l'Autorità, che resta vacante in periodo elettorale dopo che quella presieduta da Enzo Cheli è scaduta il 10 marzo scorso. Ma soprattutto per Calabro, attuale presidente del Tar del Lazio. Che sarebbe finita così era chiaro fin dalla prima mattina, quando si è concluso il vertice dell'Unione e Romano Prodi, uscendo in piazza Santi Apostoli, dichiara serafico e secco: «Sulle Authority c'è stato un altro passo avanti dell'Unione. E' la prima volta che decidiamo assieme. Chiediamo che si apra un colloquio ampio che non tenga conto soltanto dell'Autorità delle tic ma anche dell'Autorità garante della Privacy e del consiglio di amministrazione della Rai, che a tutti questi temi è profondamente legato». Punto. Naturale il compiacimento di Prodi. Qualche settimana fa un primo vertice l'Unione sui temi della Rai e dintorni aveva sancito che ogni decisione sarebbe stata presa dai partiti tutti insieme. Quella di ieri è stata la prima prova, brillantemente supera¬ ta con un'intesa unanime. Non solo. Il leader dell'Unione racconta il portavoce Ricky Levi - ha subito telefonato a Gianni Letta per comunicare al sottosegretario alla presidenza del Consigho la decisione dell'Unione e chiedergli di rinviare ad aprile le votazioni nelle commissioni competenti, dove per la ratifica del presidente è prevista la maggioranza qualificata dei due terzi. Il presidente della Commissione Trasporti e Comunicazioni di Montecitorio, l'azzurro Paolo Romani, fa un ultimo tentativo di venire incon¬ tro all'opposizione rinviando la convocazione della commissione al primo pomeriggio, dopo il voto previsto in aula sulla rielezione di Sortino e D'Angelo, al quale l'Udc sarebbe favorevole, annuncia Pippo Gianni, mentre il ministro Gasparri e il presidente dei deputati di Fi Elio Vito sparano a zero su Prodi «estremista» e sull'Unione «che crea un clima di scontro». Ma la situazione è chiara. «Questo è un atto di cortesia istituzionale dovuto da parte della Cdl» sottolinea Luciano Violante, riferendosi al vo¬ to in aula. Il capogruppo dei Ds ribadisce però che, pur non avendo nessuna pregiudiziale su Calabro, l'Unione non lo voterà «perché riteniamo che sia stata una forzatura politica inaccettabile proporre la sua nomina senza discuterne con l'opposizione». Il tentativo della Cdl di far passare Calabro «scambiandolo» con la riparazione dell'errore tecnico su Sortino e D'Angelo non passa. L'Unione non cede. Risultato: alla votazione in aula la Cdl esce facendo mancare il numero legale. [m.g.b.]

Luoghi citati: Lazio, Roma, Sortino