I medici: sono «delicate» le condizioni del Papa di Marco Tosatti
I medici: sono «delicate» le condizioni del Papa IERI NUOVA LEGGERA CRISI. SOSTITUITA LA CANNULA I medici: sono «delicate» le condizioni del Papa Marco Tosatti CIUA DEL VATICANO Il giorno dopo la più triste domenica deUe Palme del regno di Papa Wojtyla, i medici curanti cercano di mandare un messaggio tranquillizzante ai fedeh di tutto il mondo. Definiscono le condizioni di Giovanni Paolo II «delicate», perché il Pontefice è ancora esposto a un rischio detto «generico». Però anche ieri il Pontefice ha avuto qualche problema, tanto che si è ipotizzato anche un possibile ricovero al Gemelli. E' stato sufficiente, però, l'intervento dei sanitari che hanno sostuito la cannula tracheale. Sulla i base di questi problemi in serata si era addirittura sparsa la voce del decesso di Giovanni Paolo II. E' normale che la sua salute, quella di paziente convalescente di 84 anni, affetto da Parkinson e che ha subito di recente una tracheotomia sia soggetta a «frequenti sbalzi» che però rientrano «nella norma». Nel quadro complessivo non ci sono, secondo i medici sentiti sotto il vicolo dell'anonimato dall'Apcom, elementi di particolare «gravità»; e negano quello che agli osservatori estemi - ma non solo - è apparso evidente, e cioè che vi siano «particolari peggioramenti». Rimane, però, una condizione di fragilità. Domenica scorsa è parsa molto forte la differenza fra il papa dell'ultimo Angelus al Gemelli, e il Papa della domenica delle Palme, incapace di parlare, e collegato tramite la cannula a un aiuto respiratorio. Ma non deve stupire, questo scarto, dicono i medici: «E' ancora convalescente e sono necessarie una serie di settimane per stabilizzare questa situazione. Sono passati appena sette giorni dalla dimissione dal Gemem». Parlano di quadro complessivamente «stabile», ma ammettono che il quadro resta «deheato». perché in attesa di consolidamento. «Abbiamo detto che è ancora una situazione delicata. Attendiamo di avere delle certezze sul fatto che sia ben protetto dalle infezioni, sia ritornato più in forze, perché è ancora convalescente». Non è un mistero che i sanitari avrebbero preferito trattenere il Pontefice ancora qualche giomo in ospedale, perché il passaggio dall'appartamento al decimo piano della Cattolica ai Sacri Palazzi non è un elemento secondario, nella convalescenza. Ma si sentono tranquilli: «Non ci aspettiamo che l'equilibrio precipiti da un momento all'altro. Non c'è nessuna previsio-1 ne in questo senso». Perché nofa ha parlato? «E' una decisione indipendente dal suo stato di salute. Sulle sue uscite pubbliche ci sono altre valutazioni oltre a quelle mediche, su cui ì medici stessi non possono mettere bocca. Sono valutazioni di opportunità. Comunque ieri sarebbe stato in grado di parlare». Per l'immediato futuro i fedeli incontreranno il Papa in «videoconferenza», e i contatti diretti saranno limitati a poche persone, per non accrescere il rischio di infezioni. Cosa ben diversa sarebbe invece andare in Sala Nervi, con mighaia di persone presenti. Ieri però i giovani dell'Univ, più di settemila universitari dell'Opus Dei che si sono recati in vaticano per festeggiare Giovanni Paolo II non l'hanno visto neanche sullo schermo, e lui non ha potuto ricambiare il gesto d'affetto se non con un breve messaggio scritto affidato all'arcivescovo argentino Leonardo Sandri, ormai diventato la «sua» voce ufficiale. Il Papa avrebbe voluto incontrarli personalmente ma le sue fragili condizioni di salute non hanno permesso che scendesse dal suo appartamento. Non è escluso che il pontefice dal suo letto abbia seguito via tv l'incontro.
Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Leonardo Sandri, Palme, Papa Wojtyla, Parkinson, Sala Nervi
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